Obesità: petrelintide, un analogo sperimentale dell’amilina, è stato ben tollerato e ha consentito di ottenere fino all’8,6% di perdita di peso
In una coorte di persone con sovrappeso o obesità, petrelintide, un analogo sperimentale dell’amilina a somministrazione settimanale, è stato ben tollerato e ha consentito di ottenere fino all’8,6% di perdita di peso a 16 settimane, come mostrato dai risultati di uno studio di fase Ib riportati al congresso ObesityWeek 2024.
«Siete tutti a conoscenza dei dati relativi alle due terapie basate su agonisti del recettore GLP-1 attualmente approvate per la gestione del peso, che offrono una perdita di peso media impressionante del 15-21%. Ma sappiamo che provocano diversi eventi avversi gastrointestinali, che spesso portano all’interruzione del trattamento. Infatti alcuni dati mostrano fino al 70% di interruzioni entro 1 anno dall’inizio del trattamento. Quindi potremmo aver bisogno di farmaci alternativi, almeno per coloro che non tollerano molto bene queste molecole» ha affermato il relatore Tim Heise, responsabile e co-fondatore di Profil, un’azienda specializzata nella ricerca clinica in fase iniziale su obesità e diabete. «Un candidato potrebbe essere l’amilina, un ormone pancreatico coinvolto nella regolazione della sazietà che ha dimostrato di avere un’elevata efficacia nelle malattie metaboliche».
Petrelintide (Zealand Pharmaceuticals) è un nuovo analogo dell’amilina acilata a lunga durata d’azione composto da 36 aminoacidi, progettato per la somministrazione sottocutanea una volta alla settimana. È chimicamente e fisicamente stabile, con un pH neutro, ed è un potente agonista dei recettori dell’amilina e della calcitonina.
Un nuovo studio per approfondire sicurezza ed effetto sul peso corporeo
Come ha riferito Heise, in un precedente studio di fase I a dose singola crescente il farmaco è stato ben tollerato e ha mostrato un potenziale per la riduzione del peso corporeo.
Pertanto, l’obiettivo dell’attuale studio di fase Ib a dose multipla crescente era valutare la sicurezza e la tollerabilità di iniezioni sottocutanee multiple di petrelintide in adulti in sovrappeso o obesi, ma altrimenti sani. L’endpoint primario erano gli eventi avversi emergenti dal trattamento, mentre quelli secondari ed esplorativi includevano la valutazione farmacocinetica e l’effetto sul peso corporeo.
Un totale di 48 persone sono state arruolate in una di quattro coorti, ovvero aumento massimo della dose a 2,4 mg per 12 settimane, aumento massimo della dose a 4,8 mg per 8 settimane, aumento massimo della dose a 9 mg per 6 settimane e placebo. Tutti i pazienti sono stati in trattamento per un totale di 16 settimane più 9 settimane di follow-up. I partecipanti avevano un’età media di 47 anni, il 79% erano uomini e il peso corporeo basale medio era di 92 kg.
Riduzione del peso che supporta l’avanzamento dello sviluppo clinico
Petrelintide ha dimostrato una farmacocinetica proporzionale dalla dose di 0,6 mg a quella di 9 mg e un’emivita terminale di circa 10 giorni, con un profilo adatto alla somministrazione settimanale e una biodisponibilità dell’85% dopo il dosaggio sottocutaneo. Nel complesso hanno interrotto la terapia tre persone, ma solo un caso è stato giudicato come dovuto a un evento avverso correlato al trattamento.
A 16 settimane sono state osservate le seguenti riduzioni di peso:
- Riduzione del 4,8% alla dose massima di 2,4 mg (peso basale medio, 98,1 kg)
- Riduzione dell’8,6% alla dose massima di 4,8 mg (peso basale medio, 89,5 kg)
- Riduzione dell’8,3% alla dose massima di 9 mg (peso basale medio, 87,7 kg)
- Riduzione dell’1,7% nel gruppo placebo (peso basale medio, 92,7 kg).
Come sottolineato dal relatore, le riduzioni di peso rilevate a 16 settimane dal basale erano simili rispetto a quelle osservate nello stesso periodo tra le persone trattate con semaglutide, ma lo studio di fase III STEP 1 semaglutide aveva più partecipanti di sesso femminile, che tendono ad avere riduzioni di peso complessive da GLP-1 agonisti maggiori rispetto agli uomini.
Anche se dal 92% al 100% dei partecipanti ha riportato almeno un evento avverso emerso dal trattamento sia nel gruppo petrelintide che in quello placebo, la maggior parte dei pazienti ha continuato il trattamento fino a 16 settimane. Gli effetti collaterali più comuni sono stati disturbi del metabolismo e della nutrizione, disturbi respiratori, toracici e mediastinici e disturbi gastrointestinali, soprattutto nausea e stitichezza.
«Penso che possiamo affermare che una perdita di peso dell’8,6% osservata con petrelintide vada nella giusta direzione, considerato quanto visto con i GLP-1 agonisti» ha concluso Heise. «Questo studio ha dimostrato un’eccellente tollerabilità del farmaco e il raggiungimento di una perdita di peso clinicamente rilevante dopo 16 settimane e, pertanto, petrelintide sarà valutato in uno studio di fase II sull’obesità, che sta per essere avviato».
Referenze
Heise T et al. Oral-085. Presented at: ObesityWeek; Nov. 3-6, 2024; San Antonio.