Terapia con DOAC non associata a rischio maggiore di emorragia intracranica


La terapia con anticoagulanti orali diretti (DOAC) non è associata a un rischio significativamente maggiore di emorragia intracranica

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La terapia con anticoagulanti orali diretti (DOAC) non è associata a un rischio significativamente maggiore di emorragia intracranica rispetto alla terapia con antiaggreganti piastrinici. Tuttavia, l’uso di DOAC è collegato a un aumento del rischio di emorragie maggiori. Lo rivela uno studio apparso su “JAMA Network Open”.

Revisione sistematica e meta-analisi
I ricercatori hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi di nove studi clinici randomizzati che hanno coinvolto 45.494 partecipanti (età media, 67,5 anni; durata media del follow-up, 17,2 mesi) affetti da varie condizioni cardiovascolari.

I dati sono stati estratti dalle banche dati PubMed ed Embase, coprendo studi dall’inizio delle banche dati fino al 7 febbraio 2024. Gli studi sono stati selezionati in base a criteri quali il confronto tra terapia con DOAC e terapia antiaggregante (l’aspirina era il comparatore in tutti gli studi inclusi), la segnalazione di eventi emorragici, l’arruolamento di oltre 200 partecipanti e un follow-up minimo di 30 giorni.

L’esito primario era l’occorrenza di emorragia intracranica, mentre gli esiti secondari includevano emorragie maggiori, fatali e gastrointestinali, ictus ischemico e mortalità cardiovascolare.

Quanto è emerso, numero per numero
La terapia con DOAC non è stata associata a un rischio significativamente aumentato di emorragia intracranica rispetto alla terapia antiaggregante (odds ratio [OR], 1,15; 95% CI, 0,71-1,88).

Tuttavia, la terapia con DOAC è stata collegata a un rischio maggiore del 39% di emorragia maggiore (95% CI, 1,07-1,80) e gastrointestinale (95% CI, 1,11-1,73) e un rischio maggiore del 42% di tutte le emorragie (95% CI, 1,25-1,62) rispetto alla terapia antiaggregante.

Tra gli agenti DOAC, il rivaroxaban è stato associato a un rischio significativamente aumentato di emorragia intracranica (OR, 2,09; 95% CI, 1,20-3,64) e di emorragia maggiore (OR, 1,91; 95% CI, 1,22-3,00), mentre il dabigatran e l’apixaban non sono stati collegati a un aumento significativo del rischio.

La terapia con DOAC è stata associata a un rischio inferiore di ictus ischemico rispetto alla terapia antiaggregante (OR, 0,74; 95% CI, 0,58-0,94), senza una differenza significativa nel rischio di mortalità cardiovascolare tra i gruppi.

Limiti dello studio, in quattro punti

  • I gruppi di intervento includevano una combinazione di diversi agenti DOAC.
  • Le popolazioni arruolate variavano tra gli studi, includendo persone con fibrillazione atriale e con ictus embolico di origine indeterminata.
  • La variabilità nella definizione di emorragia maggiore tra gli studi avrebbe potuto influire sulla comparabilità dei risultati.
  • I bassi tassi di occorrenza di alcuni esiti, inclusa l’emorragia fatale, potrebbero aver portato a stime sommarie non precise.

Il messaggio-chiave
«Questa meta-analisi supporta la sicurezza dei DOAC rispetto alla terapia antiaggregante per quanto riguarda il rischio di emorragia intracranica» hanno scritto Mark Coyle, autore principale dell’Università Nazionale d’Irlanda a Galway, e colleghi.

Bibliografia:
Coyle M, Lynch A, Higgins M, et al. Risk of Intracranial Hemorrhage Associated With Direct Oral Anticoagulation vs Antiplatelet Therapy: A Systematic Review and Meta-Analysis. JAMA Netw Open. 2024 Dec 2;7(12):e2449017. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2024.49017. leggi