Nel 2017, l’ex comandante Schettino è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per la tragedia avvenuta nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 di fronte l’isola del Giglio
L’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, ha chiesto di poter accedere al regime di semilibertà. L’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma si terrà il 4 marzo. Nel 2017, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il naufragio avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 di fronte l’isola del Giglio.
L’INCHINO E L’IMPATTO
L’impatto danneggiò notevolmente l’imbarcazione: le 4.229 persone a bordo vennero evacuate, ma si registrarono 32 vittime. Tra vacanzieri e membri dell’equipaggio, a perdere la vita furono dodici tedeschi, sette italiani, sei francesi, due statunitensi e peruviani, uno spagnolo, un ungherese e un indiano. Il naufragio fu causato dalle errate manovre durante il cosiddetto ‘inchino‘, una deviazione di rotta con avvicinamento alla terraferma per “salutare” l’isola.
LA CONDANNA DI SCHETTINO
Schettino è stato condannato a 10 anni per omicidio plurimo colposo e lesioni colpose, a 5 per naufragio colposo e 1 per abbandono della nave. Attualmente, l’ex comandante beneficia di 45 giorni all’anno di permessi ottenuti grazie alla buona condotta. Tre anni fa, aveva anche ottenuto la possibilità di lavorare in carcere: si occupava di digitalizzare i documenti giudiziari della strage di Ustica e della strage di via Fani a Roma con il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).