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Spondiloartrite assiale: bimekizumab migliora dolore spinale

Spondiloartrite assiale non radiografica: bimekizumab centra obiettivi in fase 3 secondo quanto comunicato da UCB

Spondiloartrite assiale radiografica e non radiografica: bimekizumab migliora nel tempo dolore spinale, rigidità mattutina, fatigue e qualità della vita

I risultati di un’analisi post-hoc a 2 anni degli studi registrativi sull’impiego di bimekizumab nel trattamento delle spondiloartriti assiali (axSpA) – radiografiche e non (r-axSpA e nr-axSpA), presentata nel corso del congresso annuale dell’American College of Rheumatology, hanno documentato miglioramenti sostenuti e di entità rilevante del dolore spinale, della rigidità mattutina e della fatigue.
Tali risultati suffragano il beneficio potenziale del trattamento a lungo termine sulla sintomatologia clinica, un aspetto importante per i pazienti che esercita un impatto sostanziale sulle loro qualità della vita, al di là dei benefici sull’attività di malattia.

Razionale e disegno dello studio
Il dolore spinale, la rigidità mattutina e la fatigue rappresentano i principali fattori che contribuiscono all’impatto della malattia nei pazienti con axSpA.

Bimekizumab è un anticorpo monoclonale IgG1 che inibisce selettivamente l’interleuchina (IL)-17F oltre all’IL-17A. Negli studi di fase 3 BE MOBILE 1 e 2, il trattamento con bimekizumab è risultato associato a miglioramenti sostenuti di alcuni sintomi chiave (tra cui il dolore spinale, la rigidità mattutina e la fatigue) fino a 52 settimane in pazienti con axSpA non radiografica (nr-) e axSpA radiografica (r-),  rispettivamente.

L’obiettivo di questa nuova analisi dei trial BE MOBILE e dello studio di estensione BE MOVING è stato quello di valutare l’impatto di bimekizumab sul dolore spinale, sulla rigidità mattutina e sulla fatigue nell’arco di 2 anni in pazienti che rientrano nell’intero spettro di malattia dell’axSpA.

“I pazienti reclutati negli studi BE MOBILE – spiega ai nostri microfoni la prof.ssa Maria Antonietta D’Agostino (Direttore unità operativa complessa di Reumatologia, Policlinico Universitario Agostino Gemelli, Roma) erano dei pazienti con una diagnosi di axSpA, quindi con un interessamento sintomatico e anche clinicamente evidente a livello della colonna; si tratta, dunque, di pazienti con SpA che presentano una manifestazione attiva di spondiloartrite a livello assiale. Questi pazienti potevano presentare anche avere manifestazioni periferiche – quindi, per esempio, dolore a livello delle entesi o dolore a livello delle articolazioni o anche delle manifestazioni extra-articolari (per esempio come le manifestazioni psoriasiche o l’uveite)”.

“I pazienti dello studio BE MOBILE 1 – continua D’Agostino – erano pazienti con una r-axSpA – che presentavano, cioè, delle caratteristiche di interessamento strutturale alla radiografia (quindi di coinvolgimento normalmente delle articolazioni sacro-iliache). I pazienti dello studio BE MOBILE 2, invece, erano pazienti che presentavano una nr-axSpA, spondiloartrite assiale cosiddetta non radiografica, cioè con un interessamento infiammatorio rilevabile alla risonanza magnetica (quindi una risonanza magnetica positiva) o con infiammazione sierologicamente evidente (per esempio a seguito dell’elevazione dei livelli di proteina C reattiva  in pazienti con dei sintomi assiali)”.

“I pazienti degli studi BE MOBILE 1 e 2, inoltre – aggiunge – erano anche raggruppati in pazienti che erano naive ai farmaci biologici (TNFi in questo caso) o non responder (totalmente o parzialmente) ad un primo TNFi”.
Nei trial BE MOBILE 1 e 2, i pazienti erano stati randomizzati a trattamento con bimekizumab 160 mg sottocute ogni 4 settimane (Q4W) o con placebo (PBO); a partire dalla 16a settimana, tutti i pazienti sono stati sottoposti a trattamento con bimekizimab 160 mg Q4W.

Alla 52a settimana, coloro che avevano completato uno dei due studi menzionati sono stati arruolati nello studio e estensione in aperto (OLE) BE MOVING, tuttora in corso.
In questa analisi sono stati riportati  i valori medi e la variazione dal basale (CfB) del dolore spinale totale e notturno, della rigidità mattutina (media delle domande [Q]5 e Q6 del Bath Ankylosing Spondylitis Disease Activity Index [BASDAI]) e della fatigue(punteggi BASDAI Q1 e Functional Assessment of Chronic Illness Therapy [FACIT]-Fatigue), alla settimana 104.

Inoltre, è stata riportata anche la proporzione di pazienti che hanno ottenuto punteggi di dolore spinale totale e notturno <2, indicativi di un dolore alla schiena minimo (punteggio =1) o assente (punteggio =0), e <4, in base ai criteri di inclusione degli studi BE MOBILE 1 e 2 di dolore spinale ≥4 secondo il BASDAI Q2, e di  pazienti risponder al FACIT-Fatigue (proporzione di pazienti che hanno ottenuto un aumento di ≥8 punti rispetto al basale, in pazienti con punteggio basale ≤44) alla settimana 104.

Risultati principali
Su 254 pazienti con nr-axSpA e dei 332 pazienti con r-axSpA originariamente randomizzati a bimekizumab o placebo, rispettivamente, negli studi BE MOBILE 1 e 2, 494 (84,3%) sono entrati nello studio OLE BE MOVING alla 52a settimana.

A luglio 2023, 189 pazienti nr-axSpA e 267 pazienti r-axSpA avevano completato la settimana 104 di trattamento I sintomi al basale erano comparabili tra i gruppi di trattamento.

Dall’analisi dei dati è emerso che i miglioramenti conseguiti rispetto al basale alla settimana 52 si sono mantenuti fino alla settimana 104 per i punteggi del dolore spinale totale, del dolore spinale notturno e della rigidità mattutina (CfB per tutti: -4,2 alla settimana 52, -4,3 alla settimana 104).

Alla settimana 104, il 53,9% e il 57,3% dei pazienti ha raggiunto punteggi di dolore totali e notturni spinali <4, mentre il 29,7% e il 37,7% ha raggiunto punteggi di dolore totali e notturni spinali <2, rispettivamente,
I risultati sono stati simili per la fatigue in base all’indice BASDAI (CfB: -3,1 alla settimana 52; -3,4 alla settimana 104).

Anche il miglioramento dei punteggi FACIT-Fatigue si è mantenuto per tutta la durata dello studio BE MOVING (CfB: +9,9 alla settimana 52 e alla settimana 104).

Secondo il BASDAI Q1, >50% dei pazienti presentava fatigue grave al basale, mentre alla settimana 52 la maggior parte dei pazienti (56,7%) non presentava che un affaticamento lieve. Questa percentuale è aumentata al 64,7% alla settimana 104.

Quanto osservato è stato documentato sia tra i pazienti con nr-axSpA che tra quelli con r-axSpA.

Riassumendo
In conclusione, i risultati di 2 anni di trattamento con bimekizumab hanno dimostrato miglioramenti duraturi del dolore spinale, della rigidità mattutina e della fatigue nell’intero spettro di malattia dell’axSpA. Questi benefici a lungo termine relativi a sintomi clinicamente importanti e riferiti dai pazienti sottolineano il potenziale di bimekizumab nel migliorare in modo sostanziale la qualità della vita di questi pazienti.

Nel commentare i risultati ottenuti, la prof.ssa D’Agostino ha concluso: “Grazie all’impiego di bimekizumab, abbiamo una nuova arma a disposizione nel trattamento dell’axSpA. I pazienti che possono trarre il maggior beneficio da questo trattamento sono quelli affetti da axSpA in cui l’inibizione della via della IL-17 si è dimostrata essere efficace nel ridurre l’infiammazione, nonchè quelli che presentano una manifestazione psoriasica, essendo nota la notevole efficacia del farmaco  su questo dominio di malattia”.

“Un’altra cosa estremamente importante – conclude – è che in questi pazienti che, normalmente, possono presentare anche come manifestazione extraarticolare l’uveite, il rischio di questa complicanza è risultato minore rispetto a quello del placebo. E’ dunque possibile immaginare, pertanto, che l’impiego di bimekizumab in questi pazienti sia in grado di prevenire anche l’insorgenza di recidive di uveite”.

Bibliografia
Marzo-Ortega H et al. Sustained Improvements with Bimekizumab in Patient-Reported Symptoms of Axial Spondyloarthritis: 2-Year Results from Two Phase 3 Studies [abstract]. Arthritis Rheumatol. 2024; 76 (suppl 9). https://acrabstracts.org/abstract/sustained-improvements-with-bimekizumab-in-patient-reported-symptoms-of-axial-spondyloarthritis-2-year-results-from-two-phase-3-studies/. Accessed November 28, 2024.

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