Asma: un nuovo punteggio predice la gravità di malattia


Studio ha implementato un nuovo punteggio sull’impatto dell’asma che incorpora sia le riacutizzazioni di malattia che il ricorso ai servizi di assistenza sanitaria

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E’ stato pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine un nuovo studio che, analizzando i dati prospettici di due coorti longitudinali, ha implementato un nuovo punteggio sull’impatto dell’asma che incorpora sia le riacutizzazioni di malattia che il ricorso ai servizi di assistenza sanitaria; questo punteggio sarebbe in grado di riflettere meglio la gravità della malattia e predice la remissione dell’asma con un’elevata sensibilità e specificità.

Razionale e disegno dello studio
L‘asma grave è attualmente definito dalle linee guida della European Respiratory Society (ERS) e dell’American Thoracic Society (ATS) dalla necessità di ricorrere all’impiego di corticosteroidi per via inalatoria (ICS) ad alte dosi in associazione ad un secondo farmaco di controllo, o come asma che rimane fuori controllo nonostante questa terapia.

Ma questa definizione si basa sul livello di terapia prescritta e non coglie la frequenza dei sintomi, le riacutizzazioni e le limitazioni funzionali. “Queste definizioni potrebbero non avere la precisione necessaria per essere utilizzate negli studi di patobiologia per comprendere le basi della progressione e della gravità della malattia”, scrivono gli autori nell’introduzione allo studio.

Di qui il nuovo studio nel corso del quale i ricercatori, utilizzando i dati clinici e biologici di due coorti longitudinali sull’asma – il Severe Asthma Research Program III (SARP III) e Unbiased Biomarkers for the Prediction of Respiratory Disease Outcomes (U-BIOPRED) – si sono proposti l’obiettivo di implementare un punteggio composito basato sul numero di esacerbazioni dell’asma, visite al pronto soccorso, ricoveri ospedalieri legati all’asma e ricoveri in unità di terapia intensiva.

Questo punteggio è stato modificato per includere il ricorso ai farmaci di soccorso beta-agonisti a breve durata d’azione (SABA) come misura dell’impatto dei sintomi dell’asma sulla vita dei pazienti ed è stato ponderato in base agli anni di vita aggiustati per la disabilità al fine di intercettare l’onere sanitario relativo delle varie riacutizzazioni asmatiche, del ricorso ai servizi di assistenza sanitaria e dell’impiego di SABA nel tentativo di riflettere l’effettivo peso dell’asma sulla qualità della vita.

Il SARP III ha incluso 528 partecipanti adulti con asma che sono stati seguiti per una media di 4,4 anni. Secondo le linee guida ERS-ATS, il 59% di loro era affetto da asma grave. U-BIOPRED aveva incluso, invece, 509 partecipanti adulti con asma che sono stati seguiti per un massimo di 1 anno; l’83% era affetto da asma grave.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che punteggi di impatto dell’asma più elevati correlavano con un peggioramento della funzione polmonare, del controllo dell’asma e della qualità di vita, e che un punteggio pari o inferiore a 0,15 era in grado di predire la remissione dell’asma con una sensibilità superiore al 91% e una specificità del 99%.

Nel 34% dei partecipanti di una coorte e nel 19% di una seconda coorte con asma grave, il punteggio è risultato inferiore al valore mediano di 1,29 per paziente-anno. Il punteggio era superiore al valore mediano rispettivamente nel 28% e nel 27% dei partecipanti alle due coorti con asma non grave.

I ricercatori hanno anche scoperto che un’elevata conta dei neutrofili nel sangue era correlata ad un elevato punteggio di impatto dell’asma, mentre i biomarcatori “tradizionali” dell’asma di tipo 2 (T2), come la conta degli eosinofili nel sangue e la frazione di ossido nitrico esalato, non lo erano in nessuna delle due coorti, “suggerendo un ruolo per i meccanismi non T2 responsabili dell’asma sintomaticaoche includono gli endotipi [interleuchina 6]”, hanno sottolineato gli autori dello studio.

Secondo i ricercatori, l’aumento dell’impatto della malattia asmatica è associato all’attivazione delle vie infiammatorie, una risposta importante alle infezioni virali che causano le esacerbazioni. Per quanto riguarda la remissione, tuttavia, si sono chiesti se la valutazione quotidiana dello stato di controllo dell’asma possa essere più utile del punteggio proposto.

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso, tra i limiti del loro studio, la presenza di  differenze tra le due coorti, tra cui un gran numero di partecipanti di etnia AfroAmericana nel SARP III e in gran parte di etnia Caucasica nell’U-BIOPRED.

Altri limiti dello studio derivano dall’esclusione di bambini e adolescenti da queste coorti, mentre gli adulti inclusi presentavano tassi elevati di asma grave. Di qui la necessità di avere maggiori informazioni su un gruppo più ampio di pazienti e su diversi livelli di gravità.

Non erano disponibili, inoltre, i dati sulle riacutizzazioni precedenti agli studi e l’aderenza ai farmaci è stata valutata mediante autosegnalazioni e dati di sequenziamento dell’RNA, ma non con dati prescrittivi. Inoltre, lo studio non ha tenuto conto delle complicanze legate all’impiego in cronico di corticosteroidi.

Ciò premesso, rispetto alle classificazioni attuali, “il punteggio proposto riflette meglio l’impatto della malattia, in termini di controllo dell’asma e di necessità di ricorso all’assistenza sanitaria – hanno scritto gli estensori di un editoriale di accompagnamento al lavoro pubblicato -.   Inoltre, questo punteggio predice in modo indipendente la remissione dell’asma. È interessante notare che entrambe le coorti hanno mostrato risultati simili, a dimostrazione della solidità dei risultati”.

Scrivono i ricercatori nelle conclusioni dello studio: “I risultati ottenuti mettono in discussione il valore dei punteggi di gravità basati sul trattamento, che non considerano specificamente altri fattori importanti come il controllo dell’asma, le riacutizzazioni frequenti e le limitazioni funzionali coesistenti. Di qui la nostra proposta di un approccio diverso per valutare la gravità dell’asma, basato su un punteggio di impatto della malattia asmatica sulla vita del paziente”.

Bibliografia
1) Zein JG, et al “Development of an asthma health-care burden score as a measure of severity and predictor of remission in SARP III and U-BIOPRED: results from two major longitudinal asthma cohorts” Lancet Respir Med 2024; DOI: 10.1016/S2213-2600(24)00250-9.
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2) Bousquet J, et al “A composite burden score for severe asthma” Lancet Respir Med 2024; DOI: 10.1016/S2213-2600(24)00296-0.