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Manichino in Piazzale Loreto: Andrea Stroppa racconta la reazione di Musk

andrea stroppa

Andrea Stroppa, il ‘portavoce’ di Elon Musk in Italia, in una intervista, rivela la reazione al fantoccio appeso in Piazzale Loreto: “Si è fatto una risata”

Dalle polemiche alla minaccia del manichino appeso in Piazzale Loreto, diciamocelo, con quel saluto “quasi-romano” dal palco della Capital One Arena Elon Musk ha fatto il pieno di critiche su scala globale, sui sociale e fuori, generando anche reazioni violente. Ma lui, che in genere affida al suo X qualsiasi commento, questa volta non si è curato di loro- parafrasando qualcuno che di battaglie politiche ne sa- ha guardato ed è passato oltre. O meglio, “Se ne è occupato per circa un minuto, si è fatto una risata, poi si è rimesso a lavorare. Elon è fatto così”: a parlare ora è Andrea Stroppa, definito come “giovane cybernautico romano” nonché “l’alter ego di Musk” in Italia.

Stroppa ha infatti affidato al quotidiano “il Giornale” un’intervista in cui racconta un po’ ‘come è andata’ tutta la faccenda dello pseudo saluto romano del tycoon durante la festa di insediamento del neo presidente degli Usa Donald Trump. E fa sapere che alla fine, a prendersi le minacce veramente pericolose, è stato lui che ha cercato di spiegare agli italiani su X quel gesto frainteso di Musk. “È stato un gesto di esultanza di una persona emotiva- spiega al quotidiano- il fascismo non c’entra niente”.

LA VERITÀ SUL POST CANCELLATO

Nel primo post aveva infatti precisato che “quel saluto per gli americani è un ritorno all’antica Roma e al saluto dell’antica Roma, non è un saluto fascista. È un modo di salutare. Non c’è nessun riferimento al fascismo”. Insomma, “riguarda la storia romana”, ribadisce. Ma la reazione a quello che ha scritto è stata enorme: una montagna di insulti. Per cui Stroppa ha cancellato quel post sui saluti romani e ora ammette di essersene pentito. “Dovevo lasciarlo lì, ammetto di essere stato ingenuo”, si rammarica con il giornalista. A dire il vero anche quelli successivi non sono stati poi tanto ben accolti.

LE MINACCE E IL RIFIUTO DELLA SCORTA: “VOGLIO RESTARE UNA PERSONA LIBERA”

Durante il colloquio per l’intervista, Stroppa scorre sul cellulare le minacce di morte che gli vengono continuamente postate e recapitate: in una le parole sono accompagnate dalla foto dell’esibizione dei cadaveri appesi di Mussolini e dei sui gerarchi a Piazzale Loreto, in un’altra gli prospettano la fine di Aldo Moro. L’esperto informatico dei Castelli romani però assicura di non avere paura. Data la mole di livore che gli è piovuta addosso e i conseguenti possibili rischi, rivela che gli è stata proposta una scorta, ma lui l’ha rifiutata. “Mai, sono una persona libera- motiva così la scelta- e voglio restare libera”.

“IO E MUSK FASCISTI? FA RIDERE…”

Però “mi hanno detto di non sottovalutarlo più- prosegue- sono mesi che mi danno del nazista sui social, da prima della vittoria di Trump. Dicono che sono fascista. Mi fanno ridere. Cosa c’entro io col fascismo? Ho sempre fatto volontariato, io sono assolutamente liberale”. E Musk? “Tra lui e il fascismo c’è un oceano– assicura il suo “alter ego” italiano- Non credo che esista al mondo una persona più ossessionata di lui dalla voglia di allargare tutte le libertà. Altro che fascismo..”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).

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