Meloni sul caso Santanchè: “Rinvio a giudizio non significa dimissioni”


Caso Santanché, Meloni: “Il rinvio a giudizio non giustifica le dimissioni”. Sul caso del carceriere libico Almasri: “Manderemo e chiederemo chiarimenti alla Corte penale internazionale”

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“Il rinvio a giudizio non giustifica le dimissioni. Non esiste nessun braccio di ferro”. Così Giorgia Meloni a Gedda, in Arabia Saudita, rompe il silenzio sul caso Santanché. “Incontrerò il ministro per parlarle”, ha poi aggiunto.

I FATTI

Daniela Santanchè andrà a processo per uno dei filoni del caso Visibilia, quello sul presunto falso in bilancio. La ministra del Turismo è stata rinviata a giudizio dalla gup Anna Magelli. Si tratta del procedimento per l’ipotesi di falso in bilancio che riguardava in tutto 17 persone, tra cui il compagno della ministra, Dimitri Kunz, più le tre società del gruppo editoriale: Visibilia Editore, Visibilia Editrice e Visibilia Srl in liquidazione. Santanché aveva lasciato ogni incarico nel 2022, per poi cedere definitivamente le sue quote a dicembre, tramite la vendita del 75% della controllante Athena Pubblicità agli svizzeri di Wip Finance.

CASO ALMASRI, MELONI: MANDEREMO E CHIEDEREMO SPIEGAZIONI ALLA CPI

A margine della visita dell’Amerigo Vespucci, la presidente del Consiglio ha parlato anche di un altro caso che agita altrettanto la politica italiana: quello AlMasri. “Manderemo e chiederemo chiarimenti alla Corte penale internazionale”, ha detto, “AlMasri è stato riportato in Libia con volo di Stato per ragioni di sicurezza”.

MELONI: ALMASRI NON LIBERATO SU INDICAZIONE GOVERNO

“Almasri è stato liberato su disposizione della Corte di Appello di Roma, non su disposizione governo“. Precisa la presidente del consiglio. Detto questo, ha ribadito, “quello che il governo sceglie di fare di fronte a un soggetto pericoloso per la sicurezza è espellerlo immediatamente dal territorio nazionale. Questa non è una innovazione, ma una prassi consolidata”, aggiunge.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)