Casi pandoro Balocco e uova di Pasqua: la Procura ha citato a giudizio Chiara Ferragni per truffa aggravata. L’influencer parla di accuse “ingiuste”
L’accusa è di truffa aggravata e la Procura ha deciso di mandare a processo Chiara Ferragni. Lo ha fatto con una citazione diretta a giudizio (possibile per alcuni reati, che non necessitano dell’avallo del gip). Il processo inizierà il 23 settembre 2025. Le vicende sono quelle note e stranote: l’inganno passato alla storia come “Pandoro gate” (ovvero la vendita a Natale 2022 dei pandori ‘Pink Christmas’ di marca Balocco griffati Chiara Ferragni facendo credere agli acquirenti che una parte di soldi sarebbero andati in beneficenza quando non era così) e anche le uova di Pasqua (Pasqua 2023), per cui fu attuato un meccanismo simile. L’influencer si dichiara innocente e parla di accuse “ingiuste”.
“LOTTERÒ PER FAR EMERGERE LA MIA INNOCENZA”
Ecco le sue parole: “Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza”.
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A PROCESSO L’EX MANAGER ANCHE DAMATO
La citazione a giudizio per truffa aggravata, oltre che per Ferragni, è arrivata anche per l’ex manager dell’influencer Fabio Damato, e poi ci sono le citazione per la ‘parte’ Balocco, che riguardano Alessandra Balocco e Francesco Cannillo, rappresentante di Dolci Preziosi.
GLI AVVOCATI: “IL FATTO NON COSTITUISCE REATO”
La notizia della citazione a giudizio è stata diffusa dagli avvocati di Chiara Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Banache. Che dichiarano: “Chiara Ferragni non ha commesso alcun reato. Restiamo fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l’Agcm. L’interlocuzione con i pm non ha avuto l’esito auspicato e la Procura ha preferito demandare al giudice del dibattimento ogni decisione nonostante sia evidente l’assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità. L’innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio che affronteremo serenamente”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).