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Fuori “Black Karma”, terzo album del del cantautore Buzzy Lao

buzzy lao

“Black Karma” (Bunya Records / Believe) è il titolo del terzo album del cantautore e bluesman torinese, di base a Palermo, Buzzy Lao, disponibile in digitale

“Black Karma” (Bunya Records / Believe) è il titolo del terzo album del cantautore e bluesman torinese, di base a Palermo, Buzzy Lao, disponibile in digitale a partire da oggi. Le ritmiche afrobeat e le percussioni latine, così come le chitarre e le melodie arabeggianti, donano a tutto il disco una forte connotazione di world music. Il disco, prodotto tra Parigi Palermo da Florian Monchatre e già disponibile in vinile .

In questa nuova opera discografica Buzzy Lao continua la sua personale ricerca musicale e artistica combinando le radici e le influenze della musica di matrice black, dal blues primordiale africano al gospel mediterraneo con la tradizione del cantautorato italiano, ora più che mai con una scrittura più articolata e meno ermetica rispetto ai precedenti lavori.

Nel disco si affrontano diverse tematiche sociali e individuali: “Ho cercato di mettere in luce le ipocrisie di una società che non mette al centro l’uomo e i suoi diritti, ma che invece ne sfrutta le capacità per l’interesse di pochi. La frase che meglio descrive tutto l’album è raccolta nella title track ‘Karma’, ovvero ‘Io credo a tutti i sogni miei ma non in te’. Il tema della consapevolezza emotiva, la ricerca di sé e la rinascita personale, sempre presenti nella mia narrativa, diventano vero e proprio antidoto alle ingiustizie di una società che deve fare i conti con il ‘buco nero’ mentale e spirituale che alimenta e che nasconde sapientemente dietro falsa apparenza e futili desideri. Un conto che prima o poi dovrà essere pagato, un karma oscuro che guida le scelte di chi potrebbe fare la differenza, ma che non ha interesse nel farlo, un Black Karma di cui paghiamo tutti le conseguenze”.

Una chitarra, una voce e dei battiti di mano aprono il disco e si tratta di “Black”, una introduzione strumentale unanime di armonie e percussioni, una ricerca musicale che affonda le radici nei ritmi del Sud del mondo e nel Gospel mediterraneo. Un lampo musicale senza tempo che accompagna tutto il progetto discografico che prende luce con “Karma”, un blues contemporaneo con influenze arabeggianti, africane e mediterranee. Il testo minimale e incisivo ne fa un vero manifesto generazionale contro le guerre, le ingiustizie e le perplessità del mondo moderno. “Io che non conosco più l’amore” con le sue tematiche di protesta nei confronti della società contemporanea, fonde abilmente le ritmiche R&B Soul/Funk con le melodie italiane degli anni ‘60 e le percussioni tribali del Sud America con elettrizzanti chitarre Afro Blues. Il disco prosegue con “Fra un milione di stelle” che parla di temi molto cari alla visione musicale di Buzzy Lao, come la consapevolezza emotiva, la fiducia di sé stessi e la rinascita personale. Dal ritmo emozionante si passa a una ballad introspettiva dal titolo “Rivoluzione”, marchio di fabbrica del cantautore torinese. Il brano comincia come una chitarra e voce cantautorale anni ‘70, per crescere e fare spazio a più elementi, tra chitarre del medio oriente a keys analogiche che rimandano a un passato nostalgico. Il testo parla della difficoltà di fare i conti con i propri lati oscuri, gli stessi che ci rendono speciali se accettati e canalizzati verso una direzione positiva. Un intermezzo che separa il disco a metà è “3 anni” e lo fa con chitarre acustiche e lap steel. L’altra anima del disco inizia ad essere rappresentata da “Zohra”, ispirata da una particolare storia di diaspora contemporanea; si chiama proprio Zohra la prima orchestra femminile afghana, formata da giovani donne musiciste che hanno dovuto espatriare in seguito alla salita al potere del regime talebano. Partendo da questa storia Buzzy Lao si è immedesimato nel viaggio che una di queste giovani donne ha dovuto affrontare per sfuggire alla persecuzione in nome della libertà. Quella ricerca di umanità che troviamo nell’ottava traccia: “Humanity, il brano del disco in cui il cantautore bluesman affonda le radici nel Soul Funk anni ‘70 con un testo provocatorio che critica le ipocrisie della società moderna. È invece con “Piccola mia” che l’autore fa una dedica d’amore e coglie le sfumature dei rapporti sentimentali. La parte orchestrale è stata scritta da Carmelo Drago e il brano vede anche la partecipazione di Addison Freeman al mandolino. Il disco chiude con “Maktub”, in cui la lap steel elettrica e distorta dialoga con la batteria di Tiziano Salerno in un brano che ipnotizza e rapisce con le sfumature sonore a cavallo tra il continente nero, il blues arabeggiante e il noise rock. 

La produzione di Florian Monchatre (Fatoumata Diawara, Blick Bassy, Tinariwen) è votata all’essenza del suonato puntando su suoni analogici e non artefatti. I testi e la musica di “Balck Karma” sono di Buzzy Lao (chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra classica, guitalele, lapsteel, tastiere, basso, mani e voci), ma al disco hanno collaborato Tiziano Salerno (batteria, mani e percussioni), Salvo ‘Cheerio’ Cincirrone (percussioni) e Martina Cirri (voce, mani e cori). Inoltre, la traccia “Piccola mia” ha avuto un arrangiamento orchestrale da parte di Carmelo Drago e il mandolino di Addison Freeman. Il disco è stato registrato da Florian Monchatre presso Studio Soyuz (Parigi, Francia) – Cantieri 51 (Palermo, Italiae da Buzzy Lao da Honua Studio (Palermo, Italia, 2022 / 2023); invece è stato mixato da Florian Monchatre presso Studio Soyuz (Parigi, Francia) e masterizzato da Marco Pellegrino da Analog Cut (Berlino, Germania).

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