Giulia Bongiorno difenderà Meloni e i ministri per il caso Almasri


Caso Almasri, Giulia Bongiorno difenderà Meloni e gli altri ministri coinvolti. Lo rende noto Palazzo Chigi: “Una scelta che sottolinea la compattezza del governo”

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La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, della Giustizia, Carlo Nordio, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti, Alfredo Mantovano, hanno deciso congiuntamente di nominare quale unico legale l’avvocato Giulia Bongiorno.

È quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi. Una scelta, precisano le stesse fonti, che sottolinea la compattezza del governo anche nell’esercizio dei propri diritti di difesa.
La premier e i ministri devono infatti rispondere all’accusa di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Almasri, per cui hanno ricevuto un’avviso di garanzia. La stessa Bongiorno, che è senatrice tra le file della Lega, ha difeso il vice premier Matteo Salvini nel processo Open Arms, da cui è stato assolto lo scorso dicembre.

Proprio a Giulia Bongiorno, fa riferimento, tra le altre cose, l’intervento odierno di Roberto Saviano in un video pubblicato sul suo canale Youtube, sul caso Almasri, intervento in cui lo scrittore punta il dito contro la Premier e fa le pulci alle sue dichiarazioni a seguito dell’avviso di garanzia ricevuto per il rimpatrio del comandante libico.

Intanto sul caso arriva la nota di Claudio Francavilla, direttore associato della sezione Eu advocacy dell’ong Human Rights Watch (Hrw). “Come tutti gli Stati parte dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (Cpi), l’Italia ha l’obbligo di arrestare gli individui ricercati dalla corte. Tuttavia, gli sviluppi recenti suggeriscono che le autorità italiane stiano cercando di eludere tale obbligo”.

Francavilla ricorda: “Il 19 gennaio, Osama Almasri, ricercato dalla Cpi per crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Libia, anche nei confronti dei migranti, è stato arrestato a Torino. Ma due giorni dopo è stato liberato dalla Corte d’appello di Roma per ‘motivi procedurali’ legati all’arresto, e rimandato in Libia a bordo di un aereo di Stato italiano. Il governo italiano, che supporta materialmente la Guardia costiera libica nonostante il rischio di complicità in gravi abusi contro migranti e richiedenti asilo, ha risibilmente affermato che il rilascio di Almasri era necessario perché ‘presentava un profilo di pericolosità sociale’. Le autorità italiane hanno aperto un’indagine nei confronti del primo ministro Giorgia Meloni e di altri membri del suo governo per il ritorno di Almasri in Libia”.

L’esperto di Hrw continua: “C’è ancora una possibilità per la giustizia. Con Almasri tornato in Libia, le autorità libiche dovrebbero arrestarlo e consegnarlo alla Cpi. Ma la vicenda mette ulteriormente in discussione la credibilità dell’impegno del governo italiano verso la giustizia internazionale”. Come evidenzia Francavilla, “pochi giorni prima del rilascio di Almasri, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, aveva annunciato che l’Italia non avrebbe eseguito i mandati d’arresto della Cpi contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ricercato per crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza. Tajani ha affermato che, in quanto primo ministro in carica, Netanyahu godrebbe di immunità. Ma la Cpi è stata chiara: non esiste tale immunità davanti alla CorteGli Stati parte della Cpi hanno l’obbligo di arrestare gli individui ricercati dalla Corte, siano essi capi di governo in carica o meno”.”L’Italia- denuncia ancora il responsabile di Human Rights Watch- sembra accettare quest’obbligo quando si tratta del presidente russo Vladimir Putin, anch’egli ricercato dalla Cpi: quando gli è stato chiesto di chiarire, Tajani si è limitato a dire che Putin non verrà mai in Italia”.

Francavilla aggiunge: “Nel maggio 2024, Tajani aveva criticato la richiesta di mandati di arresto contro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant da parte del procuratore della Cpi e aveva ribadito le sue critiche a novembre quando la Corte ha emesso i mandati. Tajani ha anche costantemente negato che Israele abbia commesso crimini di guerra a Gaza, nonostante l’enorme quantità di prove che dimostrano il contrario raccolte da molteplici organizzazioni, tra cui Human Rights Watch, e organismi delle Nazioni Unite. L’Italia è anche tra i Paesi che si oppongono all’adozione di una serie di misure da parte dell’Unione Europea nei confronti delle autorità israeliane responsabili di gravi abusi”. L’esperto di Human Rights Watch conclude: “Proteggendo presunti criminali di guerra come Netanyahu e Almasri dalla giustizia, il governo italiano viola i propri obblighi ai sensi dello Statuto di Roma e danneggia la propria credibilità internazionale. Oltre a ciò, il governo manda un messaggio agghiacciante alle vittime dei crimini più atroci: la giustizia può essere selettivamente negata quando prevalgono altri interessi politici”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).