Linfoma cutaneo a cellule T: durvalumab meglio in combinazione con lenalidomide


La combinazione di durvalumab e lenalidomide produce risultati migliori rispetto alla monoterapia con durvalumab nei pazienti con linfoma cutaneo a cellule T refrattario

Linfomi diffusi a grandi cellule recidivanti o refrattari: arriva l'approvazione europea per glofitamab, primo anticorpo bispecifico per la malattia

La combinazione di durvalumab e lenalidomide produce risultati migliori rispetto alla monoterapia con durvalumab nei pazienti con linfoma cutaneo a cellule T refrattario o in fase avanzata. Lo dimostrano i risultati di uno studio di fase 1/2 presentati di recente a San Diego (Usa), al congresso annuale dell’American Society of Hematology (ASH).

Il tasso di risposta obiettiva (ORR, endpoint primario dello studio) è risultato del 75% con la combinazione contro 42% con durvalumab in monoterapia.

Inoltre, la mediana della sopravvivenza libera da progressione (PFS) non è stata raggiunta con la combinazione, mentre è risultata di 8,5 mesi con la monoterapia.

Tali risultati hanno indotto Christian Querfeld, del centro City of Hope di Duarte, in California, ad affermare che «…il trattamento con durvalumab e lenalidomide ha dimostrato un’attività clinica superiore rispetto a durvalumab da solo nei pazienti con micosi fungoide e sindrome di Sézary refrattaria e in stadio avanzato».

«Le risposte osservate sono risultate durature e sono tuttora in essere; inoltre, il trattamento di combinazione è risultato ben tollerato, con un profilo di sicurezza favorevole e sovrapponibile a quello della monoterapia», ha aggiunto l’autore.

Razionale e obiettivi dello studio

La micosi fungoide e la variante leucemica della sindrome di Sézary, comunemente incluse nella definizione “ombrello” di linfoma cutaneo a cellule T, sono neoplasie maligne sfiguranti e incurabili, con una prognosi sfavorevole per i pazienti con malattia refrattaria/in fase avanzata.

L’immunofenotipo disregolato/esausto rappresenta un segno distintivo del linfoma cutaneo a cellule T e una caratteristica chiave nella patogenesi della malattia, che influenza la risposta e la resistenza dei pazienti alla terapia.

Al congresso americano, Querfeld e i colleghi hanno presentati i risultati relativi alla parte randomizzata di fase 2 dello studio, che ha messo a confronto durvalumab più lenalidomide con durvalumab in monoterapia in pazienti linfoma cutaneo a cellule T recidivato/avanzato.

Gli endpoint

L’endpoint primario era rappresentato dall’ORR, utilizzando la risposta globale composita (basata su cute, sangue, linfonodi e visceri) secondo le linee guida di consenso.

Tra gli endpoint secondari valutati vi erano la durata della risposta, la PFS e la tossicità.

Tra gli endpoint esplorativi considerati vi erano, invece, le relazioni tra il profilo di espressione genica, il microambiente tumorale (TME) e l’attività antitumorale.

Caratteristiche principali dei pazienti

Lo studio ha incluso 25 pazienti con linfoma cutaneo a cellule T, di cui 23 con micosi fungoide e due con sindrome di Sézary, che sono stati assegnati secondo un rapporto 1:1 al trattamento con durvalumab da solo o in combinazione con lenalidomide.

L’età mediana dei pazienti era pari a 65 anni (range: 32-88) nel braccio trattato con la combinazione e 56 anni (range: 26-79) nel braccio trattato con durvalumab in monoterapia.

I partecipanti erano stati sottoposti in precedenza a una mediana di due linee di terapia (range: 2-4) nel braccio della combinazione e di tre linee di terapia (range: 2-4) nel braccio della monoterapia.

Il follow-up mediano è risultato di 14,5 mesi.

Migliori risultati con la combinazione sugli endpoint primari e secondari

I pazienti sono stati sottoposti a una mediana di 6 cicli di trattamento con la combinazione (range: 1-17) e 3,5 cicli con la monoterapia (range: 2-20).

Il miglior ORR globale è risultato del 75% nel braccio della combinazione e del 42% nel braccio della monoterapia, con un tasso di risposta completa rispettivamente del 33% contro 0%, mentre il tasso di risposta parziale è risultato del 42% in entrambi i bracci di trattamento.

La PFS mediana non è stata raggiunta con il trattamento di combinazione, mentre è risultata di 8,5 mesi con la monoterapia.

Sicurezza soddisfacente con la combinazione

Gli eventi avversi più comuni correlati al trattamento sono risultati l’astenia, l’anemia, la trombocitopenia, la diarrea, la costipazione, gli edemi declivi, la leucopenia e la neutropenia.

Gli eventi avversi di grado 3 o superiore registrati nel braccio trattato con la combinazione sono stati la leucopenia, la neutropenia, la dispnea e gli eventi tromboembolici.

Gli eventi avversi di grado 3 o superiore registrati nel braccio della monoterapia sono stati un’infezione correlata al catetere, il dolore addominale, la nausea, il vomito e l’anoressia.

Bibliografia

C. Querfeld, et al. Randomized phase 2 trial of the anti-PD-L1 monoclonal antibody durvalumab plus lenalidomide versus single-agent durvalumab in patients with refractory/advanced cutaneous T cell lymphoma. ASH 2024; abstract 468. https://ash.confex.com/ash/2024/webprogram/Paper205617.html