Stesso dolore, cure diverse per endometriosi e e malattia infiammatoria pelvica


Dolore intenso molto simile ma trattamento diverso per le pazienti con endometriosi e malattia infiammatoria pelvica

Endometriosi: relugolix efficace contro il dolore

Gli antibiotici per la gestione della malattia infiammatoria pelvica, come ceftriaxone, doxiciclina e metronidazolo, sono efficaci e ben tollerati, con effetti collaterali lievi (disturbi gastrointestinali o reazioni allergiche). Per l’endometriosi, terapie ormonali come contraccettivi, progestinici e antagonisti del GnRH sono anch’essi efficaci e generalmente ben tollerati. E’ quanto evidenzia uno studio pubblicato su Expert Opinion and Drug Safety.

L’endometriosi e la malattia infiammatoria pelvica (PID) sono condizioni ginecologiche che colpiscono le donne in età riproduttiva e causano sintomi dolorosi. I sintomi causati da queste condizioni sono simili; di conseguenza, la diagnosi differenziale può risultare impegnativa.

Tuttavia, il trattamento di queste patologie è molto diverso: la PID viene trattata con terapia antibiotica, mentre l’endometriosi è gestita tramite terapie ormonali che sopprimono i livelli di estrogeni.
È stata condotta una revisione narrativa attraverso una ricerca approfondita della letteratura su endometriosi e PID.
Riportiamo sinteticamente ciò che è emerso da questa analisi con opinione degli esperti.
Gli antibiotici utilizzati per gestire la PID presentano un’elevata efficacia e un buon profilo di sicurezza. I regimi comunemente prescritti includono una combinazione di ceftriaxone, doxiciclina e metronidazolo.

Questi antibiotici sono generalmente ben tollerati, con la maggior parte degli effetti avversi di lieve entità e gestibili (disturbi gastrointestinali o reazioni di ipersensibilità).
Le terapie ormonali rappresentano un pilastro nella gestione dell’endometriosi; comprendono contraccettivi orali combinati (COC), progestinici, agonisti e antagonisti del rilascio dell’ormone gonadotropina (GnRH).

I COC e i progestinici sono generalmente ben tollerati e presentano un profilo di sicurezza favorevole, sebbene possano causare effetti collaterali come sanguinamenti intermestruali e cambiamenti dell’umore. Gli antagonisti orali del GnRH sono emersi come un’opzione rilevante, offrendo una soppressione parziale degli estrogeni e superando così le limitazioni associate agli agonisti del GnRH precedentemente utilizzati.

Gli autori si soffermano su alcuni punti importanti.
Innanzitutto, la diagnosi che risulta complessa, infatti, la diagnosi differenziale tra endometriosi e malattia infiammatoria pelvica (PID) può essere difficoltosa poiché entrambe colpiscono tipicamente donne in età riproduttiva e causano sintomi di dolore simili.

Per quanto concerne le linee guida per la gestione della PID, i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) forniscono linee guida dettagliate per la gestione della PID. Data la natura polimicrobica dell’infezione, queste linee guida sottolineano l’importanza di una copertura antibiotica ad ampio spettro.
Inoltre, il trattamento della PID dipende dalla gravità della malattia, dalla presentazione clinica e dai fattori di rischio. Nei casi che richiedono ospedalizzazione, i regimi endovenosi tipici includono cefotetan o cefoxitina in combinazione con doxiciclina, oppure clindamicina con gentamicina. Per i pazienti ambulatoriali, si utilizza generalmente una combinazione di ceftriaxone, doxiciclina e metronidazolo.

Gli esperti spiegano che gli antibiotici utilizzati per il trattamento della PID sono generalmente sicuri se somministrati secondo le raccomandazioni. I benefici di un trattamento tempestivo superano i rischi di effetti avversi. Seguire le indicazioni relative al dosaggio, alla via di somministrazione e alla durata della terapia aiuta a minimizzare gli effetti collaterali, garantendo al contempo un trattamento efficace.

Per quanto concerne invece la terapia ormonale per l’endometriosi, questa migliora significativamente il dolore associato all’endometriosi, con effetti avversi generalmente lievi o moderati. Le terapie di prima linea includono combinazioni estroprogestiniche e progestinici. Le terapie di seconda linea comprendono analoghi e antagonisti del GnRH.
Vengono evidenziati anche gli collaterali delle terapie ormonali e in particolare, i contraccettivi orali possono causare nausea, tensione mammaria e un aumento del rischio di eventi tromboembolici; i progestinici possono indurre aumento di peso, cambiamenti dell’umore, gonfiore, mal di testa e sintomi depressivi e gli agonisti del GnRH possono causano effetti ipoestrogenici come vampate di calore, sudorazioni notturne e riduzione della densità minerale ossea, aumentando il rischio di osteoporosi.

Simone Ferrero et al., Safety and efficacy of pharmacotherapies for pelvic inflammatory disease and endometriosis
Expert Opin Drug Saf. 2025 Jan 2:1-14.
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