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Il caso di Roccaraso finisce anche sul Guardian

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Il caso ha varcato i confini nazionali, adesso anche la migliore stampa mondiale si occupa dell’invasione di Roccaraso e dei TikToker napoletani

Che la vicenda fosse già deflagrata ben oltre l’ipotizzabile era chiaro quando Rita De Crescenzo è stata intervistata dal Tg1. La tik-toker e gli influencer, i video virali, i 220 (250? 260?) bus che scaricano migliaia di persone sulla capitale della neve del sud, la “legge anti-napoletani” con le targhe alterne, gli esposti e tutto il circo accessorio: un blob troppo pirotecnico per non varcare i confini. E infatti il caso-Roccaraso è adesso sul Guardian, in pasto alla migliore stampa mondiale. Il titolo è “Italian town clamps down after TikTok star draws ‘unmanageable’ crowds”. L’esportazione del made in Italy, le eccellenze.

Il Guardian è costretto a raccontare che “i turisti in gita sono stati ispirati da una TikToker nata a Napoli, Rita De Crescenzo, che ha pubblicato un video in diretta e diverse foto dalla località per i suoi 1,7 milioni di follower”, e che “Francesco Di Donato, sindaco di Roccaraso, ha affermato che la località ha avuto giornate particolarmente affollate in passato, ma non ha mai registrato un afflusso paragonabile a quello di domenica scorsa. Ha accennato alla possibilità di chiamare l’esercito per occuparsi della questione”.

“Di Donato ha respinto le accuse sui social media di discriminazione nei confronti dei napoletani, spesso stereotipati come persone rozze, sostenendo che la città andava protetta e che ospitare troppe persone rappresentava un rischio per la sicurezza”.

“De Crescenzo, che oltre alla sua fama su TikTok ha più di 400.000 follower su Instagram , ha negato ogni responsabilità per il sovraffollamento e ha promesso di tornare a Roccaraso domenica, questa volta con ancora più persone”.

“Il dibattito sull’overtourism è solitamente riservato al periodo estivo e a famose città italiane come Venezia, Firenze e Roma, ma il caso di Roccaraso ha ulteriormente evidenziato come gli influencer dei social media possano contribuire al fenomeno”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).

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