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A Vimercate inaugura “Alfonso Cortesi. Storia di un corniciaio”

alfonso cortesi

La mostra Alfonso Cortesi. Storia di un corniciaio, in programma allo Spazio Heart di Vimercate dal 2 febbraio al 16 marzo

Alfonso Cortesi. Storia di un corniciaio non è solo un’esposizione di opere d’arte, ma il racconto della vita di un uomo, che nel primo dopoguerra decide di scommettere sul fervore della scena artistica italiana e su un mestiere oggi quasi scomparso, quello del corniciaio. Un uomo a modo suo visionario, che rivoluziona il concetto stesso di cornice, che da mero elemento decorativo si trasforma in punto di equilibrio formale, capace di influenzare la percezione dell’opera d’arte e di espanderne la stessa narrazione visiva.

Alfonso Cortesi. Storia di un corniciaio, in programma allo Spazio Heart di Vimercate dal 2 febbraio al 16 marzo, curata a quattro mani da Simona Bartolena e Armando Fettolini, offre la possibilità di immergersi nell’universo di un personaggio che, elevando il mestiere del corniciaio a vera e propria arte, ha segnato la scena artistica milanese e italiana del XX secolo in Italia.

Sottolinea Simona Bartolena: “Le opere esposte sono splendide, senza dubbio: tra esse spiccano capolavori di artisti assai noti della scena milanese degli anni Sessanta e Settanta. Ma non sono loro le protagoniste. Protagonista è Alfonso Cortesi. La sua storia, le sue amicizie, il suo ruolo di collezionista, mentore, mecenate, oltre che di corniciaio. Per questo nella selezione delle opere da esporre non ha prevalso la notorietà dell’autore, ma la loro importanza nella vita di Cortesi. Opere firmate da nomi fondamentali per la scena artistica del tempo, si mescolano a lavori realizzati da artisti poco conosciuti o addirittura occasionali. Una scelta eterogenea che riflette a pieno la poliedricità degli oggetti e dei dipinti della collezione di questo visionario corniciaio con il vizio della bellezza e dall’intuito invidiabile.”

Oltre alle 40 opere di 23 artisti differenti esposte allo Spazio Heart di Vimercate, ognuna delle quali è un omaggio all’eccellenza dell’eccellenza artigiana di Alfonso Cortesi, l’esposizione celebra e mette in evidenza, attraverso documenti inediti, fotografiecartolineletteredisegniinviti oggetti cortesemente concessi dalla famiglia Cortesi, le intuizioni e gli stretti legami di Alfonso Cortesi con la maggior parte degli artisti che si rivolgevano a lui, e la sua straordinaria capacità di creare un legame profondo con ogni opera.

Presenti in mostra anche alcuni lavori realizzati da artisti che hanno avuto un legame speciale con Cortesi, di profonda stima e fiducia reciproca, come Enrico Castellani, Arturo Vermi, Antonio Scaccabarozzi, Agostino Bonalumi, Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Lucio Fontana, Emilio Chiusa, Antonio Calderara, e che oggi ci raccontano la sua visione dell’arte e la sua sensibilità, che non conosce confini, pregiudizi, codici o tendenze.

Ma chi era Alfonso Cortesi?

Nato nel 1918 a Castello d’Argile, un piccolo borgo nei pressi di Bologna, alla fine degli anni Venti si trasferisce con la famiglia a Milano. Alfonso, ancora giovanissimo, trova impiego come garzone da Egisto Marconifra i principali innovatori dell’arte corniciaia europea, che lavorò con tutti i grandi artisti del tempo, da Sironi a Morandi, e padre di Giorgio Marconi, uno dei maggiori galleristi italiani.

A interrompere la sua crescita professionale sopraggiunge la guerra. Cortesi parte per la Campagna di Russia, un’esperienza terribile, che lo segnerà profondamente.

Finita la guerra e tornato a Milano, nel 1946 sposa Mariuccia Colnaghi, conosciuta a Caidate dopo aver deciso di non aderire alla Repubblica Sociale Italiana e che resterà per sempre al suo fianco, diventando una preziosissima alleata, consigliera e aiutante, oltre che compagna e madre di Venusta, la loro unica figlia.

Nel 1947 aprono un primo laboratorio di cornici a San Siro, e solo tre anni dopo, nel 1950, si spostano in un atelier più grande a Monza con due aiutanti,

L’Italia del secondo dopoguerra è un paese ancora con molte macerie che cerca di riprendersi poco alla volta, e l’idea di aprire un’attività che punta su un bene effimero come le cornici è a dir poco coraggiosa. Ma Mariuccia e Alfonso non si lasciano spaventare, e il tempo darà loro ragione.

Un tratto distintivo del lavoro di Cortesi è la sua incessante ricerca di innovazione, pur restando fedele alla tradizione artigianale che caratterizza il suo mestiere. La sua capacità di adattarsi alle esigenze degli artisti, collezionisti e galleristi gli ha permesso di diventare un corniciaio di fama, capace di realizzare cornici per ogni tipo di opera, dai dipinti classici alle più moderne installazioni artistiche.

Tuttavia, Alfonso Cortesi non era solo un eccellente artigiano attento ai dettagli, capace di lavorare fianco a fianco con gli artisti e, attraverso le sue cornici, valorizzarne ogni singola opera. Cortesi era anche una persona con un intuito straordinario e un’acutezza rara, aperto a tutte le forme d’arte, capace di scoprire nuovi talenti e contribuire attivamente alla loro crescita, talvolta acquistandone le opere o sostenendo economicamente i loro progetti.

La casa e il laboratorio dei Cortesi diventano ben presto punti di riferimento per moltissimi artisti, con diversi dei quali Alfonso stringe sincere amicizie, destinate a durare per tutta la vita. Insieme alla moglie frequentano mostre, inaugurazioni, eventi, respirando a pieno quel clima di rinascita dell’arte proprio del periodo del “miracolo economico” italiano. Milano, tra gli anni 50 e 60, è una delle capitali dell’arte europea, città energica, proiettata verso il progresso, cuore pulsante di quella rinascita culturale, economica e sociale che sembrava non dovesse aver fine, nonché vivacissimo centro di libera sperimentazione artistica a livello internazionale. Quello stesso clima di grande vitalità e rinnovamento coinvolgeva anche l’area monzese e la Brianza, ricche di piccole gallerie, spazi espositivi e moltissime iniziative culturali.

Personaggio trasversale, Cortesi entra nei meccanismi del mondo dell’arte, ma sempre a modo suo. L’essere collezionista non ha nessun fine speculativo, ma si basa solo su un gusto estetico personale, che lo spinge ad acquistare opere di artisti famosi così come di credere in giovanissimi talenti.

Questo movimento irregolare, che lo portò ad avere nella sua collezione opere di artisti poco conosciuti accanto a uno famoso, è stato seguito anche in fase di allestimento da parte di Simona Bartolena e Armando Fettolini. Nella selezione delle opere, infatti, i due curatori non hanno privilegiato solo i nomi celebri (pur presenti nella collezione e in mostra), ma hanno dato spazio anche ad artisti meno noti che Cortesi frequentava e apprezzava e alle sue varie e disparate passioni, come quella per gli Ex voto dell’800 o quella per la scoperta di talenti irregolari e occasionali.

Alfonso Cortesi. Storia di un corniciaio non è solo una mostra di cornici, ma un omaggio a un uomo che ha saputo coniugare l’arte artigianale della corniceria, interpretata in maniacale nei dettagli e nella scelta dei migliori materiali, con una grande sensibilità estetica e una passione smisurata per l’arte in un modo che ancora oggi appare straordinariamente moderno e attuale.

La sua figura, non solo di artigiano ma anche di collezionista, mentore e mecenate, è inoltre il fulcro di un percorso che, partendo dal suo laboratorio-atelier di Monza, ci porta a scoprire l’evoluzione e la fioritura della scena artistica italiana del secondo dopoguerra, gli anni delle post-avanguardie, delle sperimentazioni, delle libertà espressive, dove ancora arte e società si specchiavano l’una nell’altra.

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