L’interesse attorno agli Xeni è cresciuto per il potenziale tecnologico sul fronte dell’elettronica, optoelettronica, fotonica, sensoristica, biotecnologie ed energia
Sulla scia del grafene, una classe di nuovi materiali a due dimensioni basati su singoli elementi si è andata affermando da più di un decennio: sono gli Xeni, dove la X sta per una serie di elementi diversi dal grafene.
Il silicio è stato il primo fra questi a dare il silicene a partire dal 2012, e da lì quello che veniva ritenuto un caso isolato ha poi fatto da apripista a molti altri elementi che sono stati prodotti sotto forma di fogli bidimensionali.
Gli Xeni non sono per lo più disponibili in natura, ma vanno sintetizzati: i fisici e scienziati dei materiali furono i primi a provarci partendo da supporti cristallini su cui vengono depositiati atomi da fase vapore in condizione di vuoto spinto. Il processo chiave in questo caso è l’epitassia. A questa sono poi seguiti metodi chimici in soluzione liquida per l’estrazione di alcuni Xeni da cristalli con struttura stratificata.
Nel frattempo, l’interesse attorno agli Xeni è cresciuto per il potenziale tecnologico sul fronte dell’elettronica, optoelettronica, fotonica, sensoristica, biotecnologie e tecnologie energetiche.
Proprio sulla base di questa grande attenzione del mondo scientifico, la Royal Society of Chemistry ha affidato ad Alessandro Molle – ricercatore dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi del Cnr- la stesura di un articolo di riepilogo estensivo sui metodi di sintesi degli Xeni, riconoscendone la grande competenza: Molle ha guidato un team internazionale di esperti nella scrittura della reviews, utile a coloro che sono interessati a sapere come manipolare gli Xeni o, semplicemente, vuole riprodurli per studiarli o utilizzarli. La review è pubblicata dalla prestigiosa rivista Chemical Society Reviews al link: https://pubs.rsc.org/en/content/articlelanding/2025/cs/d4cs00999a. L’articolo è ad accesso aperto e mira a spiegare a tutti come fare gli Xeni e come ingegnerizzarli per nuove applicazioni, ma anche a prospettare nuovi fronti di ricerca dove gli Xeni possono rivestire un ruolo importante.