Obesità e insufficienza cardiaca: finerenone è la nuova speranza


Un’analisi prespecificata dello studio FINEARTS-HF ha portato alla luce il valore di finerenone per i pazienti obesi affetti da insufficienza cardiaca

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Un’analisi prespecificata dello studio FINEARTS-HF ha portato alla luce il valore di finerenone per i pazienti affetti da insufficienza cardiaca con frazione di eiezione lievemente ridotta o conservata (HFmrEF/HFpEF) e un alto indice di massa corporea (BMI). Questa ricerca, pubblicata sul “Journal of American College of Cardiology”, ha rilevato che i pazienti con un BMI più elevato possono trarre maggiori benefici dall’uso di antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi non steroidei (MRA), rispetto a quelli di peso normale o sottopeso.

Finerenone è stato associato a una riduzione della mortalità cardiovascolare e al peggioramento degli eventi di scompenso cardiaco in tutte le categorie di peso, senza influenze significative del BMI. Tuttavia, è emerso che l’effetto benefico dell’MRA era più pronunciato nei pazienti con un BMI pari o superiore a 35.

Confutato il cosiddetto “paradosso dell’obesità”
Lo studio FINEARTS-HF si basa su evidenze precedenti, come quelle dei trial RALES ed EMPHASIS-HF, che hanno suggerito un beneficio maggiore degli MRA nei pazienti obesi. Il motivo alla base di questo fenomeno potrebbe risiedere nella secrezione di aldosterone dagli adipociti e nell’iperattivazione del recettore dei mineralcorticoidi, che aggravano i rischi associati allo scompenso cardiaco.

Secondo i ricercatori, questi risultati sono particolarmente rilevanti per i pazienti con HFpEF, una condizione più comune tra i pazienti obesi rispetto a quelli con HFrEF. Jawad H. Butt, dell’Università di Glasgow, autore principale, ha dichiarato che i dati confutano il “paradosso dell’obesità”, dimostrando che anche nei pazienti con HFpEF non esiste tale paradosso. La perdita di peso rimane quindi cruciale per i pazienti obesi con insufficienza cardiaca.

Barry A. Borlaug della Mayo Clinic ha osservato che due terzi dei pazienti con HFpEF negli Stati Uniti convivono con obesità, spesso accompagnata da diabete e insulino-resistenza. In questo contesto, combinare MRA con agonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone (GLP-1) potrebbe migliorare significativamente la perdita di peso e ridurre il rischio di eventi di insufficienza cardiaca.

Nello studio FINEARTS-HF, circa 160 pazienti sono stati trattati con un agonista del recettore GLP-1, e i ricercatori stanno esaminando gli effetti combinati di questi farmaci. Butt ha osservato che l’effetto di finerenone è evidente sia nei pazienti trattati con agonisti del GLP-1 che in quelli non trattati con tali farmaci.

Borlaug ha inoltre sottolineato l’importanza di considerare i pazienti con HFpEF legata all’obesità come un gruppo a sé, per focalizzare il trattamento sulla causa principale: l’obesità e lo stress cardiometabolico.

Caratteristiche dello studio
Il trial FINEARTS-HF ha coinvolto 6.001 pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica e frazione d’eiezione ventricolare sinistra (LVEF) pari o superiore al 40%. I pazienti presentavano elevati livelli di peptide natriuretico (NT-proBNP) e cardiopatia strutturale, e la maggior parte di essi mostrava sintomi di classe funzionale II NYHA.

Quelli randomizzati a finerenone hanno ricevuto dosi di 20 o 40 mg una volta al giorno, oltre alla terapia standard. Rispetto al placebo, il finerenone ha ridotto l’endpoint composito di eventi di scompenso cardiaco in peggioramento totale e morte cardiovascolare, senza significative differenze nei tassi di mortalità cardiovascolare.

Per l’analisi prespecificata, i ricercatori hanno suddiviso i pazienti in categorie di BMI, rivelando che quelli con BMI più elevato mostravano caratteristiche diverse rispetto a quelli con BMI inferiore. Nonostante le differenze nei livelli di NT-proBNP, l’effetto benefico del finerenone è stato più marcato nei pazienti con BMI più alto.

Fenotipi dell’HFpEF e futuri approcci 
Secondo gli autori di un editoriale di commento, Amanda R. Vest (Cleveland Clinic) e Andrew J. Sauer (University of Missouri , Saint Luke’s Mid America Heart Institute, Kansas City), la gestione dell’HFpEF è notevolmente progredita, ma definire l’obesità in modi più precisi potrebbe ottimizzare le strategie di trattamento.

Il BMI, nonostante i suoi limiti, è ancora usato, ma nuove metriche come il rapporto vita-altezza potrebbero migliorare l’identificazione dei pazienti a rischio. La Lancet Commission on Obesity sta lavorando a una nuova definizione dell’obesità, attesa per l’inizio del 2025.

Bibliografia:

  • Butt JH, Henderson AD, Jhund PS, et al. Finerenone, Obesity, and Heart Failure With Mildly Reduced/Preserved Ejection Fraction: Prespecified Analysis of FINEARTS-HF. J Am Coll Cardiol. 2024 Dec 4:S0735-1097(24)10423-8. doi: 10.1016/j.jacc.2024.10.111. Epub ahead of print. leggi
  • Vest AR, Sauer AJ. Obesity-Related Heart Failure With Preserved Ejection Fraction: Weighing the Benefit of Finerenone. J Am Coll Cardiol. 2024 Dec 6:S0735-1097(24)10542-6. doi: 10.1016/j.jacc.2024.11.033. Epub ahead of print. leggi