L’American College of Gastroenterology (ACG) ha pubblicato un aggiornamento delle linee guida cliniche per la diagnosi e la gestione dell’esofagite eosinofila
L’American College of Gastroenterology (ACG) ha pubblicato un aggiornamento delle linee guida cliniche per la diagnosi e la gestione dell’esofagite eosinofila (EoE), prevedendo ulteriori progressi nei prossimi anni. Sono state sviluppate 19 raccomandazioni relative alla diagnosi, al trattamento e al monitoraggio della patologia, tenendo conto anche di specifiche preoccupazioni pediatriche, come i disturbi dell’alimentazione.
L’esofagite eosinofila è una malattia cronica a mediazione immunitaria che colpisce l’esofago. La diagnosi si basa sulla presenza di sintomi di disfunzione esofagea e di un infiltrato eosinofilo predominante nell’esofago. L’EoE è una condizione in rapido aumento in termini di incidenza e prevalenza ed è frequentemente riscontrata nelle pratiche di gastroenterologia e allergologia, nei reparti di emergenza e nelle cure primarie.
Negli ultimi dieci anni si sono verificati cambiamenti di paradigma nella diagnosi e gestione della malattia, un incremento delle conoscenze sui fattori di rischio, sulla storia naturale e sulla patogenesi dell’EoE, oltre allo sviluppo di metriche validate per valutare gli esiti.
Cambiamento di paradigma nella diagnosi e nella gestione dell’EoE
Data l’importanza dei recenti progressi nella diagnosi e nel trattamento dell’EoE, l’ACG ha aggiornato le raccomandazioni riguardanti terapia, monitoraggio e gestione, includendo specificità pediatriche. Il team di esperti, guidato dal dott. Evan S. Dellon, ha utilizzato il framework GRADE (Grading of Recommendations, Assessment, Development and Evaluation) per sviluppare linee guida basate su evidenze cliniche. Le raccomandazioni sono state valutate considerando qualità delle evidenze, rischi e benefici, fattibilità, costi e fattori percepiti dai pazienti e dalla popolazione.
Le raccomandazioni si dividono in due categorie principali: raccomandazioni forti, denominate “recommendations”; raccomandazioni condizionali, denominate “suggestions”.
Punti chiave delle linee guida aggiornate dell’ACG per l’EoE
Diagnosi di EoE
L’ACG raccomanda di diagnosticare l’EoE in base ai sintomi di disfunzione esofagea e alla presenza di almeno 15 eosinofili per campo ad alta potenza in una biopsia esofagea, dopo aver escluso altre patologie non correlate all’EoE.
È raccomandato l’uso di un sistema di punteggio endoscopico sistematico (ad esempio, l’EoE Endoscopic Reference Score [EREFS]) durante ogni endoscopia per descrivere i reperti visivi. Si suggerisce di prelevare almeno sei biopsie da almeno due livelli dell’esofago per una valutazione istologica completa.
Terapia farmacologica
I trattamenti raccomandati includono inibitori di pompa protonica, steroidi topici, eliminazione dietetica empirica, un farmaco biologico e la dilatazione esofagea. La terapia alimentare è utilizzata come intervento aggiuntivo nei bambini con avversione al cibo o disfunzioni alimentari.
Gli inibitori di pompa sono consigliati con una bassa qualità di evidenza, mentre si raccomanda l’utilizzo di steroidi topici ingeriti con un’evidenza di qualità moderata. Gli esperti suggeriscono l’uso di fluticasone propionato o budesonide nei pazienti con EoE in trattamento con steroidi topici (qualità delle evidenze: bassa; forza della raccomandazione: condizionale).
Per i pazienti pediatrici (1-11 anni) e per quelli dai 12 anni in su che non rispondono agli inibitori di pompa protonica (PPI), si suggerisce l’uso di dupilumab. Dupilumab è un anticorpo monoclonale contro il recettore alfa dell’interleuchina-4 (IL-4rα), che blocca IL-4 e IL-13, citochine centrali nell’infiammazione di tipo 2. Usato per asma e dermatite atopica, è stato approvato per EoE (12+ anni, >40 kg) dopo studi clinici che hanno dimostrato miglioramenti istologici, sintomatici ed endoscopici.
Gli esperti non hanno potuto formulare una raccomandazione a favore o contro l’uso di cendakimab, benralizumab, lirentelimab, mepolizumab o reslizumab come trattamento per l’EoE mentre viene suggerito di non utilizzare omalizumab e anche di non utilizzare cromolyn e montelukast.
Inoltre, viene raccomandato il monitoraggio clinico, endoscopico e istologico per valutare la risposta al trattamento e seguire i pazienti nel tempo con terapie di mantenimento. Nella valutazione e nel monitoraggio dei pazienti con EoE, sottolineano gli esperti, è importante considerare e controllare sia gli aspetti infiammatori che quelli fibrostenotici della malattia.
Gestione pediatrica
Si suggerisce di coinvolgere un terapista dell’alimentazione e/o un dietista come intervento aggiuntivo per i bambini con disfunzioni alimentari associate all’EoE.
Avanzamenti e Prospettive Future
Nel processo di revisione delle evidenze, sono state identificate lacune di conoscenza e aree di ricerca futura. Tuttavia, negli ultimi dieci anni si sono registrati progressi significativi nella comprensione dei fattori di rischio, della storia naturale e della patogenesi dell’EoE, nonché nello sviluppo di metriche di valutazione convalidate e sistemi di classificazione della gravità della malattia.
Il dott. Evan S. Dellon e i colleghi concludono che: “Nonostante le aree che necessitano ulteriori approfondimenti, i progressi compiuti nell’ultimo decennio hanno apportato grandi benefici sia ai pazienti che ai medici, e il campo è pronto per ulteriori innovazioni negli anni a venire.”
Dellon, Evan S ACG Clinical Guideline: Diagnosis and Management of Eosinophilic Esophagitis. The American Journal of Gastroenterology 120(1):p 31-59, January 2025. | DOI: 10.14309/ajg.0000000000003194
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