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Da Moana a Schicchi: Eva Henger si confessa in un’intervista

eva henger

EVA HENGER RICCARDO SCHICCHI

Eva Henger si confessa in un’intervista: “Moana ha simulato la sua morte nel 1994, per andarsene in pace un anno dopo. Cicciolina si fece menare da mia madre in uno stanzino”

“Ovunque andassi, mi dicevano: ho visto tutti i tuoi film. Non ne avevo fatto neanche uno, ma per tutti ero una pornostar, ero già giudicata e condannata”. E quindi è scattato il contropiede mentale: “Facevo foto e spettacoli sexy, però Vedevo Moana e Ilona che guadagnavano molto più di me, per cui ho pensato: tanto vale, li faccio anche io”. Alla fine Éva Henger di film porno ne ha girati solo quattro. “Mio marito Riccardo Schicchi non voleva, ma non so che mi era preso…”. Era la sua prima vita, che racconta intervistata dal Corriere della Sera.

“Riccardo era folle, infantile. Mi diceva: vieni, andiamo a caccia di farfalle, le prendiamo e le liberiamo in casa. Faceva cavolate, anche. Una volta, in Kenya mi fece quasi arrestare: s’innamorò di due camaleonti, me li mise nello zaino. Esportarli era vietatissimo. Me ne accorsi mentre mi passavano lo zaino ai Raggi x. L’agente mi guardò malissimo, ma mi lasciò andare. Riccardo era corso via, ridendo. Lo raggiungo, gli do un calcio. Dico: sei matto. E lui: sei una bella ragazza, sapevo che non ti avrebbero fatto nulla. Era un eterno sognatore, voleva vivere in un mondo tutto farfalle, gioia, amore. E la sua era una lotta per la libertà e contro l’ipocrisia. Era un visionario che è riuscito a portare Cicciolina in Parlamento e Moana Pozzi su tutte le televisioni. Grazie a lui la morale è cambiata”.

Quante volte ha subito molestie? “Una sola, quasi comica. Il regista mi aveva già scelta e il produttore mi dà appuntamento per firmare il contratto all’ora di pranzo: l’ufficio era deserto. Mi fa sedere su un divano lurido, si gira e aveva il suo coso in mano. Ho iniziato a urlare mentre mi rincorreva. Io avanti, lui dietro. Io che urlavo: brutto bavoso, vergognati! Per fortuna, il mio autista era fuori dalla porta”.

Quante volte avete avuto grane con la polizia? “Tante. Era una caccia alle streghe. Una delle prime volte, a una manifestazione alla Fontana di Trevi contro le limitazioni agli spettacoli dal vivo, c’erano duemila persone. Io arrivo con un abito scollato solo dietro, Moana è in jeans, ma gli agenti, temendo che volessimo spogliarci, ci portano in commissariato. Arriviamo e Moana inizia a flirtare con un poliziotto. Gli fa: che segno sei? E lui: Scorpione. La guardavo e pensavo: ma che cavolo fai, siamo arrestate e chiedi l’oroscopo? Ma lei era abituata ai fermi. Quando siamo uscite, le domando: stavo per avere un attacco di panico, come fai a essere così calma? E lei: non hai capito cos’è successo. Dico: no. E Moana: domani siamo su tutti i giornali”.

Moana… “Mi piaceva. Trasmetteva tranquillità. Amavo lavorare con lei, le facevo da ragazza di contorno, lei era la star, io la starlette. E il suo pubblico era più educato di quello di altre colleghe. Non è morta il 15 settembre 1994. La sera prima, ho sentito che chiamava Riccardo e gli diceva che aveva recuperato cinque chili. Però, era terrorizzata che si sapesse del suo tumore e che la gente la vedesse sciupata. Credo che si sia data per morta anzitempo per poter morire in pace. Per il secondo anniversario della morte, chiesi a Riccardo se facevamo qualcosa per ricordarla e lui si fece scappare un: no, tanto non è questa la data. Credo sia morta un anno dopo”.

E Cicciolina? “Le facevo la spesa, cucinavo per lei, badavo al figlio. Ma ogni tanto impazziva e m’insultava. Una volta, si mise a urlare sostenendo che avevo usato un suo fondale per una foto. Un’altra, si fece menare da mia mamma. Eravamo in ufficio, litighiamo, prende il fax e lo butta per terra, poi mi lancia qualcosa, io le lancio una 24ore e la colpisco di striscio, ferendola al petto. Ci dividono, la chiudono a chiave in una stanza. Ma nella stanza c’era mia madre che, quando Ilona ha iniziato a insultare mia figlia di due anni, non si è tenuta”.

Il porno oggi: “E’ in declino perché mostra scene brutte, con brutte luci e persone brutte. Schicchi ci teneva all’estetica, a storie intriganti in cui l’atto sessuale era solo la conclusione. Ed era contrario alla violenza: ha smesso di fare il regista quando vide la scena di Rocco Siffredi che metteva la testa di un’attrice nel Wc e tirava lo sciacquone”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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