Site icon Corriere Nazionale

EU-Osha propone misure per migliorare il benessere psicologico in agricoltura

agricoltura

Una nuova relazione dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro propone misure per migliorare il benessere psicologico in agricoltura

L’agricoltura è uno degli ambiti lavorativi più pericolosi e impegnativi in Europa, con tassi elevati di stress, ansia e depressione tra chi vi si dedica. Un approfondimento con specifiche analisi statistiche dell’Eu-Osha esplora le implicazioni sulla salute mentale e le iniziative necessarie per affrontare tali problematiche. Tra le proposte: sensibilizzazione, politiche di supporto e strumenti per migliorare il benessere psicologico.

Stress e isolamento sono il vero peso della vita rurale. La metà degli agricoltori europei lavora regolarmente oltre 48 ore settimanali, spesso in aree rurali isolate. La reperibilità costante e l’assenza di momenti di riposo causano isolamento sociale e conflitti familiari, peggiorando lo stato psicologico. Come evidenziato dal rapporto, molti agricoltori subiscono elevati livelli di stress e ansia, con tassi di suicidio superiori alla media: in Francia, ad esempio, un agricoltore si toglie la vita ogni due giorni.

Fattori economici e burocratici aumentano la pressione. La precarietà economica e l’incremento degli oneri amministrativi rappresentano ulteriori fonti di stress. I piccoli agricoltori affrontano margini di profitto ridotti e la conseguente incertezza legata al futuro delle loro aziende. Secondo la relazione, la politica economica, le pressioni del mercato e l’insicurezza finanziaria sono fattori critici che influenzano la salute mentale degli operatori del settore. La necessità di rispettare normative complesse, combinata con le trasformazioni climatiche e tecnologiche, richiede investimenti finanziari e nuove competenze, aumentando il carico psicologico.

Buone pratiche per il cambiamento anche in Italia. Diversi paesi europei, tra cui il nostro, stanno implementando iniziative per migliorare le condizioni di lavoro e, in via diretta o indiretta, la salute mentale degli agricoltori. Tra gli esempi citati dallo studio vi sono linee di assistenza dedicate, programmi di sostituzione temporanea per permettere agli agricoltori di prendersi pause necessarie, progetti di formazione sulla salute mentale, piattaforme per condividere esperienze e problematiche di genere e strumenti online che offrono supporto pratico per la valutazione dei rischi e lo sviluppo di adeguate contromisure. In Italia è nata una iniziativa, Humus job, rivolta sia ai lavoratori che ai datori di lavoro, per regolarizzare l’occupazione attraverso un network di aziende agricole volto ad assumere collettivamente i lavoratori e assegnarli secondo le necessità, impiegandoli a rotazione nel corso dell’anno. Questo approccio aiuta gli agricoltori a reclutare i lavoratori in modo legale ed etico, garantendo continuità lavorativa e condizioni eque.

Prospettive future e raccomandazioni. Il rapporto sottolinea, infine, l’importanza di politiche mirate per affrontare i segnalati rischi psicosociali, come migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria nelle aree rurali e promuovere la diversificazione delle pratiche agricole. Interventi di ampio respiro e specifici investimenti nella sensibilizzazione e nella formazione rappresentano, inoltre, un passo fondamentale per ridurre i rischi per la salute mentale in questo settore.

Exit mobile version