Mieloma multiplo: un precedente trapianto autologo può ridurre la sopravvivenza libera da progressione dopo la terapia con CAR-T
La terapia a base di cellule CAR-T dirette contro l’antigene di maturazione delle cellule B (BCMA) potrebbe essere meno efficace nei pazienti con mieloma multiplo già trattati con melfalan ad alte dosi e poi sottoposti al trapianto autologo di cellule staminali, specie se la CAR-T utilizzata è idecabtagene vicleucel (ide-cel). Lo evidenziano i dati di uno studio monocentrico retrospettivo presentati all’ultimo convegno dell’American Society of Hematology (ASH), a San Diego.
Infatti, nei pazienti con mieloma multiplo trattati con CAR-T anti-BCMA la mediana della sopravvivenza libera da progressione (PFS) è risultata di quasi 10 mesi in quelli che avevano effettuato un precedente trapianto contro oltre 16 mesi in quelli non trapiantati in precedenza (P=0,011).
Tuttavia, ha riferito Joshua Gustine, del Massachusetts General Hospital di Boston, non sono state evidenziate differenze significative fra i due gruppi in termini di tassi di risposta e di sopravvivenza globale (OS).
Caratteristiche dei pazienti
I pazienti analizzati sono stati identificati in modo consecutivo tra coloro che erano stati trattati con CAR-T anti-BCMA fra il 2017 e il 2023 presso il Massachusetts General Hospital. Su un totale di 158 pazienti, 81 (51%) erano stati sottoposti in precedenza al trattamento con melfalan ad alte dosi più il trapianto autologo di cellule staminali e 77 no.
Nel gruppo dei pazienti sottoposti in precedenza al trapianto, l’età era significativamente più bassa rispetto a quello dei pazienti non trapiantati (66 anni contro 69 anni; P = 0,009), vi erano più uomini (64% contro 49%; P = 0,04), il tempo mediano dalla diagnosi era più lungo (6,9 mesi contro 4,9 mesi; P < 0,001), la probabilità di avere una citogenetica ad alto rischio era inferiore (51% contro 68%; P = 0,04) e la conta piastrinica mediana era più bassa (129 x 109/l contro 181.000 x 109/l; P < 0,001).
Riguardo al tipo di CAR-T utilizzata, i pazienti erano stati trattati con ide-cel, ciltacabtagene autoleucel (cita-cel) o anitocabtagene autoleucel (anito-cel), in percentuali simili nei due sottogruppi.
Tassi di PFS a 18 mesi significativamente inferorori
Oltre a una PFS significativamente più breve, i pazienti sottoposti al trapianto prima dell’infusione delle CAR-T hanno mostrato tassi di PFS a 18 mesi inferiori rispetto a quelli non trapiantati: 27% contro 47%. In un’ analisi multivariata, l’aver effettuato il trattamento con melfalan e il trapianto autologo è risultato associato in modo indipendente a una PFS significativamente più breve dopo la terapia con CAR-T (HR 1,69; IC al 95% 1,09-2,61; P = 0,02).
Invece, le risposte alle CAR-T non sono risultate significativamente differenti nei pazienti precedentemente trapiantati e quelli no. Infatti, i tassi di risposta complessiva sono risultati rispettivamente dell’83% e 88% (P = 0,37) e i tassi di risposta completa rispettivamente del 40% e 48% (P = 0,12).
Inoltre, l’OS mediana è risultata di 34,2 mesi nel gruppo dei pazienti trapiantati e non era stata raggiunta al momento dell’analisi in quelli non trapiantati (P = 0,43), mentre i tassi di OS a 18 mesi sono risultati rispettivamente del 49% e 58%.
Impatto maggiore con ide-cel
Quando i ricercatori hanno valutato l’impatto del precedente trapianto sulla PFS per ognuna delle diverse CAR-T, hanno trovato che il pregresso trattamento con melfalan e il successivo trapianto è risultato associato a una PFS significativamente più breve tra i pazienti trattati con ide-cel, ma non tra quelli trattati con cilta-cel o anito-cel. Tra i pazienti infusi con ide-cel, la PFS mediana è risultata, infatti, di 9,2 mesi nel sottogruppo dei trapiantati precedentemente contro 14,7 mesi in quelli non trapiantati (P = 0,015), mentre nei pazienti trattati con cilta-cel la PFS mediana è risultata rispettivamente di 10,3 mesi contro 12,1 mesi (P =0,86) e in quelli trattati con anito-cel è risultata rispettivamente di 29,3 mesi contro 34,3 mesi (P = 0,35).
«Attualmente sono in corso alcuni studi funzionali (tra cui l’immunoprofilazione) per chiarire il meccanismo alla base di questi risultati clinici, e credo che anche gli studi clinici con CAR-T anti-BCMA in prima linea (KarMM-4 e CAR TITUDE 5/6, ndr) forniranno ulteriori informazioni», ha concluso Gustine.
Bibliografia
J. Gustine, et al. Previous HDM/ASCT adversely impacts PFS with BCMA-directed CAR T-cell therapy in multiple myeloma ASH 2024; abstract 79. leggi