Giorno del Ricordo, Mattarella: “Squallida provocazione a Basovizza”


Le parole del Presidente Sergio Mattarella nel Giorno del ricordo: “Troppo a lungo ‘foiba’ e ‘infoibare’ furono sinonimi di occultamento della storia”

mattarella vajont

“Di quella stagione, contrassegnata da una lunga teoria di uccisioni, arresti, torture, saccheggi, sparizioni, le Foibe restano il simbolo più tetro. E nessuna squallida provocazione può ridurne ricordo e dura condanna“. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale durante la Celebrazione del “Giorno del Ricordo” all’indomani delle scritte che hanno vandalizzato la Foiba di Basovizza.

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“FU OCCULTAMENTO DELLA STORIA, PRESERVARE MEMORIA”

“Troppo a lungo ‘foiba’ e ‘infoibare’ furono sinonimi di occultamento della storiaLa memoria delle vittime deve essere preservata e onorata. Naturalmente – dopo tanti decenni e in condizioni storiche e politiche profondamente mutate – perderebbe il suo valore autentico se fosse asservita alla ripresa di divisioni o di rancori“. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale durante la Celebrazione del “Giorno del Ricordo”.
“Abbiamo appena ascoltato alcuni testimoni diretti di quella tragedia: Egea Haffner e Giulio Marongiu – continua Mattarella-. Dobbiamo loro affetto e riconoscenza. Nelle esemplari parole che ci hanno offerto, si coglie un forte ammonimento per la pacificazione e la riconciliazione. Ogni popolo, ogni nazione, porta con sé un carico di sofferenze e di ingiustizie subite. Apprezziamo gli sforzi, fatti dagli storici dell’una e dell’altra parte, per avvicinarsi a una memoria condivisa. Ma, ove questo non fosse facilmente conseguibile, e talvolta non lo è, dobbiamo avere la capacità di compiere gesti di attenzione, dialogo, rispetto. Dobbiamo ascoltare le storie degli altri, mettere in comune le sofferenze, e lavorare insieme per guarire le ferite del passato“.
Il capo dello Stato osserva: “Se ci si pone dalla parte delle vittime, dei defraudati, dei perseguitati, la prospettiva cambia, i rancori lasciano il posto alla condivisione, e si rende valore al percorso di reciproca comprensione”.

“FOIBE CAPITOLO TRAGICO E OSCURO”

“L’istituzione del Giorno del Ricordo, votata a larghissima maggioranza dal Parlamento italiano, ha contribuito a riconnettere alla storia italiana quel capitolo tragico e trascurato, a volte persino colpevolmente rimosso. La memoria storica è un atto di fondamentale importanza per la vita di ogni Stato, di ogni comunità. Ogni perdita, ogni sacrificio, ogni ingiustizia devono essere ricordati”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale durante la Celebrazione del “Giorno del Ricordo”.

“AGLI ESULI L’ITALIA NON DIEDE GIUSTA ACCOGLIENZA”

“Oltre a crudeli, inaccettabili casi di giustizia sommaria e di vendette contro esponenti del deposto regime fascista, la furia omicida dei comunisti jugoslavi si accanì su impiegati, intellettuali, famiglie, sacerdoti, anche su antifascisti, su compagni di ideologia, colpevoli soltanto di esigere rispetto nei confronti della identità delle proprie comunità. Di fronte al proposito del nuovo regime jugoslavo di sovranità sui territori giuliani, l’essere italiano diveniva un ostacolo, se non una colpa. Ben presto, sotto minaccia e dopo una seconda ondate di violenze, i nostri concittadini di Istria, Dalmazia, Fiume, furono messi di fronte al drammatico dilemma: assimilarsi, disconoscendo le proprie radici, la lingua, i costumi, la religione, la cultura. Oppure andare via, perdendo beni, casa, lavoro, le terre in cui erano nati. In grande maggioranza scelsero di non rinunciare alla loro italianità e, di fatto, alle libertà, di pensiero, di culto, di parola. In trecentomila – uomini, donne, anziani, bambini – radunate poche cose, presero la triste via dell’esodo. Come abbiamo ascoltato dalle intense letture tratte dal libro di Greta Sclaunich, spesso l’accoglienza in Italia non fu quella che sarebbe stato doveroso assicurare. Stenti, sistemazioni precarie, povertà, ma soprattutto diffusa indifferenza, diffidenza. Financo ostilità da parte di forze e partiti che si richiamavano, in Italia, alla stessa ideologia comunista di Tito. Non mancarono, nelle vicende tristi degli esuli, atti di forte solidarietà, di amicizia, di accoglienza da parte di molti italiani. Ma, in generale, la loro tragedia, di cui portavano intimamente le cicatrici, fu sottovalutata e, talvolta, persino, disconosciuta. Il mancato riconoscimento fu, per molti, una pena inattesa e dolorosa”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale durante la Celebrazione del “Giorno del Ricordo”.

“DAGLI ERRORI DEL PASSATO SPINTA PER CAMMINO COMUNE”

“Nel 2020, il presidente Pahor e io ci siamo recati, insieme, prima alla Foiba di Bazovizza, simbolo del calvario di tanti italiani, e poi al monumento dei giovani sloveni fucilati dal fascismo. Non per dimenticare, né per rivendicare. Ma per trarre dagli errori e dalle sofferenze del passato l’ulteriore spinta per un cammino comune. Perché le diversità non dividono, ma diventano ricchezze se si collabora e si pensa, insieme, nell’ottica di futuro comune. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale durante la Celebrazione del “Giorno del Ricordo”.
“E’ questo lo spirito – continua – in cui si muovono gli appartenenti all’Associazione degli esuli, che ringrazio per il loro impegno che coniuga, insieme, ansia di verità e volontà di concordia. E’ lo spirito che anima la preziosa attività delle associazioni delle minoranze linguistiche che, negli ultimi anni, hanno promosso in Italia, in Slovenia, in Croazia, dialoghi e incontri per riscoprire la ricchezza della storia comune. E’ lo spirito che abbiamo respirato, sabato scorso, all’inaugurazione dell’anno da capitale della cultura europea, alla quale – con un gesto di grande generosità e lungimiranza – Nova Gorica – ha voluto associare Gorizia: due città simbolo, solo pochi decenni fa, di dolorose divisioni e di innaturali separazioni”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)