Variabilità del colesterolo possibile biomarcatore di demenza per gli anziani


Studio ha rivelato che monitorare la variabilità dei lipidi potrebbe essere un metodo affidabile per predire la demenza e il declino cognitivo tra gli anziani

iperlipidemia mista colesterolo alto

Un recente studio pubblicato su “Neurology” ha rivelato che monitorare la variabilità dei lipidi potrebbe essere un metodo affidabile per predire la demenza e il declino cognitivo tra gli anziani che vivono in comunità.

La ricerca ha evidenziato che la variabilità del colesterolo totale (TC) e del colesterolo LDL (LDL-c) è associata a un declino più rapido della cognizione globale, della memoria episodica, della velocità psicomotoria e del punteggio composito. Tuttavia, l’evidenza di una correlazione tra la variabilità del colesterolo HDL (HDL-c) e dei trigliceridi con la demenza e il cambiamento cognitivo è risultata relativamente debole.

Analisi post hoc degli studi ASPREE e ASPREE-eXTension
Lo studio, condotto da Zhen Zhou, dottore di ricerca e ricercatore post-dottorato presso la Monash University di Melbourne (Australia) e colleghi, ha utilizzato i dati di due studi clinici:

  • ASPirin in Reducing Events in the Elderly (ASPREE), uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo che ha coinvolto 19.114 partecipanti di età pari o superiore a 65 anni provenienti da Australia e Stati Uniti e liberi da demenza e gravi compromissioni cognitive;
  • ASPREE-eXTension, la parte osservazionale in corso dello studio.

I partecipanti di entrambi gli studi sono stati monitorati per un massimo di 11 anni.

Valutazione annuale dei lipidi nel sangue 
L’analisi post hoc di questi studi ha incluso 9.846 individui (età mediana, 73,9 anni; 55% donne). Al basale e ai successivi follow-up annuali, i partecipanti dovevano digiunare durante la notte prima che venissero prelevati campioni di sangue per analizzare i livelli di TC, colesterolo LDL-c, HDL-c e trigliceridi.

L’endpoint primario dell’analisi era la demenza per qualsiasi causa, la cui diagnosi è stata fatta da un panel di esperti, insieme agli endpoint secondari di compromissione cognitiva senza demenza (CIND) e alterazioni in vari domini della funzione cognitiva, tra cui globale, memoria, velocità di elaborazione, fluenza verbale, nonché un punteggio composito z tratto dai risultati dell’intera batteria cognitiva dal basale alla fine del follow-up.

I ricercatori hanno diviso i risultati in due modelli separati, di cui il secondo aggiustato per età, sesso, BMI, salute e altre caratteristiche sociodemografiche.

Secondo i risultati, 509 casi di demenza incidenti e 1.760 eventi di CIND sono stati registrati durante un follow-up mediano di 5,8 e 5,4 anni.

Gli hazard ratio che confrontavano il quartile più alto con il più basso della variabilità del TC e dell’LDL-c erano 1,6 (95% CI, 1,23-2,08) e 1,48 (95% CI, 1,15-1,91) per la demenza e 1,23 (95% CI, 1,08-1,41) e 1,27 (95% CI, 1,11-1,46) per la CIND.

I pazienti del quartile più alto della variabilità del TC hanno registrato un’incidenza più elevata di demenza rispetto al più basso (casi per 1.000 anni-persona: 11,3 in Q4 vs. 7,1 in Q1), mentre il rischio di demenza nei secondi, terzi e quarti quartili è aumentato del 37%, 44% e 60%, rispettivamente, rispetto al primo quartile.

«Il nostro studio suggerisce che la variabilità del colesterolo potrebbe rappresentare un nuovo biomarcatore o fattore di rischio per identificare gli anziani a rischio di demenza, superando i valori lipidici effettivi», hanno scritto Zhou e colleghi.

Una grande opportunità per la ricerca futura
In un editoriale correlato, Erin L. Ferguson, studente di dottorato presso il dipartimento di epidemiologia e biostatistica dell’Università della California, San Francisco, e colleghi hanno dichiarato che è necessaria ulteriore ricerca per identificare i determinanti genetici della variabilità lipidica per valutare correttamente la causalità tra dislipidemia e demenza.

«Riteniamo che determinare la causalità di queste relazioni rappresenti la più grande opportunità per la ricerca futura», hanno scritto.

Bibliografia:
Zhou Z, Moran C, Murray AM, et al. Association of Year-to-Year Lipid Variability With Risk of Cognitive Decline and Dementia in Community-Dwelling Older Adults. Neurology. 2025 Feb 25;104(4):e210247. doi: 10.1212/WNL.0000000000210247. Epub 2025 Jan 29. leggi

Ferguson EL, Krauss RM, Schaefer CA. Cholesterol Variability and Dementia Risk: Finding Meaning in the Ups and Downs. Neurology. 2025 Feb 25;104(4):e213355. doi: 10.1212/WNL.0000000000213355. Epub 2025 Jan 29. leggi