Asma: steroidi inalatori a basse dosi non associati a eventi avversi


Secondo uno studio, l’impiego a breve termine di steroidi inalatori (ICS) a basse dosi non risulta essere associato ad effetti avversi

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L’impiego a breve termine di steroidi inalatori (ICS) a basse dosi non risulta essere associato ad effetti avversi. Tuttavia, dosi giornaliere moderate o elevate risultano correlate ad un aumento del rischio, anche se con bassa frequenza, di eventi cardiovascolari, embolia polmonare e polmonite. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine che ribadisce quanto sia essenziale che i medici seguano le linee guida e utilizzino la dose minima efficace di ICS nel trattamento dell’asma.

I presupposti e gli obiettivi dello studio
Gli ICS, come è noto, rappresentano un caposaldo fondamentale nel trattamento dell’asma, contribuendo significativamente a ridurre sia la morbilità che la mortalità. Mentre gli effetti avversi degli steroidi orali sono ben documentati, esistono meno dati sugli effetti collaterali degli ICS. Di qui il nuovo studio, che si è proposto di determinare il rischio di effetti avversi derivanti dall’uso a breve termine di ICS nei pazienti con asma.

Due database per l’osservazione clinica
Lo studio, avente un disegno osservazionale, è stato condotto in pazienti adulti con asma i cui dati risiedevano in due database nazionali del Regno Unito: il Clinical Practice Research Datalink Aurum e il Clinical Practice Research Datalink GOLD.
Gli eventi avversi monitorati sono stati gli eventi cardiovascolari maggiori (MACE), le aritmie, l’embolia polmonare (PE) e la polmonite, osservati nell’arco di 12 mesi.

Per ridurre i bias, sono stati utilizzati metodi di bilanciamento statistico.

Risultati principali
Su un totale di 162.202 pazienti della coorte principale, è stata documentata l’esistenza di un’associazione tra dosi giornaliere moderate o elevate di ICS e tutti gli aventi avversi monitorati.
Nello specifico, l’associazione tra dosaggio e il singolo evento avverso osservato è stata la seguente:
1) Dose moderata (201–599 μg):
MACE: rischio aumentato di 2,63 volte (IC95%: 1,66–4,15).
Aritmie: rischio aumentato di 2,21 volte (1,60–3,04).
Embolia polmonare: rischio aumentato di 2,10 volte (1,37–3,22).
Polmonite: rischio aumentato di 2,25 volte (1,77–2,85)

2) Dose elevata (≥600 μg):
MACE: rischio aumentato di 4,63 volte (2,62–8,17).
Aritmie: rischio aumentato di 2,91 volte (1,72–4,91).
Embolia polmonare: rischio aumentato di 3,32 volte (1,69–6,50).
Polmonite: rischio aumentato di 4,09 volte (2,98–5,60)

Non sono emerse, invece, associazioni significative per dosi più basse di ICS.

Punti di forza e debolezza dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno sottolineato come il disegno osservazionale rappresenti un punto di forza dello studio per la problematica affrontata. Il ricorso ad uno studio randomizzato e controllato, infatti, necessiterebbe di un campione molto elevato di pazienti, soprattutto se si vuole analizzare un effetto dose-risposta.

Al contempo, però, non sono stati nascosti alcuni limiti dello studio: ad esempio, sono stati esclusi dalla valutazione i primi sette giorni dopo la prescrizione degli ICS per evitare che i farmaci fossero prescritti in risposta a sintomi dell’evento avverso studiato. Questo ha ridotto, però, l’effetto stimato.

Non si può escludere, nonostante le metodologie rigorose impiegate, che il peggioramento dell’asma in pazienti con forme lievi abbia aumentato il rischio di ospedalizzazione per eventi cardiovascolari (MACEs), aritmie, embolie polmonari e polmonite.
Mancano informazioni sull’aderenza ai farmaci: si è presunto che chi aveva più prescrizioni di SABA (farmaci per il sollievo immediato) li usasse di più e che i pazienti seguissero correttamente il trattamento con ICS.
Non erano disponibili, inoltre, i dati sui valori della spirometria per valutare la gravità dell’asma.

In sintesi, lo studio è robusto ma presenta alcune limitazioni inevitabili che possono aver influito parzialmente sui risultati.

In conclusione
Nel complesso, i risultati dello studio sono coerenti con le attuali raccomandazioni delle linee guida di gestire l’asma alla dose minima efficace di ICS e sottolineano il vantaggio di ridurre gli ICS ad alto dosaggio, anche nei pazienti con asma grave trattati con farmaci biologici.

Bibliografia
Bloom CI et al. Association of Dose of Inhaled Corticosteroids and Frequency of Adverse Events. Am J Respir Crit Care Med. 2024 Aug 1. doi: 10.1164/rccm.202402-0368OC. Epub ahead of print. PMID: 39088770.
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