Scompenso cardiaco: nuova analisi di FINEARTS-HF riafferma i benefici di finerenone


Scompenso cardiaco: una nuova analisi dello studio FINEARTS-HF riafferma i benefici della terapia con finerenone

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Una nuova analisi dello studio FINEARTS-HF, pubblicata nel “Journal of the American College of Cardiology”, dimostra che i pazienti con scompenso cardiaco trattati con finerenone beneficiano di una significativa riduzione del rischio di eventi cardiovascolari negativi, nonostante un temporaneo declino iniziale della funzione renale. Questo declino, tuttavia, non dovrebbe essere interpretato come un segnale per interrompere il trattamento con questo efficace antagonista dei recettori dei mineralcorticoidi non steroidei (MRA).

I punti chiave dello studio

  1. Declino precoce della funzione renale: I pazienti trattati con placebo che presentavano un calo della funzione renale dopo un mese avevano un rischio più elevato di mortalità cardiovascolare e scompenso cardiaco. Al contrario, questa associazione non era presente o era meno marcata nei pazienti trattati con finerenone.
  2. Benefici del finerenone: Nonostante l’iniziale calo della funzione renale, i pazienti trattati con finerenone presentavano benefici a lungo termine, con un miglioramento degli esiti clinici rispetto ai pazienti trattati con placebo.
  3. Interpretazione dei dati di laboratorio: vari specialisti hanno sottolineato come sia importante interpretare i cambiamenti della creatinina e della velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) nel contesto clinico, senza interrompere automaticamente terapie potenzialmente salvavita, mantenendole nonostante i cambiamenti iniziali della funzione renale.

Dettagli sul processo di ricerca e sulle evidenze emerse
I pazienti con scompenso cardiaco e frazione di eiezione ridotta (HFrEF) trattati con MRA hanno dimostrato miglioramenti negli esiti clinici.

Nello specifico, lo studio FINEARTS-HF ha evidenziato che finerenone riduce il rischio di peggioramento degli eventi di scompenso cardiaco e mortalità cardiovascolare in un campione di 6.001 pazienti con frazione di eiezione moderatamente ridotta o preservata (HFmrEF/HFpEF), beneficio guidato principalmente da una riduzione del rischio di peggioramento degli eventi di scompenso cardiaco.

Nel complesso, una riduzione dell’eGFR dopo un mese si è verificata nel 23,0% dei pazienti trattati con finerenone rispetto al 13,4% di quelli trattati con placebo. Riduzioni dell’eGFR superiori al 30% erano più frequenti nei pazienti trattati con finerenone (4,9% vs 2,0%), così come lo erano gli aumenti di creatinina sierica. Tuttavia, questi cambiamenti non influivano negativamente sugli esiti a lungo termine.

Un’analisi dettagliata ha mostrato che un declino precoce dell’eGFR era associato a un rischio maggiore di mortalità cardiovascolare o eventi di scompenso cardiaco nei pazienti trattati con placebo, ma non in quelli trattati con finerenone.

Il ricercatore principale, Shingo Matsumoto, dell’Università di Glasgow (Scozia), ha dichiarato: «I risultati del nostro studio confermano che il finerenone può essere somministrato con sicurezza, anche in presenza di un temporaneo declino iniziale della funzione renale».

In un editoriale, Kevin Damman, dell’Università Medica di Groningen (Paesi Bassi), sottolinea l’importanza di monitorare la funzione renale dopo l’inizio della terapia con MRA non steroidei per il rischio di un sostanziale declino dell’eGFR e di iperpotassiemia. Misurare la funzione renale permette ai medici di ottimizzare la terapia con MRA, che spesso è possibile attuare.

I messaggi-chiave

  • Questi risultati suggeriscono che finerenone apporta benefici significativi nei pazienti con scompenso cardiaco, anche in presenza di un declino iniziale della funzione renale.
  • È essenziale che i medici interpretino i cambiamenti dei parametri di laboratorio nel contesto clinico, evitando reazioni eccessive che potrebbero portare all’interruzione di terapie potenzialmente salvavita.

Bibliografia
Matsumoto S, Henderson AD, Shen L, et al. Mineralocorticoid Receptor Antagonists in Patients With Heart Failure and Impaired Renal Function. J Am Coll Cardiol. 2024 Jun 18;83(24):2426-2436. doi: 10.1016/j.jacc.2024.03.426. leggi

Damman K. When Kidney Function Declines But Therapy Still Works: The Case for Nonsteroidal MRA Therapy in Heart Failure. J Am Coll Cardiol. 2025 Jan 21;85(2):186-189. doi: 10.1016/j.jacc.2024.12.002. leggi