Gli anestesisti italiani chiariscono l’importanza del fentanyl per uso terapeutico


Fentanyl, gli anestesisti italiani chiariscono l’importanza del suo uso terapeutico. Luci ed ombre di un oppioide molto potente

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La Società italiana degli anestesisti, rianimatori e terapisti del dolore (SIAARTI) con un comunicato stampa chiarisce l’importante ruolo terapeutico del fentanyl. Il suo utilizzo nella terapia del dolore va nettamente distinto dall’uso improprio come sostanza d’abuso.

I giusti chiarimenti
Nei giorni scorsi molti giornali hanno riportato la notizia dell’operazione al cuore del coreografo e ballerino Luca Tommassini per la ricostruzione della valvola mitrale e soprattutto le sue affermazioni riguardo al fentanyl che gli era stato offerto per lenire il dolore acuto post-intervento. Tommassini si è opposto ai medici e ha definito questo oppioide come “la droga peggiore perché è legale”.
Sono affermazioni molto forti e che declinate da un personaggio famoso e diffuse attraverso giornali, siti web e social network possono scatenare polemiche, disinformazione e timori infondati.
Il commento di Tommassini deriva dalla sua esperienza personale considerato anche il commento rilasciato al Corriere della Sera ‘Non datemelo, ho sepolto troppi amici per il Fentanyl. Io stesso ne sono dovuto uscire, dopo un’operazione che mi fecero a Los Angeles. Ne diventi subito dipendente”.

A seguito di questi commenti la Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) ha ritenuto necessario intervenire per fare chiarezza e offrire un’informazione corretta e scientificamente fondata soprattutto verso i pazienti trattati con questo oppioide, che svolge un ruolo terapeutico fondamentale nella gestione del dolore.

Fentanyl: uso terapeutico
Il fentanyl, se utilizzato secondo rigorosi protocolli clinici e sotto la supervisione di professionisti sanitari esperti, rappresenta uno strumento terapeutico essenziale per il controllo del dolore acuto e cronico. “La narrazione generalizzante e allarmistica su un farmaco come il fentanyl può scoraggiare i pazienti dall’accedere a terapie efficaci e salvavita,” sottolinea la Prof.ssa Elena Bignami, Presidente di SIAARTI.

“È fondamentale ribadire che esiste una netta distinzione tra l’uso terapeutico regolamentato, che permette una gestione sicura del dolore migliorando significativamente la qualità della vita dei pazienti, e l’abuso illegale della sostanza, che rappresenta un problema sociale di rilevanza globale,” continua.

“Demonizzare una molecola utilizzata quotidianamente in ambito clinico porta a stigmatizzare il trattamento del dolore, con il rischio di compromettere la qualità della vita di molti pazienti che necessitano di queste terapie,” aggiunge la Prof.ssa Silvia Natoli, Responsabile dell’Area Culturale Dolore e Cure Palliative di SIAARTI. “Il fentanyl, quando utilizzato secondo protocolli rigorosi e sotto la supervisione di professionisti qualificati, rappresenta uno strumento terapeutico irrinunciabile. Il fentanyl di cui parla Tommassini non deriva neppure dal mondo sanitario e si tratta di una sintesi illegale e pericolosa della molecola in laboratori clandestini che, come tali, non garantiscono gli standard qualitativi e controllati della produzione del farmaco, risultando pertanto ancora più pericolosi perché impuri e a rischio di sovradosaggio.”

Tra l’altro il fentanyl è disponibile esclusivamente attraverso percorsi ospedalieri o terapeutici ed è distribuito unicamente su prescrizione medica nelle farmacie ospedaliere o territoriali, sotto rigoroso controllo medico. Tuttavia, accanto al mercato legale, si è sviluppato un fiorente mercato illegale di fentanyl. Le principali piattaforme di distribuzione sono il dark web e il deep web, che sfruttano sofisticati meccanismi di occultamento per eludere le autorità.

Fentanyl, l’uso improprio e gli effetti devastanti
Il fentanyl viene purtroppo utilizzato anche in modo improprio ed illegale ed è la causa di tanti decessi soprattutto in America (tra la fine degli anni novanta e il 2022 ha provocato quasi un milione di overdose letali, una vera e propria strage). Il fentanyl ed altri oppioidi di origine sintetica sono comparsi oramai da diversi anni sul mercato nero. La potenza del fentanil è elevatissima, da 50 a 100 volte più potente della morfina e da 30 a 50 volte più potente dell’eroina.

Tale sostanza, prodotta illegalmente, è disponibile sul mercato in diverse forme, comprese quelle liquide e in polvere ed è chiamato in diversi modi: “la droga degli zombie” perché può trasformare chi lo assume in “un morto che cammina”; “Dragon’s Breath”, “White Girl”, “Dance Fever”, “Tango & Cash,” “Persiano bianco” o “trip di carta”.
Per mettere in guardia contro questo uso improprio, che ribadiamo è molto distante da quello terapeutico e controllato che viene fatto nei confronti del dolore acuto post operatorio o cronico grave e soprattutto da cancro, il Dipartimento delle Politiche antidroga del Ministero della Salute italiano ha emesso lo scorso anno il “Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl e di altri oppioidi sintetici”.

Come riporta questo documento, “oltre al fentanyl, sono presenti sia dei suoi derivati utilizzati come anestetici e analgesici in medicina umana (alfentanyl, sufentanyl, remifentanyl) e veterinaria (carfentanyl), sia dei suoi derivati non approvati per uso medico e veterinario e venduti illegalmente nel mercato clandestino. Questi analoghi, spesso più potenti del fentanyl stesso, hanno causato numerosi decessi e intossicazioni in Europa.

Due di questi derivati illegali, il furanilfentanyl e ocfentanyl sono stati causa di decessi nel territorio nazionale. Il fentanyl (e i suoi derivati) causa nell’uomo effetti di tipo oppiaceo che includono sedazione, sonnolenza, confusione mentale, miosi, nausea, vomito, costipazione, vertigini, fino ai sintomi pericolosi per la vita quali rapida depressione respiratoria, incoscienza, coma e morte”.
Nell’intossicazione acuta da fentanyl, la respirazione rallenta fino ad arrestarsi, causando una drastica riduzione dell’ossigeno disponibile per il cervello (ipossia), con conseguenti danni cerebrali acuti, sedazione profonda, coma e, infine, morte.

Distinguere tra uso terapeutico e uso improprio
La precisazione da parte della SIAARTI è quindi doverosa per una corretta informazione. Il fentanyl se usato correttamente e a scopo terapeutico, quindi sotto stretto controllo medico, proprio per la sua grande potenza e facilità di utilizzo, è oggi fondamentale nel trattamento del dolore severo, in particolare del dolore cronico associato a patologie oncologiche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha inserito nella lista dei farmaci essenziali per la gestione del dolore nei pazienti con tumore in stadio avanzato. Inoltre, grazie ai suoi potenti effetti sedativi, è anche usato nella clinica nell’induzione dell’anestesia.

La crescente diffusione di informazioni fuorvianti evidenzia l’importanza di un approccio strutturato alla comunicazione sanitaria, affinché le informazioni divulgate siano accurate e basate su evidenze scientifiche.

“È essenziale – afferma Silvia De Rosa, Responsabile del Comitato di Comunicazione di SIAARTI – che giornalisti, influencer e personaggi pubblici si avvalgano della consulenza di esperti prima di trattare argomenti così delicati. Una corretta informazione si costruisce attraverso il dialogo con i pazienti, la collaborazione con i media e una continua attività di sensibilizzazione nelle scuole e nei luoghi di aggregazione, affinché si diffonda una cultura della salute fondata su dati affidabili e verificati.”

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