Rischio polmonite associata al ventilatore ridotto con uso di ARB e ACE-inibitori


Il rischio di polmonite associata al ventilatore nei pazienti sottoposti a ventilazione meccanica nell’unità di terapia intensiva è ridotto tra chi usa ARB e ACE-inibitori

amikacina polmoniti comunitarie virus respiratorio sinciziale

Il rischio di polmonite associata al ventilatore (VAP) nei pazienti sottoposti a ventilazione meccanica (MV) nell’unità di Terapia intensiva (ICU) è ridotto tra i pazienti che utilizzano gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACEi) e i bloccanti del recettore dell’angiotensina (ARB). Questi solo alcuni dei risultati di uno studio pubblicato recentemente su BMC Pulmonary Medicine.

Razionale e obiettivi dello studio
La polmonite associata al ventilatore (VAP) rappresenta un’ infezione nosocomiale di frequente riscontro in Terapia intensiva, con gravi conseguenze su degenza, costi e mortalità. Gli ACEI e ARB sono farmaci noti per il trattamento dell’ipertensione; tuttavia, oltre a ridurre la pressione arteriosa, queste 2 classi di farmaci si sono dimostrate in grado, in alcuni studi, di migliorare anche gli outcome a breve termine nei pazienti ospedalizzati e in Terapia intensiva.

Nello specifico, è stato già dimostrato che l’impiego di ACEI e ARB risulta essere associato ad un rischio ridotto di polmonite acquisita in comunità (CAP) e  di ospedalizzazione. Non solo: in pazienti con BPCO, l’impiego di ARB, rispetto agli ACEi, è stato associato ad un rischio minore di polmonite e di polmonite grave.

Tra i possibili meccanismi che sono stati ipotizzati per spiegare quanto osservato vi sono la modulazione delle risposte immunitarie e la riduzione del danno polmonare, con una diminuzione della produzione di citochine pro-infiammatorie.
Nonostante i benefici riconosciuti degli ACEI e ARB, gli studi sul loro impatto sul rischio di sviluppare VAP sono limitati. Pertanto, con il nuovo studio, i ricercatori si sono proposti l’obiettivo di indagare l’associazione tra l’impiego di ACEI o ARB e il rischio di VAP nei pazienti sottoposti a ventilazione meccanica in Terapia intensiva, fornendo indicazioni per la gestione clinica e spunti per la messa a punto di nuovi studi.

Disegno dello studio
Lo studio, avente un disegno retrospettivo di coorte, ha utilizzato i dati del database Medical Information Mart for Intensive Care IV dal 2008 al 2019. I partecipanti allo studio erano adulti sottoposti a MV continua per più di 48 ore e con dati disponibili sull’uso di ACEI o ARB al momento del ricovero. Sono stati utilizzati modelli di regressione logistica univariata e multivariabile per valutare l’associazione tra l’uso di ACEI o ARB e il rischio di VAP.
La coorte comprendeva 8888 pazienti (età media: 65 anni; 44% donne), di cui 897 (10,09%) con VAP.

Tra i pazienti che erano stati sottoposti a trattamento con ACEI o ARB, 800 dei 7486 pazienti (10,69%) sono andati incontro a VAP.  Tra i pazienti trattati con ACEI o ARB, invece, 97 dei 1402 pazienti (6,92%) hanno sviluppato VAP. La durata mediana della ventilazione è stata di 70,05 ore.

Risultati principali
Il Modello 1 ha mostrato un rischio significativamente ridotto di VAP nei pazienti che utilizzavano ACEI o ARB rispetto a quelli che non li utilizzavano (odds ratio [OR]: 0,62; IC95%: 0,50-0,77; P <0,001). Dopo aggiustamento dei dati per la presenza di fattori confondenti, è emerso che l’impiego di ACEI o ARB rimaneva associato ad un rischio ridotto di VAP (OR: 0,79; IC95%: 0,62-0,99; P =0,047). I risultati sono stati coerenti anche dopo il matching dei dati basato sul propensity score.

L’impiego di ACEI/ARB è risultato associato ad un rischio più basso di VAP nei pazienti con insufficienza renale acuta (OR: 0,7; IC95%: 0,52-0,94; P =0,02), insufficienza renale cronica (OR: 0,14; IC95%: 0,02-0,84; P =0,032), diabete (OR:0,64; IC95%: 0,43-0,94; P =0,024), nei pazienti che utilizzavano vasopressori (OR: 0,67; IC95%: 0,49-0,92; P =0,012) e in quelli trattati con antibiotici (OR: 0,74; IC95%: 0,57-0,96; P =0,021).

Non è stata rilevata l’esistenza di differenze statistiche relativamente al rischio di VAP tra i pazienti che utilizzavano ACEI rispetto a quelli che utilizzavano ARB (OR: 0,84; IC95%: 0,49-1,47; P =0,547).

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati dello studio, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici, quali il disegno retrospettivo e l’impiego dei dati provenienti da un singolo centro medico. Inoltre, non è stata incluso nell’analisi l’impiego di farmaci prima del ricovero, il che rende difficile distinguere tra i pazienti a cui erano stati prescritti nuovi ACEI o ARB e quelli che già li assumevano prima del ricovero in Terapia intensiva.

Ciò detto, nel complesso “…i risultati di questo studio suggeriscono l’esistenza di un’importante associazione tra l’impiego di ACEI o ARB e una ridotta incidenza di VAP, in particolare tra i pazienti con comorbilità specifiche e quelli in terapia con vasopressori e antibiotici,” hanno concluso gli autori dello studio. Lo studio evidenzia “i potenziali benefici degli ACEI e degli ARB nella prevenzione della VAP” e “l’importanza di considerare questi farmaci nel piano di trattamento complessivo,” hanno aggiunto i ricercatori.

Bibliografia
Cai H et al. The association between the use of angiotensin-converting enzyme inhibitors/angiotensin receptor blockers and the development of ventilator-associated pneumonia in the intensive care unit: a retrospective cohort study. BMC Pulm Med. 2024;24(1):578. doi:10.1186/s12890-024-03386-y
Leggi