A Riad il vertice Usa-Russia sull’Ucraina, senza rappresentati di Kiev


A Riad il vertice Usa-Russia sull’Ucraina, senza Kiev. Negoziatori americani e russi al tavolo: “Per un incontro Trump-Putin è ancora presto”

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Un grande tavolo rettangolare: a destra la delegazione russa, guidata dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov, a sinistra quella americana, capeggiata dal segretario di Stato Marco Rubio: questa l’immagine pubblicata dall’agenzia di stampa moscovita Novosti dei negoziati a Riad sull’Ucraina.

Al termine dei colloqui il consigliere capo della politica estera russa, Yuri Ushakov, ha affermato che “è andato tutto bene” e che si è trattato di “una conversazione seria su tutte le questioni”. Lo riportano Interfax e Tass, riprese dalla Reuters.

Ushakov ha anche affermato che le due parti hanno concordato che i negoziatori hanno discusso brevemente le condizioni necessarie per un vertice Putin-Trump, anche se ha sottolineato che è improbabile che si svolga la prossima settimana.

Secondo Ushakov, i veri negoziati inizieranno “a tempo debito”, e la decisione di avviare contatti con gli Stati Uniti sull’Ucraina spetterà in ultima analisi a Putin: “Siamo pronti, ma è ancora difficile parlare di una data specifica per l’incontro dei due leader”.

La portavoce del Dipartimento di Stato americano Tammy Bruce ha affermato che le delegazioni hanno concordato di “affrontare gli elementi irritanti nelle nostre relazioni bilaterali con l’obiettivo di adottare le misure necessarie per normalizzare il funzionamento delle nostre rispettive missioni diplomatiche”, e di “nominare team di alto livello per i colloqui sull’Ucraina , lavorando su un percorso per porre fine al conflitto in Ucraina il prima possibile in un modo che sia duraturo, sostenibile e accettabile per tutte le parti”.

Stati Uniti e Russia inizieranno anche a considerare “la futura cooperazione su questioni di reciproco interesse geopolitico e sulle opportunità storiche economiche e di investimento che emergeranno da una conclusione positiva del conflitto in Ucraina”, ha aggiunto.

Ma per quanto riguarda le tempistiche, “una telefonata seguita da un incontro non è sufficiente per stabilire una pace duratura”, e quindi è solo l’inizio del processo.

Nella nota si legge che “il presidente Trump vuole fermare le uccisioni; gli Stati Uniti vogliono la pace e stanno usando la loro forza nel mondo per unire i paesi. Il presidente Trump è l’unico leader al mondo che può convincere l’Ucraina e la Russia ad accettare”.

“E’ una buona cosa che Regno Unito, Francia e altri stiamo parlando di contribuire con più forza alla sicurezza dell’Ucraina”, dice Michael Waltz, consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti ribadendo la richiesta di “una garanzia di sicurezza a guida europea”.

Per la Russia, oltre a Lavrov, ha partecipato il consigliere presidenziale Jurij Ushakov. Di fronte a loro tre negoziatori americani: Rubio, il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e l’inviato speciale per il Medio Oriente Steven Witkoff.

L’incontro si è tenuto a Diriyah, uno dei palazzi della famiglia reale dell’Arabia Saudita, all’interno del complesso di Al-Basatin. In agenda oltre al conflitto in Ucraina, la ripresa di rapporti bilaterali e anche la creazione di nuove opportunità economiche dopo anni di scontro e sanzioni.

Al tavolo non c’erano emissari dell’Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky oggi è in Turchia, dove incontrerà il suo omologo Recep Tayyip Erdogan, dopo aver fatto tappa ieri negli Emirati Arabi Uniti.

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MOSCA: “KIEV HA DIRITTO DI ADERIRE A UE, PROBLEMA È NATO”

La Russia riconosce il “diritto sovrano” dell’Ucraina di aderire all’Unione Europea ma non alla Nato, che è “un’alleanza militare” e ha dunque implicazioni legata alla “sicurezza” di Mosca: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov.

Le dichiarazioni del responsabile sono state rilanciate dai media locali. Secondo Peskov, “l’adesione dell’Ucraina all’Ue ha a che fare con un diritto sovrano di ogni Paese”. Il portavoce ha aggiunto: “Nessuno ha il diritto di imporre la propria volontà a un altro Paese“. Secondo Peskov, invece, “è completamente diverso quando si tratta di questioni di sicurezza e alleanze militari”. Il portavoce ha concluso: “Il nostro approccio, in questo caso, è differente ed è noto”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)