Trump fa causa al giudice che vuole arrestare Bolsonaro


Il Trump Media Group ha avviato un’azione legale contro il giudice della Corte Suprema brasiliana, dopo che lo stesso giudice aveva incriminato l’ex Presidente del Brasile Bolsonaro

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Il tempismo è assai sospetto. Il Trump Media & Technology Group, di cui Donald Trump detiene la maggioranza e gestisce il suo Truth Social, ha avviato un’azione legale contro un giudice della Corte Suprema brasiliana, poche ore dopo che lo stesso giudice aveva incriminato Jair Bolsonaro, l’ex presidente del Brasile e suo storico alleato.

La società media di Trump ha intentato la causa contro il giudice Alexandre de Moraes presso una corte federale in Florida, accusandolo di censurare illegalmente le voci di destra sui social. A sostegno dell’azione legale c’è anche Rumble, piattaforma video che, come Truth Social, si propone come “baluardo della libertà di espressione”.

L’iniziativa ha tutte le sembianze di un tentativo da parte di Trump di proteggere in qualche modo Bolsonaro, che è tra le altre cose accusato per aver cercato di ribaltare il risultato elettorale in Brasile e di aver partecipato all’organizzazione di un golpe che prevedeva anche l’omicidio proprio di de Moraes.

Curiosamente, solo un mese fa, Bolsonaro aveva esplicitamente sollecitato Trump a intervenire contro Moraes in un’intervista al New York Times. All’epoca, però, non era chiaro in che modo l’ex presidente americano potesse avere un impatto sulla situazione politica brasiliana.

Secondo la denuncia, il giudice Moraes avrebbe limitato il dibattito politico negli Stati Uniti, violando il Primo Emendamento, imponendo a Rumble di eliminare gli account di alcuni sostenitori di Bolsonaro. L’argomentazione delle aziende è che questi ordini avrebbero effetto anche sulla visibilità di quei contenuti negli USA, entrando così in conflitto con le leggi americane. Pur non essendo direttamente coinvolta nelle restrizioni imposte dal giudice, la società di Trump sostiene di essere danneggiata dalle ripercussioni sulle operazioni di Rumble.

Da parte sua, Moraes giustifica le proprie decisioni come necessarie per proteggere il Brasile da attacchi alla democrazia da parte di Bolsonaro e dei suoi seguaci. Il magistrato ha già adottato misure drastiche: arresti di alleati dell’ex presidente, sequestro del suo passaporto e la sospensione di centinaia di account social. In passato, ha avuto anche uno scontro con Elon Musk, riuscendo a far bloccare X in Brasile fino a quando il miliardario non ha ceduto alle sue richieste.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)