Alla Galleria SACCA di Modica il vernissage della mostra “L’Io, Noi e i Luoghi” con le opere di Marilina Marchica e Gabriele Salvo Buzzanca
Sabato 22 febbraio alle ore 18 è in programma alla Galleria SACCA di Modica il vernissage della mostra “L’Io, Noi e i Luoghi”. Il progetto punta l’attenzione sui rapporti che intercorrono fra l’uomo e l’ambiente circostante sia in un’ottica intima e personale (l’Io) che di comunità e collettiva (Noi).
I luoghi (o paesaggi) che abitiamo e di cui ci “nutriamo” influenzano e forgiano le nostre personalità e identità. Sono portatori di valori e significati ad essi associati che entrano in relazione con la nostra sfera personale.
Due gli artisti coinvolti che con le loro opere ne forniscono delle chiavi di lettura: Marilina Marchica (Agrigento, 1984) e Gabriele Salvo Buzzanca (Barcellona Pozzo di Gotto, ME – Venezia, 1986).
Il progetto, curato da Giovanni Scucces, è stato presentato recentemente a Roma Arte in Nuvola. Dato l’interesse riscosso in fiera, la galleria ha voluto inserire in programmazione una mostra basata su quel nucleo di opere e integrarlo con alcune novità.
Citando l’art. 131 del Codice dei beni culturali “il paesaggio è il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni”.
Il paesaggio, quindi, è il frutto della relazione dinamica fra uomo e territorio. È il risultato delle diverse sedimentazioni susseguitesi nel corso del tempo. Pertanto, esso è in continua trasformazione. Si tratta di un processo che, a seconda dei casi, può essere estremamente lento o veloce rispecchiando i cambiamenti che avvengono nelle società di ogni tempo e di conseguenza anche nell’uomo.
Ad esempio, la globalizzazione e l’omologazione caratterizzanti la nostra epoca incidono inevitabilmente anche sul paesaggio. Nascono, ad esempio, i “non luoghi” (1992, Marc Augé), spazi anonimi e privi di identità. E tutto ciò non può che ripercuotersi anche sulle nostre esistenze.
Lo possiamo ravvisare di fronte ai personaggi provati di Buzzanca, immersi in ambienti anonimi, o dinnanzi ai suoi paesaggi artefatti. Ma anche nel processo inverso portato avanti dalla Marchica attraverso la ricerca e il recupero delle identità dei luoghi e al forte potere evocativo dei suoi sintetici “landscapes”.
Gli artisti divengono interpreti dei cambiamenti. Con le loro opere pregne di significati, si fanno portavoce del nostro tempo, con le nostre paure, speranze e stati d’animo.