Rob Michael, CEO di AbbVie, ha presentato una panoramica dettagliata delle performance attuali dell’azienda e delle strategie di crescita futura
Durante la 43ª edizione della J.P. Morgan Healthcare Conference, Rob Michael, CEO di AbbVie, ha presentato una panoramica dettagliata delle performance attuali dell’azienda e delle strategie di crescita futura. Il suo intervento ha sottolineato la solidità della piattaforma di crescita e le ambizioni per un’espansione sostenibile nei prossimi otto anni.
Michael ha aperto il suo intervento esprimendo grande soddisfazione per i risultati aziendali, evidenziando come AbbVie abbia superato le previsioni del terzo trimestre con un incremento di 1,8 miliardi di dollari nelle entrate, ben oltre le aspettative. “La nostra piattaforma di crescita è stata straordinaria,” ha affermato “e la crescita ci sarà per almeno i prossimi 8 anni. Il mio obiettivo è anche quello di far crescere la pipeline, in modo da darvi maggiore e profondità e poter guidare la crescita nel periodo successivo.”
Questa piattaforma si basa su cinque aree terapeutiche chiave: immunologia, oncologia, neuroscienze, medicina estetica e cura dell’occhio, rappresentando oltre l’80% delle entrate dell’azienda. Michael ha sottolineato che per il 2024 si prevede una crescita del 17% in queste aree, contribuendo a un incremento complessivo dell’azienda di quasi il 4%, nonostante il calo delle vendite di Humira (adalimumab) dovuto agli effetti della sua genericazione.
L’espansione del portafoglio di ricerca e sviluppo è un pilastro centrale della strategia di AbbVie. Nel 2024, l’azienda ha firmato circa 20 accordi, principalmente focalizzati su opportunità in fase iniziale in immunologia, oncologia e neuroscienze. Particolare attenzione è stata data a nuovi meccanismi per terapie che combinino Skyrizi (risankizumab) e Rinvoq (upadacitinib), considerati essenziali per elevare gli standard di cura nell’immunologia, con farmaci dotati di altri meccanismi di azione
Focus sull’immunologia
Michael ha evidenziato come Skyrizi e Rinvoq abbiano registrato una crescita del 40-50% annuo, con particolare slancio nelle indicazioni per le malattie infiammatorie intestinali (IBD). “Abbiamo osservato una straordinaria acquisizione di quote di mercato, specialmente per la malattia di Crohn,” ha dichiarato, spiegando che i due farmaci insieme hanno raggiunto oltre il 50% della quota di mercato.
Ora con Skyrizi presente anche nel mercato del Crohn, che da solo rappresenta i 2/3 del mercato complessivo delle IBD, il farmaco ha un tasso di acquisizione del 35% circa. Si tratta di nuovi pazienti o di pazienti che cambiano terapia.
Più di recente, Skyrizi è stato lanciato anche nella colite ulcerosa diventando in pochi mesi il marchio leader in nel settore delle UC. L’azienda è impegnata su entrambe le indicazioni, UC e Crohn, sia con Skyrizi che con Rinvoq. In termini di significato, il tasso di cattura da altre terapie è molto importante perché è l’indicatore principale della direzione che prenderà la domanda dei due farmaci nel tempo.
Qualche giorno dopo la presentazione alla JP Morgan conference e in occasione della pubblicazione dei risultati finali del 2024, il gigante farmaceutico ha aumentato le previsioni di vendita di Skyrizi e Rinvoq, i farmaci successivi a Humira, per il 2027, portandole a 31 miliardi di dollari. Si tratta di un aumento di 4 miliardi di dollari rispetto alle precedenti previsioni dell’azienda per il duo immunologico.
L’aumento delle proiezioni è dovuto alla crescente “acquisizione di quote”. Skyrizi detiene ora il 40% della quota totale di prescrizione del mercato dei biologici per la psoriasi.
Dei 4 miliardi di dollari di incremento delle previsioni, 2 miliardi di dollari sono stati aggiunti alla stima di Skyrizi nella malattia infiammatoria intestinale (IBD) e 500 milioni di dollari sono stati aggiunti a quella di Rinvoq nella stessa indicazione.
Nel quarto trimestre del 2024, i ricavi netti di Humira sono crollati di circa il 49% a 1,7 miliardi di dollari, posizionando il farmaco dietro a Skyrizi (3,8 miliardi di dollari, +57,7%) – che aveva già usurpato la corona delle vendite nel trimestre precedente – e Rinvoq (1,8 miliardi di dollari, +46,2%). Complessivamente, nel quarto trimestre il portafoglio immunologico ha generato 7,3 miliardi di dollari, con un aumento del 4,9% rispetto al quarto trimestre del 2023.
Oncologia: progetti futuri e terapie innovative
In ambito oncologico, Michael ha evidenziato il potenziale sottovalutato del portafoglio di AbbVie. “La nostra piattaforma di coniugati anticorpo-farmaco (ADC) e i bispecifici, come il 383 per il mieloma multiplo, sono molto promettenti,” ha affermato, ribadendo l’impegno aziendale nell’esplorazione di piattaforme innovative come trispecifici, multispecifici e T-cell engagers.
Teliso-V, noto anche come telisotuzumab vedotin, è un coniugato anticorpo-farmaco (ADC) in fase di sperimentazione sviluppato da AbbVie. È stato progettato per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) con sovraespressione della proteina c-Met. Lo scorso mese di settembre, AbbVie ha presentato alla Fda una richiesta di licenza biologica (BLA) per l’approvazione accelerata, sulla base dei risultati promettenti dello studio di Fase 2 LUMINOSITY1.
Questo ADC ha già un seguito chiamato ABBV-400, che è stato appena menzionato. Noto anche come telisotuzumab adizutecan, è un coniugato anticorpo-farmaco (ADC) progettato per colpire le cellule tumorali. ABBV-400 è costituito da un anticorpo monoclonale che mira specificamente alla proteina c-Met (recettore del fattore di crescita epatocitario), sovraespressa o mutata in molti tipi di cellule tumorali.
Una volta somministrato, l’anticorpo si lega alla proteina c-Met sulla superficie delle cellule tumorali. Il complesso viene quindi internalizzato dalla cellula tumorale. All’interno della cellula viene rilasciato il carico citotossico (un inibitore della topoisomerasi 1 chiamato adizutecan). L’inibitore della topoisomerasi 1 interferisce con la replicazione del DNA, portando alla morte della cellula.
I primi dati sono simili a quelli relativi alla popolazione di pazienti con Teliso-V, ma l’efficacia è già sostanzialmente superiore a quest’ultimo. Negli studi si è vista quasi raddoppiare la popolazione di pazienti a cui è possibile accedere, e questo in pazienti EGFR wild type.
Quest’anno saranno disponibili anche i dati relativi alla popolazione mutante. E se tutti questi dati reggeranno, si vedrà l’inizio dell’ottimizzazione della dose nei piani di Fase III. Il farmaco viene studiato anche nell’adenocarcinoma gastroesofageo, con un trial che ha preso il via con 400 pazienti.
AbbVie intende lavorare anche con un approccio tumore-agnostico nell’amplificazione di MET.
Questo non è dissimile da ciò che l’azienda sta facendo con Elahere (Mirvetuximab soravtansine,), che è in Fase III per il cancro ovarico sensibile al platino, una indicazione che ha un potenzxiale doppio rispetto a quella dei pazienti resistenti al platino in cui il farmaco è attualmente approvato con dati di sopravvivenza globale molto positivi.
L’azienda ha anche un altro ADC, l’asset ImmunoGen 151. Si tratta di un coniugato anticorpo-farmaco (ADC) di nuova generazione sviluppato da ImmunoGen. Ha come bersaglio il recettore dei folati alfa (FRα) e viene studiato principalmente per il trattamento del cancro ovarico. Il farmaco è progettato per veicolare un potente agente citotossico direttamente alle cellule tumorali, riducendo al minimo i danni alle cellule sane.
Quest’anno inizierà la lettura e inizieremo a sarà possibile farsi un’idea dell’ottimizzazione della dose in combinazione con platino, bevacizumab e inibitori PARP.
Abbiamo una parte di questa piattaforma, un altro ADC con la stessa testata e lo stesso linker di Topo, una tecnologia stabile nel SES-6, che è nel carcinoma polmonare a piccole cellule, di cui abbiamo mostrato i dati, molto incoraggianti, l’anno scorso all’ASCO. Quest’anno otterremo una maggiore durata del follow-up, che verrà presentato, e anche il potenziale per essere utilizzato nelle prime linee, in sostituzione della chemioterapia e come monoterapia nelle linee successive. Quindi c’è molto da fare sul fronte degli ADC.
Inoltre, nel mieloma multiplo, la molecola 383 è in fase III e sta ottenendo ottimi risultati. ABBV-383 è un anticorpo bispecifico BCMA x CD3 in fase di sperimentazione, composto da domini bivalenti ad alta affinità che legano il BCMA, un dominio a bassa affinità che lega il CD3, progettato per ridurre il rilascio di citochine, e una coda Fc silenziata, progettata per un’emivita prolungata che potrebbe supportare il dosaggio una volta ogni 4 settimane (Q4W). La rilevanza clinica di queste relazioni struttura-attività non è stata stabilita.
Quest’anno, inoltre, verranno esaminate tutte le combinazioni multiple che permetteranno di accedere alle prime linee di terapia.
E poi nella pipeline c’è anche una molecola di nuova generazione, un anticorpo anti GPRC5D con BCMA, che è stato appena annunciato. Questi dati inizieranno a essere letti in modo significativo con le Fasi III nel ’27, ’28, ’29, quindi ben prima del 2030.
Neuroscienze e collaborazioni strategiche
Le neuroscienze rappresentano la seconda area terapeutica più grande per AbbVie. Tra i progetti di punta, Michael ha menzionato l’espansione della collaborazione con Gedeon Richter per Vraylar (cariprazina) e la partnership con Gilgamesh per nuove soluzioni nei disturbi dell’umore. Inoltre, l’azienda sta investendo in un anticorpo beta amiloide di nuova generazione per l’Alzheimer insieme ad Aliada.
Per il prossimo anno, l’azienda prevede una crescita di oltre 1 miliardo di dollari dalle neuroscienze per Botox, Ubrelvy e Qlipta.
L’azienda di Chicago sta riducendo per il momento le aspettative per il farmaco contro la schizofrenia emraclidina, dopo il fallimento di un paio di studi di Fase II alla fine dello scorso anno. Il farmaco verrà ora proposto come trattamento aggiuntivo in combinazione con le terapie esistenti per il disturbo neuropsichiatrico.
Roopal Thakkar, vicepresidente esecutivo di AbbVie per la ricerca e lo sviluppo e chief scientific officer, ha dichiarato che una revisione dei dati ha mostrato che la risposta al placebo era specifica del sito, ovvero che i diversi siti in cui sono stati condotti gli studi hanno visto risposte al placebo diverse che hanno messo in dubbio il segnale di efficacia. “Vediamo quindi un percorso da seguire come aggiunta agli atipici nella schizofrenia e come monoterapia nelle psicosi legate all’Alzheimer e al Parkinson.”
L’azienda esplorerà dosi più elevate di emraclidina, dato che nello studio di Fase II sulla schizofrenia ha mostrato un profilo di sicurezza e tollerabilità pulito. AbbVie condurrà uno studio a dosi multiple ascendenti quest’anno e i dati saranno disponibili all’inizio del 2026, ha spiegato il responsabile della ricerca e sviluppo. Se queste dosi elevate mostreranno una risposta migliore, Thakkar ha detto che potrebbero perseguire nuovamente l’emraclidina come monoterapia nella schizofrenia, ma che probabilmente proseguiranno con uno studio di Fase II in aggiunta alla schizofrenia.
Un asset molto interessante che deriva dall’acquisizione di Cerevel (la società che ha sviluppato emraclidina) è in fase avanza di sviluppo nel Parkinson. Lo scorso mese di dicembre, Abbvie aveva annunciato i risultati positivi dello studio registrativo di Fase 3 TEMPO-2 che valuta il tavapadon come monoterapia a dosaggio flessibile nella malattia di Parkinson precoce. Tavapadon è il primo e unico agonista parziale D1/D5 in fase di studio come trattamento una volta al giorno per la malattia di Parkinson.
Si tratta di un farmaco da assumere una volta al giorno per 24 ore, e gli eventi avversi sono la sedazione e i disturbi del controllo degli impulsi. Questi eventi, tuttavia, nei sei mesi di dati relativi a tre studi registrativi, sono stati piuttosto bassi. Quest’anno si renderanno disponibili dati a più lungo termine e poi ci sarà la presentazione del farmaco alle autorità regolatorie. AbbVie è in procinto di presentare la domanda di autorizzazione per un nuovo farmaco (NDA) alla Food & Drug Administration (FDA) statunitense nel 2025.
Prospettive finanziarie e strategia a lungo termine
Dal punto di vista finanziario, AbbVie prevede di mantenere una crescita robusta a medio termine. “Nel 2024, ci aspettiamo quasi 7 miliardi di crescita dalla piattaforma XMR, con oltre 5,5 miliardi generati da Skyrizi e Rinvoq,” ha dichiarato Michael. Nonostante la riduzione delle entrate di Humira, l’azienda si aspetta un’espansione a metà cifra singola nel 2025.
Scott Reents, CFO di AbbVie, ha sottolineato l’importanza dell’aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo, anche durante la scadenza del brevetto di Humira. “Abbiamo una strategia chiara di continua espansione degli investimenti in R&S per guidare la crescita futura,” ha spiegato.
Rob Michael ha chiuso il suo intervento ribadendo l’impegno di AbbVie a mantenere un forte focus sull’innovazione e sulla crescita sostenibile. “Abbiamo la capacità e la determinazione di continuare a investire e crescere per il prossimo decennio,” ha dichiarato con fiducia. L’approccio dell’azienda, focalizzato su espansione, innovazione e leadership nelle principali aree terapeutiche, sembra posizionarla solidamente per affrontare le sfide del futuro.