In prima serata su Rai 3 “Indovina chi viene a cena”. In prima serata torna Sabrina Giannini con le sue inchieste sulla sostenibilità
Da sabato 22 febbraio torna in prima serata su Rai 3 “Indovina chi viene a cena”, il primo programma della Rai di inchieste sulla sostenibilità, giunto al nono anno di programmazione. Sabrina Giannini e la sua squadra entrano nelle maglie della scienza indipendente, sempre poco tutelata, per smascherare interessi economici, menzogne, inganni e minacce per la nostra salute, ma anche per dare voce a chi resiste, a chi cerca e trova soluzioni, a chi difende con passione l’ambiente e i diritti di tutti.
Nella prima puntata, ricca di novità ed esclusive, si parlerà di un farmaco dimagrante “travestito” da antidiabetico, che ha fatto molte vittime oltreconfine, ma non in Italia, dove è stato insabbiato tutto. I farmaci dimagranti hanno sempre effetti collaterali e l’unico modo per perdere peso evitando i rischi è uno stile di vita sano. Per questo, il programma svela i modelli ideali: come i centenari del Cilento, veri testimoni dell’autentica “dieta mediterranea”.
“Indovina chi viene a cena” mostrerà in esclusiva uno studio su questi centenari, nell’ottica di una nuova ed innovativa ricerca, a partire del loro stile di vita e dall’olio d’oliva, visto che il primo uliveto in Italia fu piantato, probabilmente, proprio in Cilento.
Dall’altra parte però, proprio i bambini campani sono i più sovrappeso d’Italia: un dato che dimostra un’inversione rispetto agli anziani centenari: il perché verrà spiegato insieme a Franco Berrino, medico epidemiologo, che sarà ospite in tutte le puntate del programma.
Si farà luce, inoltre, su come vengono preparati i menù della refezione scolastica, scegliendone quattro virtuosi, per dimostrare ancora una volta, attraverso i buoni esempi, che si può ottenere il meglio se si esce dalla logica del profitto in mano a pochi gruppi e multinazionali della refezione, scolastica e non solo; perché lo schema è identico anche nelle mense aziendali. La mensa scolastica è il punto di snodo centrale, perché può e dovrebbe educare i bambini al gusto non processato, al rispetto del cibo, del territorio, di chi fornisce la materia prima, uomini e animali. Ed è anche l’unico pasto garantito sano per tutti i bambini, senza alcuna differenza e proprio per questo dovrebbe essere il volano del cambiamento.