Nei pazienti affetti da psoriasi da moderata a grave, il trattamento con tildrakizumab nella pratica clinica reale si è dimostrato efficace nel ridurre la gravità della malattia
Nei pazienti affetti da psoriasi da moderata a grave, il trattamento con tildrakizumab nella pratica clinica reale si è dimostrato efficace nel ridurre la gravità della malattia e nel migliorare la qualità di vita dei pazienti, come rilevato da uno studio retrospettivo multicentrico italiano pubblicato sul Journal of Clinical Medicine.
La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle. In particolare nelle sue forme da moderate a gravi, così come nelle forme più lievi che colpiscono aree sensibili, può avere un impatto significativo e negativo sulla qualità della vita dei pazienti. La psicologia e lo stress sociale possono essere combinati con altri fattori come vaccinazioni o infezioni, infatti l’aumento indotto dallo stress nel traffico di leucociti verso i siti di attivazione immunitaria innescato, ad esempio, dalle vaccinazioni, svolge un ruolo importante nell’esacerbazione delle malattie autoimmuni come la psoriasi.
«Riuscire a ridurre la risposta infiammatoria, non solo nella pelle ma anche l’infiammazione sistemica causata dalla malattia, è associato a un miglioramento sia dei sintomi oggettivamente esaminabili (come manifestazioni cutanee e sintomi articolari) sia del deterioramento che la psoriasi comporta su diversi aspetti della vita dei pazienti» hanno scritto il primo autore Gaetano Licata, Unità di Dermatologia, Ospedale San Antonio Abate di Trapani, e colleghi.
In precedenza tildrakizumab ha dimostrato un alto grado di efficacia e un buon profilo di sicurezza in un contesto reale per 52 settimane, con notevoli miglioramenti nei pazienti con coinvolgimento del cuoio capelluto e delle unghie o prurito. Inoltre il trattamento ha migliorato significativamente la produttività lavorativa con e un profilo di sicurezza favorevole nelle persone con psoriasi a placche da moderata a grave.
Uno studio retrospettivo multicentrico italiano di reale pratica clinica
In questo studio, condotto in 19 centri italiani per la psoriasi, i ricercatori hanno valutato l’efficacia di tildrakizumab nel corso di 28 settimane focalizzando l’attenzione sull’impatto del trattamento su tutti i domini della qualità della vita dei pazienti. I partecipanti avevano una diagnosi confermata di psoriasi a placche da moderata a grave da almeno 6 mesi, era stato loro prescritto tildrakizumab e non avevano controindicazioni al suo utilizzo.
Le informazioni raccolte al basale includevano dati demografici, durata della malattia, presenza di artrite psoriasica, coinvolgimento di aree difficili da trattare, comorbilità, trattamenti precedenti e valutazioni della gravità della psoriasi e della qualità della vita utilizzando rispettivamente lo Psoriasis Area Severity Index (PASI) e il Dermatology Life Quality Index (DLQI).
Per concentrarsi sui pazienti maggiormente colpiti dalla malattia, sono stati inclusi solo quelli con un DLQI basale di almeno 10, in una scala dove un punteggio più alto indica un impatto maggiore sulla qualità della vita. Le valutazioni di follow-up alle settimane 16 e 28 hanno valutato i miglioramenti clinici utilizzando i punteggi PASI e DLQI. Una sottoanalisi dettagliata delle risposte alle domande sul DLQI ha fornito approfondimenti sui domini della qualità della vita fisica, psicologica e sociale.
L’inefficacia clinica è stata definita come il mancato raggiungimento di una riduzione di almeno il 75% rispetto al basale nel PASI (risposta PASI 75) entro la settimana 28, mentre l’inefficacia secondaria da una perdita di risposta dopo un miglioramento iniziale.
Tildrakizumab migliora l’impatto della psoriasi sulla qualità della vita dei pazienti
Sono stati arruolati in totale 62 partecipanti. Il farmaco è stato somministrato alle dosi di 100 mg o 200 mg rispettivamente in 47 (75,8%) e 15 (24,2%) pazienti, senza aggiustamento del dosaggio. L’88,7% (n=55) dei soggetti ha raggiunto il follow-up della settimana 16 e il 56,5% (n=35) ha completato la valutazione alla settimana 28.
Sono stati osservati miglioramenti significativi del PASI sia alla settimana 16 (3,0, P<0,0001) che alla settimana 28 (1,2, P<0,0001) rispetto al basale. Entro la settimana 16, il 74,5% dei pazienti ha raggiunto la risposta PASI 75, percentuale cresciuta al 97,1% entro la settimana 28. Inoltre il 50,9% e il 34,5% dei pazienti ha raggiunto rispettivamente la risposte PASI 90 e PASI 100, percentuali salite all’85,7% e al 54,3% entro la settimana 28.
Il DLQI ha mostrato una riduzione sostanziale dal basale (20,3) alle settimane 16 (3,1, P<0,0001) e 28 (0,9, P<0,0001). In particolare, il 43,6% dei pazienti ha raggiunto un DLQI inferiore a 1 entro la settimana 16, una quota aumentata all’82,9% entro la settimana 28.
«I nostri risultati hanno dimostrato che tildrakizumab è un trattamento promettente per migliorare l’impatto della psoriasi sulla qualità della vita dei pazienti» hanno scritto gli autori. «In linea con la letteratura, il farmaco si è dimostrato sicuro ed efficace per la gestione delle forme da moderata a grave della malattia. I nostri dati mostrano che l’impatto della psoriasi sulla vita quotidiana dei pazienti non deve essere sottovalutato e che necessita di un follow-up continuo, così come le altre malattie legate alla psoriasi».
Referenze
Licata G et al. Tildrakizumab and Quality of Life: Deep Dive into the Impact of Psoriasis and Treatment on Different Domains-Should Psychosocial Life Impairment Be Considered a Comorbidity? J Clin Med. 2025 Jan 2;14(1):223.