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Odevixibat efficace nei bambini con colestasi intraepatica familiare progressiva

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Colestasi intraepatica familiare progressiva: studio italiano evidenzia riduzione di acidi biliari e prurito nei bambini grazie a odevixibat

Uno studio tutto italiano, guidato dal dott. Angelo Di Giorgio, professore di Pediatria presso il Dipartimento di Medicina dell’Università di Udine, ha evidenziato che nei bambini con colestasi intraepatica familiare progressiva trattati con odevixibat si ottiene una notevole riduzione degli acidi biliari sierici e, di conseguenza, del prurito, con un significativo miglioramento della qualità della vita. Lo studio, che ha visto la partecipazione di più equipe pediatriche italiane, è stato pubblicato su JHEP Reports. Si tratta della prima volta che un risultato del genere viene ottenuto tramite una terapia farmacologica, senza la necessità di interventi chirurgici complessi.

La colestasi intraepatica familiare progressiva (PFIC) è un gruppo eterogeneo di rare malattie genetiche che include forme classiche (PFIC-1, PFIC-2, PFIC-3) e varianti più rare (PFIC-4, PFIC-5, PFIC-6). La manifestazione clinica varia da forme lievi a colestasi cronica grave con ittero, prurito intrattabile e ritardo della crescita, spesso accompagnate da manifestazioni extraepatiche. Il prurito influisce gravemente sulla qualità di vita, causando autolesionismo e insonnia. Storicamente, i trattamenti sintomatici erano off-label e poco efficaci.

Odevixibat, come agisce
Odevixibat, un inibitore selettivo del trasportatore ileale degli acidi biliari (IBAT), riduce i livelli di acidi biliari sierici (sBA) migliorando il prurito. Studi clinici (PEDFIC 1 e 2) ne hanno dimostrato sicurezza ed efficacia nei pazienti con PFIC-1 e PFIC-2, escludendo però quelli con perdita completa della funzione BSEP o sottotipi rari.
Un trial pubblicato in precedenza ha dimostrato che odevixibat è efficace nel trattamento del prurito colestatico nei bambini con colestasi intraepatica familiare progressiva (PFIC). Tuttavia, l’esperienza nel mondo reale è necessaria per confermare i risultati ottenuti in studi clinici con criteri di eleggibilità selettivi.

Il nuovo studio nella real life
Questo studio esplora l’uso di odevixibat in pazienti con PFIC fuori dai trial clinici, fornendo dati sulla sua efficacia e sicurezza nel mondo reale.
Si tratta di uno studio prospettico multicentrico su pazienti con PFIC trattati con odevixibat (40 µg/kg/giorno, incrementato fino a 120 µg/kg/giorno). Il prurito è stato valutato mediante il “Physician Global Impression of Symptom” al basale e mensilmente fino a 6 mesi. I pazienti sono stati considerati responder in base ai livelli di acidi biliari sierici se presentavano una riduzione di almeno il 70% rispetto al basale (o un valore <70 µmol/L) dopo 6 mesi. Responder per il prurito erano i pazienti con un miglioramento del punteggio di prurito.

Sono stati arruolati 24 pazienti [età mediana 6,6 anni (3,7-12,1), M/F=11/13]; 16 (67%) avevano forme classiche di PFIC (PFIC-1=2; PFIC-2=11; PFIC-3=3) e 8 (33%) forme più rare (PFIC-4=5, PFIC-5=1, PFIC-6=1, PFIC-9=1). Tutti presentavano livelli elevati di sBA e 22/24 (92%) soffrivano di prurito. Il 17% (4 pazienti) aveva comorbidità associate.
Dopo 6 mesi di trattamento, i livelli di sBA sono diminuiti da una mediana di 317,1 µmol/L (intervallo 82,3-369,0) a 45,6 µmol/L (intervallo 7,2-120; p<0,001). La variazione media del punteggio di prurito è stata di -1,7.

Complessivamente, il 75% dei pazienti è stato classificato come responder per sBA e il 73% come responder per il prurito. Il 30% dei pazienti ha richiesto un aumento della dose. La riduzione del prurito ha mostrato una correlazione significativa con la riduzione dei sBA (p<0,05). Un valore di sBA >333,5 µmol/L ha aumentato di 17 volte il rischio di mancata risposta a odevixibat (p<0,001). Non sono stati registrati eventi avversi gravi.

Riduzione degli acidi biliari sierici e del prurito
Le conclusioni dello studio evidenziano che odevixibat è efficace e sicuro nel ridurre i livelli di sBA e migliorare il prurito in uno scenario reale, sia nei pazienti con forme classiche di PFIC sia in quelli con sottotipi più rari. In alcuni pazienti, l’aumento della dose può migliorare la risposta al trattamento.
Gli autori sottolineano che è stata esplorata l’efficacia di odevixibat in una coorte eterogenea di bambini con PFIC, inclusi pazienti con forme classiche e rare di PFIC, stadi avanzati di malattia epatica e comorbidità associate. I risultati dimostrano che odevixibat è efficace nel trattamento della colestasi e del prurito nei bambini con diversi sottotipi di PFIC, supportandone l’uso indipendentemente dal tipo di PFIC, dallo stadio della malattia epatica o dalla presenza di comorbidità.

Lo studio evidenzia che i bambini con PFIC presentano livelli elevati di acidi biliari sierici (sBA) e prurito clinicamente rilevante e in uno scenario reale, al di fuori di criteri di eleggibilità stretti, odevixibat è efficace nel ridurre i livelli di sBA e migliorare il prurito.
Odevixibat, quindi, dovrebbe essere considerato sia nei pazienti con forme classiche di PFIC sia in quelli con sottotipi rari di PFIC.

Di Giorgio et al., Real-world experience with Odevixibat in children with Progressive Familial Intrahepatic Cholestasis, JHEP Reports, https://doi.org/10.1016/j.jhepr.2024.101309
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