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Vertenza Mecoser: chiesta convocazione di un tavolo istituzionale di crisi

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Cisal Metalmeccanici della Campania interviene sulla vertenza della Mecoser di Casalnuovo di Napoli e la richiesta di convocazione di un tavolo istituzionale di crisi

“Ancora una delicata vertenza in provincia di Napoli, con 38 posti di lavoro a rischio. La Mecoser spa di Casalnuovo, azienda che produce container, ha annunciato la delocalizzazione delle attività in altre aree, ipotesi che crea incertezza sui livelli occupazionali e determina ricadute negative per l’economia del territorio. Chiediamo quindi l’intervento del prefetto, Michele di Bari, della Regione, del sindaco, Massimo Pelliccia, e degli altri enti locali per la convocazione di un tavolo istituzionale, al fine di individuare con l’impresa soluzioni alternative”. Così Antonio Fiore, segretario regionale, della Cisal Metalmeccanici Campania, impegnato in prima linea, insieme ai lavoratori, nella mobilitazione in atto.

“Ieri mattina – ha proseguito il dirigente sindacale – davanti ai cancelli della fabbrica, dove è stata indetta un’assemblea permanente, abbiamo ricevuto anche la visita del senatore Orfeo Mazzella, membro della commissione parlamentare Lavoro e Affari sociali e della commisione di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, che ha avviato una serie di contatti anche con il Ministero, per sollevare la questione nelle sedi istituzionali della Capitale.

Occorre sottolineare che ci troviamo di fronte ad una situazione insolita e per certi versi incomprensibile, l’azienda, a cui non mancano commesse da parte di grandi imprese nazionali e internazionali, sia pubbliche che private, soltanto otto mesi fa prospettava l’apertura di un nuovo insediamento in area Asi, per rispondere in maniera più adeguata all’espansione delle attività, per il quale sono stati avviati i lavori di realizzazione, successivamente bloccati, ed ora improvvisamente decide di trasferire altrove la produzione perchè avrebbe venduto l’attuale struttura di Casalnuovo di Napoli.

La fabbrica ha alle spalle 46 anni di attività, può vantare numerose certificazioni di qualità, con uno stabilimento collocato in una posizione strategica, a poche centinaia di metri dalla nuova stazione dell’Alta Velocità, e rappresenta un’importante risorsa per un territorio con seri problemi occupazionali. Attualmente i 38 dipendenti della Mecoser sono in Cassa integrazione, che terminerà il 3 marzo. Dopo quella data non ci sono garanzie sul futuro”.

“Faremo di tutto – ha concluso Fiore – per riuscire a mantenere in vita la Mecoser. Non si possono accettare chiusure di aziende senza nemmeno ragioni plausibili. Soprattutto nel nostro territorio e più in generale nel Mezzogiorno fare impresa non può essere solo una questione di profitto, ma assume una rilevanza sociale”.

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