Bluebird Bio acquisita a prezzo ultra svalutato da fondi Usa


Case farmaceutiche, Bluebird Bio per non fallire si fa acquisire da fondi americani. Valeva 11 miliardi, venduta per $30 milioni

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Nel marzo del 2018, all’apice del suo successo, Bluebird Bio, pioniera nello sviluppo di terapie geniche, in borsa valeva 11 miliardi di dollari. L’altro giorno la società ha annunciato l’acquisizione per circa 30 milioni di dollari da parte dei fondi di investimento Carlyle e SK Capital Partners Pioniera.

L’accordo prevede un pagamento iniziale di 3 dollari per azione e un’ulteriore possibilità di guadagno di 6,84 dollari per azione, legata al raggiungimento di 600 milioni di dollari in vendite nette annuali entro la fine del 2027.

Una crisi finanziaria inevitabile
La decisione di vendere arriva dopo anni di difficoltà finanziarie per Bluebird Bio. Il capitale dell’azienda, che nel 2021 superava il miliardo di dollari, è crollato a soli 118,7 milioni nel terzo trimestre del 2024. La compagnia aveva previsto di raggiungere il pareggio di bilancio nella seconda metà del 2025, ma l’incertezza sulle modalità di sopravvivenza fino a quel momento ha accelerato la ricerca di investitori.

Gli analisti avevano sollevato dubbi sulla capacità di Bluebird di raggiungere le linee guida stabilite per l’avvio dei trattamenti con i suoi principali prodotti: Lyfgenia (lovotibeglogene autotemcel), Zynteglo (betibeglogene autotemcel) e Skysona (elivaldogene autotemcel). Questi farmaci, progettati per trattare rispettivamente l’anemia falciforme, la beta-talassemia e l’adrenoleucodistrofia cerebrale (CALD), hanno incontrato ostacoli nella commercializzazione nonostante l’approvazione regolatoria.

Terapie geniche: potenziale trasformativo, sfide reali
Lovotibeglogene autotemcel, recentemente approvato dalla Fda, è una terapia genica per l’anemia falciforme che utilizza cellule staminali autologhe modificate geneticamente per produrre emoglobina funzionale e ridurre le crisi dolorose. Tuttavia, l’ingresso sul mercato è stato oscurato dal lancio di Casgevy (exa-cel), la prima terapia per la stessa patologia basata sull’editing genetico CRISPR sviluppata da Vertex Pharmaceuticals e CRISPR Therapeutics.

Elivaldogene autotemcel e Betibeglogene autotemcel funzionano attraverso l’inserimento di una copia funzionante del gene difettoso, consentendo rispettivamente la produzione di emoglobina nei pazienti affetti da beta-talassemia e prevenendo il deterioramento neurologico nella adrenoleucodistrofia cerebrale. Nonostante le innovazioni scientifiche, la complessità del trattamento e i costi elevati hanno ostacolato la diffusione di queste terapie.

La scelta inevitabile dell’acquisizione
Dopo aver esaminato oltre 70 potenziali investitori, il Consiglio di amministrazione di Bluebird ha concluso che l’acquisizione rappresentava “l’unica soluzione praticabile” per garantire valore agli azionisti e sostenere la continuità dei trattamenti. Il nuovo Ceo David Meek, ex dirigente di Mirati Therapeutics e Ipsen, guiderà l’azienda con l’obiettivo di espandere la portata commerciale delle terapie esistenti.

L’accordo prevede un’infusione di capitale per supportare la distribuzione su larga scala delle terapie di Bluebird, offrendo nuove possibilità ai pazienti affetti da malattie genetiche rare.

Nonostante i successi scientifici iniziali, Bluebird Bio ha faticato a ottenere rendimenti finanziari significativi. Le previsioni degli analisti indicavano una potenziale crescita delle entrate fino a 675 milioni di dollari entro il 2026, ma le difficoltà di marketing e l’alto costo delle terapie personalizzate hanno frenato le aspettative.

L’acquisizione da parte di Carlyle e SK Capital, attesa per il primo semestre del 2025, trasformerà Bluebird Bio in una società privata, permettendole di concentrarsi sulla diffusione delle sue terapie senza la pressione dei mercati pubblici.