Bpco: ensifentrina migliora funzione polmonare e riduce dispnea


Il trattamento con ensifentrina migliora in modo significativo la funzione polmonare, riduce la dispnea e migliora la qualità della vita nei pazienti affetti da BPCO

Bpco: la doppia broncodilatazione il nuovo standard delle raccomandazioni GOLD. Solo la triplice riduce la mortalità secondo nuovi studi

Il trattamento con ensifentrina migliora in modo significativo la funzione polmonare, riduce la dispnea e migliora la qualità della vita nei pazienti affetti da BPCO, soprattutto alla dose di 3 mg. Questi benefici, insieme a un profilo di sicurezza stabile, ne supportano l’uso come terapia aggiuntiva nella gestione della BPCO. Sono queste le conclusioni di una metanalisi recentemente pubblicata su Respiratory Medicine, relative all’impiego di ensifentrina nel trattamento della BPCO – il solo inibitore di PDE3/PDE4 ad oggi sviluppato per il trattamento della Bpco approvato per questa indicazione terapeutica dall’ente regolatorio Usa (Fda) (attualmente allo studio anche nell’asma e nella fibrosi cistica).

Razionale d’impiego di ensifentrina e obiettivi della metanalisi
Ensifentrina, un nuovo doppio inibitore della fosfodiesterasi 3 (PDE3) e della fosfodiesterasi 4 (PDE4), rappresenta un’opzione terapeutica emergente che sembra essere in grado di affrontare alcune delle limitazioni dei trattamenti attuali per la BPCO. PDE3 e PDE4 sono enzimi che svolgono ruoli distinti nella regolazione del tono della muscolatura liscia delle vie aeree e dell’infiammazione, rispettivamente. Inibendo entrambi gli enzimi simultaneamente, ensifentrina esercita effetti broncodilatatori attraverso l’inibizione della PDE3 ed effetti anti-infiammatori tramite l’inibizione della PDE4. Questo duplice meccanismo d’azione distingue ensifentrina dai trattamenti convenzionali, che in genere si concentrano o sulla broncodilatazione o sulla riduzione dell’infiammazione, ma non su entrambe. Di conseguenza, ensifentrina ha suscitato un notevole interesse come potenziale rivoluzione nel trattamento della BPCO e di altre malattie respiratorie.

L’obiettivo di questa reviews, con annessa metanalisi, è stato quello di sintetizzare i dati provenienti da diversi studi clinici per fornire una stima più solida dei benefici terapeutici e dei rischi associati all’impiego di ensifentrina.

Disegno dello studio 
I ricercatori hanno condotto, in primis, una scansione della letteratura esistente, attingendo dai principali database bibliografici biomedici (Web of Science, Embase e PubMed, dall’inizio fino all’inizio di agosto 2024), allo scopo di identificare tutti gli studi controllati randomizzati (RCT) che avevano valutato i pazienti trattati con ensifentrina nella BPCO. Sono stati esclusi gli studi privi di un gruppo di controllo o che non riportavano i valori basali.

Gli outcome primari dello studio erano rappresentati dalle variazioni di FEV1, dalla qualità della vita (QoL) misurata con il St. George’s Respiratory Questionnaire for COPD (SGRQ-C), dagli eventi avversi correlati al trattamento (TEAEs) e dalla dispnea valutata con il Transitional Dyspnea Index (TDI).

La ricerca sistematica della letteratura ha portato ad identificare 4 studi clinici randomizzati (RCT) della durata compresa tra 4 e 24 settimane. Su questi studi è stata condotta la metanalisi successiva. I partecipanti allo studio avevano un’età compresa tra 40 e 80 anni, tutti con una storia di fumo superiore a 10 pacchetti/anno. Questi erano stati sottoposti a trattamento con dosi variabili di ensifentrina nebulizzata (da 0,375 mg a 6 mg) oppure facevano parte di gruppi di controllo con placebo.

Le terapie di base utilizzate dai partecipanti variavano: alcuni utilizzavano agonisti beta a lunga durata d’azione (LABA), con o senza corticosteroidi inalatori (ICS), o antagonisti muscarinici a lunga durata d’azione (LAMA), mentre alcuni pazienti non utilizzavano terapie di mantenimento a lunga durata.

Risultati principali
I ricercatori hanno osservato un miglioramento significativo di FEV1 con una dose di 3 mg di ensifentrina (differenza media dei minimi quadrati [LS]: 40,9 mL; IC95%: 19,65-62,15).
Anche la dispnea, misurata tramite il Transition Dyspnea Index (TDI), è migliorata (differenza media LS: 0,91; IC95%: 0,61-1,21; I²=0%), così come i punteggi della qualità della vita (QoL) misurati con il St. George’s Respiratory Questionnaire-C (SGRQ-C) (differenza media LS: -1,92; IC 95%: da -3,28 a -0,55). Rispetto al placebo, ensifentrina ha mostrato profili di sicurezza comparabili e nessun aumento significativo degli eventi avversi emergenti dal trattamento (TEAE) (rapporto di rischio (RR): 1,02; IC95%: 0,94-1,10).

Con una dose di 0,75 mg di ensifentrina, due studi hanno riportato risultati contrastanti, con una differenza media LS combinata pari a 0,43 e un’eterogeneità significativa (I²=88%).
Con una dose di 1,5 mg, due studi hanno mostrato una differenza media LS combinata pari a 0,97 con un’eterogeneità sostanziale (I²=74%).
Con una dose di 6 mg, la differenza media LS è stata pari a 1,1 senza eterogeneità. Un singolo studio ha riportato l’uso di una dose di 0,375 mg con una differenza media LS pari a 0,3.

Riassumendo
Nel complesso, da questa metanalisi è emerso che:
• La dose di 3 mg di ensifentrina ha dimostrato miglioramenti consistenti e clinicamente rilevanti di FEV1
• La qualità di vita e la dispnea (SGRQ-C, TDI) sono migliorate significativamente con ensifentrina, soprattutto alle dosi di 1,5 mg e 3 mg
• Ensifentrina ha presentato un profilo di sicurezza favorevole, con un minor numero di eventi avversi rispetto al placebo.

Le dimensioni ridotte del campione di pazienti, tuttavia, suggeriscono la necessità di condurre studi più ampi e a lungo termine per confermare la durata e gli effetti di ensifentrina sulle riacutizzazioni di BPCO.

Bibliografia
Yappalparvi A et al. Safety and efficacy of ensifentrine in COPD: A systemic review and meta-analysis. Respir Med. Published online November 16, 2024. doi:10.1016/j.rmed.2024.107863
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