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Magistrati contro governo Meloni: al via lo sciopero delle toghe in tutta Italia

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Magistrati in piazza con lo sciopero delle toghe, in tutta Italia: “No alla riforma del Governo Meloni”. Flash mob davanti alla Cassazione

Toghe indosso, coccarde tricolore sul petto e la Costituzione alzata al cielo. È iniziata con un flash mob di centinaia di magistrati sulla scalinata principale della Cassazione, a Roma, la giornata di sciopero nazionale proclamata dall’Anm, l’associazione delle toghe italiane, “in difesa della Carta costituzionale” e contro la riforma della giustizia voluta dal Governo Meloni. L’obiettivo della giornata di oggi, ha spiegato la giudice Silvia Albano, di Magistratura democratica, “è quello di far capire le conseguenze della riforma ai cittadini. Il Governo lasciato intendere i suoi obiettivi, dato che ogni volta che c’è un provvedimento negativo per l’esecutivo ha sempre detto ‘ci vuole la riforma della giustizia’”. Inoltre il Parlamento, ha aggiunto la giudice, “ha bocciato un odg che impegnava a non sottoporre il pm all’esecutivo e a non togliere la direzione alla Polizia giufiziaria. Mi sembra che gli obiettivi reali siano molto chiari: questa riforma è tesa a ridimensionare l’indipendenza della magistratura nel suo complesso”.

Al termine del flash mob l’appuntamento è al Cinema Adriano, proprio di fronte al Palazzaccio, per un’assemblea pubblica a cui parteciperanno, oltre ai componenti della Ges Roma e della Ges Cassazione, anche personalità della società civile. Apriranno l’assemblea il presidente dell’Anm Cesare Parodi, il segretario generale Rocco Maruotti e il vicepresidente Marcello De Chiara. Tra gli ospiti Gianrico Carofiglio, i magistrati Giuseppe Santalucia ed Enrico Scoditti, la professoressa Tania Groppi, l’avvocato Giuseppe Iannaccone. Il dibattito sarà accompagnato dal live painting dell’illustratore Lorenzo Terranera.

SCIOPERO TOGHE, A GENOVA ALBANESE LEGGE CALAMANDREI

Un’assemblea pubblica, in occasione dello sciopero dei magistrati, nobilitata dalle parole di Piero Calamandrei, interpretato da Antonio Albanese. A Genova, la tensostruttura all’interno del Palazzo di Giustizia, che normalmente ospita le sedute del processo per il crollo di Ponte Morandi, stamattina è strapiena per la manifestazione organizzata dalla Anm. L’ospite d’onore è l’attore, stasera in cartellone al Politeama con il suo spettacolo “Personaggi”. Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha scherzato sulla scelta del testimonial, parlando di “incredibile sciopero” e sottolineando che Albanese “ha interpretato ‘Cetto La Qualunque’. Ognuno sceglie i suoi simboli. A ciascuno il suo”. Ma l’attore non coglie la provocazione. “Io oggi sono Calamandrei, è stato un uomo coraggiosissimo. Nel nostro ambiente si dice che quando si ripetono le cose sei un po’ in ritardo. Calamandrei è sempre avanti, lavorava per il futuro e quello che leggerò è di un’attualità impressionante e mi piace”.

Poi, prosegue, “si rivolge ai giovani, che per me è fondamentale. Io nel mio lavoro ho sempre pensato ai giovani, ho pensato alle nuove generazioni ed è importante e fondamentale nobilitare e sostenere le nuove generazioni, quindi il futuro”. Allora, conclude, “va bene così: io sono un interprete e oggi mi è stato chiesto di leggere una conferenza straordinaria di quest’uomo straordinario e sono molto orgoglioso”.

MAGISTRATI NAPOLI CON TOGA, COCCARDA TRICOLORE E COSTITUZIONE

Si sta svolgendo, nella biblioteca Tartaglione del Palazzo di giustizia di Napoli, un’assemblea aperta promossa dall’Associazione Nazionale Magistrati in occasione dello sciopero “A difesa della Costituzione” proclamato per la giornata di oggi. L’obiettivo dell’incontro, aperto alla cittadinanza, e che sta ospitando i contributi del mondo letterario, culturale, artistico, sindacale, accademico, è quello di spiegare le ragioni del dissenso della magistratura rispetto alla riforma costituzionale in cantiere sulla separazione delle carriere. Nutrita la partecipazione di magistrati, che indossano le toghe e una coccarda tricolore, impugnando copie della Costituzione italiana. In sala, tra gli altri, anche il procuratore di Napoli Nicola Gratteri e il procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli Aldo Policastro.

GRATTERI: NON PROPORZIONATA RIFORMA SU SEPERAZIONE CARRIERE

Non riteniamo che sia proporzionato dover toccare la Costituzione per quattro magistrati l’anno che da Pubblici ministeri vogliono diventare giudici. Mi pare sia qualcosa di veramente sproporzionato e quindi per noi è normale, è ovvio, che questa riforma sottenda a qualcos’altro”. Lo afferma il procuratore di Napoli Nicola Gratteri che partecipa all’assemblea promossa dall’Anm in occasione dello sciopero “A difesa dell Costituzione” per contestare la riforma sulla separazione della carriere. “Negli Stati dove c’è la separazione delle carriere – afferma il procuratore di Napoli – poi, poco dopo, passa sotto l’esecutivo il Pubblico mistero e di questo non si sente assolutamente l’urgenza, la necessità e il bisogno. I problemi della giustizia sono altri, le emergenze sono altre, non quelle della separazione delle carriere”.

GRATTERI: FAVOREVOLE A SORTEGGIO COMPONENTI CSM

“Sono favorevole al sorteggio dei componenti del Csm e anche al sorteggio dei componenti del Csm da parte del Parlamento”, ha spiegato Gratteri. “Si divide l’Italia in macroaree, come per esempio per l’elezione al Parlamento Europeo, si rispettano le proporzioni Pubblico ministero-giudice, non si sorteggiano i magistrati che hanno procedimenti disciplinari, penali, che hanno ritardi nel deposito in sentenze o nelle indagini e si possono sorteggiare. Stessa cosa vale per i laici nominati dal Parlamento”, spiega Gratteri. Per il procuratore di Napoli è necessaria una riforma relativa alla scelta dei componenti del Csm: “In questo modo – sostiene – si eliminano quasi totalmente certe anomalie delle correnti che in certi momenti storici noi abbiamo visto non funzionare. Mi riferisco sempre al caso Palamara”.

MAGISTRATI NAPOLI LEGGONO COSTITUZIONE E COMUNICATO ANM

Alle 12, durante l’assemblea pubblica, i magistrati napoletani hanno letto alcuni articoli della Costituzione, compreso l’articolo 104 (La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere), a cui è seguito un lungo applauso. Al termine, Cristina Curatoli, presidente della sezione di Napoli dell’Anm, ha letto il comunicato dell’Associazione Nazionale Magistrati che illustra le regioni dello sciopero di oggi, proclamato per contestare la riforma sulla separazione delle carriere.

PROTESTA A BOLOGNA: NO AL CORPO AUTONOMO DEI PM-SAMURAI

Coccarde tricolori al petto, Costituzione in mano, un poster attaccato all’ingresso del tribunale in via Farini con la scritta “no al controllo del potere politico della magistratura”. Si presentano così oggi magistrati e magistrate al presidio di Bologna, di fronte al Tribunale in via Farini, in occasione della giornata di sciopero e mobilitazione “A difesa della Costituzione”, proclamata dall’Anm come protesta contro la “riforma” della giustizia. Dopo il presidio all’ingresso, è seguita in Tribunale, nella sala delle Colonne, un’assemblea distrettuale aperta alla cittadinanza, con lettura di articoli della Costituzione e di un comunicato. Spiega Elonora Pirillo, consigliera di Corte d’Appello e presidente della giunta Anm Emilia-Romagna: “Oggi è il giorno di una protesta importante e in particolare tutti i Mot, i giovani magistrati ordinari in tirocinio, sono compatti nella partecipazione. La riforma non ci piace, lo abbiamo detto tante volte, perché non è una riforma della giustizia ma della magistratura. Una riforma punitiva nei confronti della magistratura, che non cambierà nulla sul servizio giustizia che noi siamo chiamati a dare ai cittadini”.

Assicura Pirillo: “I processi non si abbrevieranno di un giorno. Abbiamo bisogno di personale e di mezzi, di strumenti informatici. Si è pensato invece ad una riforma costituzionale, che altera e altererà gli equilibri tra poteri dello Stato avvicinando il pubblico ministero all’esecutivo. C’è un forte rischio che questo accada, a Costituzione variata. Vogliamo una riforma- insiste la magistrata- che ci aiuti a lavorare meglio e ad offrire un servizio migliore” alla cittadinanza. Rincara Stefano Celli, sostituto procuratore a Rimini e vicesegretario generale Dell’Anm: “La separazione delle carriere in realtà c’è già, con uno 0,3% all’anno che passa da una carriera all’altra. E quasi sempre lo fa per ragioni logistiche, semplicemente: si tratta spesso di giovani magistrati alla prima sede scelta, che quando possono tornare alla funzione cui aspirano”. La riforma “vuole invece- argomenta il pm- la creazione di un corpo autonomo di pubblici ministeri, che qualcuno definisce ‘samurai’: 1.500 persone che non rispondono a nessuno, se non a loro stesse. Qualcuno dovrà comunque guidarli, e non potrà che essere l’esecutivo. Questo non esiste in nessuna parte del mondo, né in occidente né negli Stati non democratici”. In questo modo, rincara Celli, “il pm viene sottoposto al controllo dell’esecutivo. Questo arriverà anche da noi, se non sta già arrivando”, come tra l’altro “ha rilevato anche il professor Pera, non certo uno di sinistra, in un articolo. Questo ci conduce sulla strada dell’Ungheria e della Polonia, dove le ingerenze nei confronti della magistratura sono pesanti”. Il problema è che la riforma del Governo, quindi, “toglie dei presidi di democrazia costituzionale”.

E mentre anche Luca Minniti, presidente della sezione internazionale del Tribunale di Bologna, evidenzia che “anche come giudici della protezione internazionale sentiamo la necessità di difendere l’autonomia e l’indipendenza di tutti i magistrati”, Celli risponde sul tema della presunta casta dei giudici: “La casta? E dov’è? Noi mica scioperiamo per lo stipendio, non ci viene in tasca nulla con questa mobilitazione. Anzi, forse un domani ci aumenteranno pure lo stipendio e lavoreremo meno… Non c’è privilegio”. Altra questione che sta a cuore al pubblico ministero di Rimini è quella del sorteggio: “Diventeremo l’unico ordine professionale che non può scegliersi i propri rappresentanti di autogoverno, a differenza di ingegneri, architetti, giornalisti e amministratori di condominio. Noi non siamo degni, invece. E questo solo per il fatto che alcune persone tra noi non hanno adempiuto bene al loro mandato: quindi se si scopre un parlamentare corrotto dobbiamo sciogliere il Parlamento?”, si chiede polemicamente il sostituto procuratore. Sullo scontro col governo, quindi, puntualizza Celli: “Più che scontro, è un’aggressione. Noi non ce la prendiamo con nessuno. Scioperiamo perché la situazione è drammatica e abbiamo trovato sempre porte chiuse. Questa protesta, forte, sta riscuotendo fra l’altro molto successo. Con buoni riscontri da società civile, da artisti, cantanti e avvocati, che non è affatto vero che sono d’accordo con la riforma della separazione delle carriere”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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