Novartis ha annunciato l’acquisizione di Anthos Therapeutics, un’operazione che segna il ritorno dell’anticorpo monoclonale sperimentale abelacimab nella propria pipeline
Novartis ha annunciato l’acquisizione di Anthos Therapeutics, un’operazione dal valore potenziale di oltre 3 miliardi di dollari che segna il ritorno dell’anticorpo monoclonale sperimentale abelacimab nella propria pipeline. La transazione prevede un pagamento iniziale di 925 milioni di dollari, con ulteriori 2,15 miliardi legati a traguardi regolatori e commerciali. Il completamento dell’operazione è atteso per la prima metà del 2025.
L’acquisto di Anthos avviene in un momento strategico, poco dopo la pubblicazione di dati clinici positivi di fase II relativi ad abelacimab, un inibitore del Fattore XI/XIa, potenzialmente in grado di migliorare il trattamento della fibrillazione atriale (AFib) e della trombosi associata al cancro.
Inizialmente sviluppata da Novartis con il nome di MAA868 e poi concessa in licenza ad Anthos nel 2019, la molecola si distingue per il suo duplice meccanismo d’azione e per un profilo di sicurezza che potrebbe offrire vantaggi rispetto agli anticoagulanti orali diretti (DOACs).
Novartis aveva precedentemente concesso la licenza di abelacimab ad Anthos, una startup fondata con il supporto di Blackstone Life Sciences e un finanziamento iniziale di 250 milioni di dollari. Questa acquisizione permette a Novartis di riappropriarsi di un farmaco che potrebbe competere con gli anticoagulanti più diffusi, come Xarelto (rivaroxaban) ed Eliquis (apixaban), entrambi associati a un rischio di sanguinamento.
Meccanismo d’azione e studi clinici in corso
Abelacimab agisce inibendo simultaneamente il Fattore XI e il Fattore XIa, coinvolti nella cascata coagulativa. Questo meccanismo mira a ridurre il rischio di trombosi senza aumentare significativamente il rischio di sanguinamento, un effetto avverso comune ai trattamenti anticoagulanti standard. L’interesse per questa classe di farmaci è alto, ma i risultati clinici sono stati finora incostanti. Bayer, ad esempio, ha ridotto lo sviluppo del proprio inibitore del Fattore XI dopo un fallimento in fase III, mentre Bristol Myers Squibb ha proseguito nonostante dati contrastanti.
Attualmente sono in corso tre studi clinici di fase III per valutare l’efficacia e la sicurezza di abelacimab. Il primo, denominato LILAC-TIMI 76, avviato nel 2023, sta esaminando l’impiego della molecola in pazienti con fibrillazione atriale. Gli altri due studi riguardano la trombosi associata al cancro, un’area in cui abelacimab potrebbe rappresentare un’alternativa innovativa. I risultati di queste sperimentazioni sono attesi nella seconda metà del 2026. Anthos ha già pubblicato dati di fase II che suggeriscono che abelacimab possa essere più sicuro di Xarelto, riducendo il rischio di sanguinamento.
Vantaggi rispetto agli anticoagulanti esistenti
Uno dei principali punti di forza di abelacimab risiede nella sua lunga emivita e in un profilo emorragico più favorevole rispetto ai DOACs, come evidenziato dallo studio di fase II AZALEA-TIMI 71. Secondo Christian Ruff, ricercatore principale dello studio, questa caratteristica potrebbe garantire una maggiore aderenza terapeutica e un miglior profilo di sicurezza nei pazienti ad alto rischio di sanguinamento.
Tuttavia, gli analisti di RBC Capital Markets avvertono che i farmaci della classe degli inibitori del Fattore XI non hanno ancora dimostrato un chiaro vantaggio clinico rispetto a Eliquis o Xarelto nei trial di fase III. Inoltre, l’arrivo di versioni generiche di Eliquis nel 2026 potrebbe rendere più difficile l’affermazione commerciale di nuove opzioni terapeutiche.
David Soergel, responsabile globale dello sviluppo cardiovascolare, renale e metabolico di Novartis, ha sottolineato che abelacimab potrebbe rappresentare una svolta nella prevenzione della trombosi e dell’ictus, superando le attuali opzioni terapeutiche. “Ora è il momento giusto per riportare abelacimab nella pipeline di Novartis”, ha dichiarato Soergel, sottolineando il valore strategico dell’acquisizione.
Implicazioni per il futuro della ricerca cardiovascolare
Con questa acquisizione, Novartis riafferma il proprio impegno nell’innovazione cardiovascolare. L’integrazione di abelacimab nel proprio portafoglio potrebbe consentire all’azienda di entrare nel mercato degli anticoagulanti, un settore in continua evoluzione grazie ai progressi nella modulazione della cascata coagulativa.
L’acquisto di Anthos si inserisce in una serie di operazioni recenti di Novartis volte a rafforzare il proprio portafoglio di terapie innovative. L’azienda ha infatti acquisito diverse startup, tra cui DTx Pharma, Mariana Oncology, Calypso Biotech e IFM Due, dimostrando un chiaro orientamento verso lo sviluppo di nuovi farmaci altamente innovativi.