Takeda consolida la strategia di espansione nella ricerca farmacologica con un nuovo accordo di collaborazione con BridGene Biosciences, investendo fino a 770 milioni di dollari
Takeda consolida la sua strategia di espansione nella ricerca farmacologica con un nuovo accordo di collaborazione con BridGene Biosciences, investendo fino a 770 milioni di dollari. Questo investimento si inserisce in una serie di operazioni ad alto profilo che la multinazionale giapponese ha recentemente condotto, tra cui quelle con Keros Therapeutics, AC Immune e Degron Therapeutics.
L’obiettivo dell’accordo è chiaro: sviluppare nuove molecole in grado di colpire target considerati “inattaccabili” (undraggable in inglese) dalla farmacologia convenzionale, specialmente in ambito immunologico e neurologico. A tale scopo, Takeda utilizzerà la piattaforma brevettata IMTAC (Isobaric Mass-Tagged Affinity Characterization) di BridGene, che applica un approccio chemoproteomico al drug design, consentendo di individuare e modulare proteine difficilmente raggiungibili con i farmaci tradizionali.
Dettagli della partnership: tra milestone e diritti esclusivi
L’accordo prevede un pagamento iniziale e milestone precliniche per un valore complessivo di 46 milioni di dollari. A questo si aggiungono milestone cliniche e commerciali che potrebbero far lievitare l’investimento fino a 770 milioni di dollari. BridGene avrà diritto a royalties a più livelli sulle vendite nette di eventuali prodotti derivanti dalla collaborazione.
Takeda avrà diritti esclusivi su tutte le molecole sviluppate e sarà responsabile dello sviluppo clinico, della gestione delle attività regolatorie e della commercializzazione dei prodotti. Le due aziende collaboreranno nelle fasi di identificazione dei candidati e nello sviluppo preclinico, sfruttando l’esperienza di BridGene nell’ambito della chimica proteomica.
Nonostante l’entusiasmo generato dall’annuncio, le aziende non hanno ancora specificato le aree terapeutiche prioritarie su cui si concentreranno i progetti in corso.
La piattaforma IMTAC: nuove frontiere nel drug discovery
Il cuore dell’accordo è rappresentato dalla piattaforma IMTAC di BridGene, che consente di identificare interazioni tra piccole molecole e proteine in un contesto cellulare naturale. Questo approccio innovativo permette di bersagliare proteine che, a causa della loro struttura o funzione, sono tradizionalmente considerate inaccessibili ai farmaci convenzionali.
Grazie all’utilizzo della chemoproteomica, IMTAC amplia il ventaglio dei target farmacologici potenzialmente modulabili, aprendo nuove possibilità terapeutiche in settori come l’immunologia, la neurologia e l’oncologia.
Takeda aveva già avviato una collaborazione con BridGene nel 2021, lanciando fino a cinque programmi di scoperta farmaceutica basati sulla piattaforma IMTAC. Anche in quel caso, le aree terapeutiche non furono rivelate, ma la collaborazione ha portato al raggiungimento di due importanti milestone nel 2023.
Takeda punta sull’innovazione: accordi strategici nel 2024
Il nuovo accordo con BridGene si inserisce in un periodo di intensa attività per Takeda, che negli ultimi mesi ha siglato diverse collaborazioni strategiche. Tra queste, spicca l’acquisizione, nel dicembre 2024, dei diritti sul farmaco elritercept di Keros Therapeutics, per il trattamento dell’anemia associata a tumori del sangue. L’accordo prevedeva un pagamento iniziale di 200 milioni di dollari, con milestone che potrebbero superare 1,1 miliardi di dollari.
A maggio 2024, Takeda ha inoltre stipulato due accordi significativi: uno con AC Immune, focalizzato su un candidato terapeutico per l’Alzheimer per un valore potenziale di 2,2 miliardi di dollari, e un altro con la biotech cinese Degron Therapeutics, per lo sviluppo di degradatori molecolari di proteine (molecular glue degraders), con un valore complessivo fino a 1,2 miliardi di dollari.
Queste partnership riflettono la strategia di Takeda di investire in piattaforme tecnologiche all’avanguardia e in terapie altamente innovative, mirando a superare le barriere della farmacologia classica e ad ampliare il proprio portafoglio in aree terapeutiche complesse e ad alto impatto clinico.