Luciana Littizzetto è tornata a Che tempo che fa sul Nove e dedica la letterina alla Von der Leyen: “Noi italiani ripudiamo la guerra”
Luciana Littizzetto è tornata a Che tempo che fa sul Nove dopo la convalescenza per una pancreatite acuta. In “grandissima forma”, come ha fatto notare l’ospite Sabrina Ferilli, la comica ha commentato l’attualità di questi giorni, scrivendo una delle sue ormai celebri letterine. Questa volta la destinataria è stata la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen.
“Ursula, 800 miliardi di euro è tanta roba eh. È la cifra che spende Santanchè in borsette e tacchi 12, sono un paio di serate alla gintoneria di Milano. Con 800 miliardi ci paghi il ponte sullo stretto, ma tra Palermo e Cagliari”, ha esordito Littizzetto commentando la cifra approvata dall’Unione Europea per la difesa comune. Sull’argomento ha sottolineato: “Ursula, ma sei sicura di fare l’esercito europeo? Ti diamo l’idea di una falange compatta?”. E aggiunto: “Fatti un bagno di realtà, noi in Europa non andiamo d’accordissimo, a parte l’inno di Beethoven e la moneta unica ci incartiamo su tutto”.
In un altro passaggio, Littizzetto ha spiegato: “Noi italiani non siamo capaci di fare la guerra. Facciamo cagarissimo. Non siamo come Macron che ha già detto: ‘Tranquilli, la bomba atomica la porto io’. Se sfogli i libri di storia, sono più le volte in cui abbiamo perso di quelle che abbiamo vinto“.
“L’EUROPA È NATA PER LA PACE. L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA”
“L’Europa– ha sottolineato- è nata dopo la Seconda guerra mondiale per dire mai più a quell’ecatombe. È nata per la pace. Non per la guerra. Nella nostra Costituzione c’è scritto che l’Italia ‘ripudia la guerra’. Non: ‘all’Italia la guerra non sconfiffera’. O: ‘l’Italia la guerra preferirebbe di no’. No: la ripudiamo, nel senso che ci fa schifo, ci fa orrore, che non la vogliamo“.
“È scritto nell’articolo 11, quindi anche all’inizio, non nel post scriptum. E c’è scritto anche che l’Italia sostiene le organizzazioni internazionali che promuovano la pace. E io credevo che l’Europa fosse una di questa”, ha ribadito Littizzetto.
“Ci aspettano tempi difficili, von. Non è il momento di essere ingenui, ma nemmeno quello di buttare tutto quello che la Seconda guerra mondiale ci ha insegnato”, ha concluso.