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Elevato consumo di pesce in gravidanza non aumenta il rischio asma nei figli

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Un elevato consumo di pesce durante la gravidanza non ha aumentato il rischio di asma nella progenie all’età di 7 anni, secondo i risultati di uno studio

Un elevato consumo di pesce durante la gravidanza non ha aumentato il rischio di asma nella progenie all’età di 7 anni, secondo i risultati dello studio Seychelles Child Development Study Nutrition Cohort 2. Tuttavia, gli autori di questo studio, pubblicato su Pediatric Allergy and Immunology hanno osservato un’associazione tra livelli elevati di acido docosaesaenoico (DHA) nel sangue del cordone ombelicale e una maggiore prevalenza di asma.

Razionale e obiettivi dello studio
Alcuni studi suggeriscono che la dieta materna in gravidanza possa influenzare lo sviluppo immunitario del bambino e la sua suscettibilità all’asma. Nel 1997, Black & Sharpe ipotizzarono che un consumo eccessivo di acidi grassi polinsaturi n-6 (PUFA) rispetto agli n-3 potesse aumentare il rischio di asma infantile. Nelle diete occidentali, il rapporto tra questi acidi è squilibrato (circa 16:1), favorendo risposte infiammatorie.

Studi recenti hanno riportato risultati contrastanti: un’indagine Usa ha evidenziato un legame tra livelli materni elevati di n-6 PUFA e maggiore rischio di asma nei bambini, mentre livelli elevati di n-3 PUFA risultavano protettivi. Tuttavia, studi analoghi condotti nel  Regno Unito e nei Paesi Bassi non hanno confermato con chiarezza quanto visto negli studi Usa.

Il consumo di n-3 PUFA, tramite alimentazione o integrazione, sembra ridurre l’infiammazione, ma gli studi sull’assunzione di pesce in gravidanza e il rischio di asma infantile hanno fornito risultati discordanti.  L’analisi del trasferimento dei PUFA dalla madre al feto è ancora limitata, rendendo necessari ulteriori studi di approfondimento.

Uno studio recente ha analizzato il rapporto tra consumo materno di pesce e asma nei bambini delle Seychelles, dove il consumo di pesce è molto elevato (circa 12 pasti settimanali). Utilizzando i dati della Seychelles Child Development Study Nutrition Cohort 2, i ricercatori hanno esaminato l’associazione tra il consumo materno di pesce, i livelli di PUFA nel sangue materno e nel cordone ombelicale e la prevalenza di asma nei bambini di 7 anni, valutando anche il ruolo del sesso del bambino in questa relazione.

Disegno dello studio e risultati principali
I ricercatori hanno esaminato il consumo di pesce delle madri durante la gravidanza e il consumo di pesce nei bambini all’età di 7 anni attraverso il questionario dello International Study of Asthma and Allergies in Childhood. Inoltre, hanno quantificato le concentrazioni sieriche di acidi grassi polinsaturi prenatali nel sangue materno raccolto alla 28ª settimana di gestazione su 1.448 partecipanti e nel sangue del cordone ombelicale di 1.088 partecipanti.

Dai risultati è emerso che l’asma è stato diagnosticato nel 10,5% (n = 97) dei bambini reclutati nello studio.
L’analisi di regressione non ha mostrato alcuna associazione tra il rischio di asma infantile e il consumo materno di pesce o lo stato materno di acidi grassi polinsaturi (PUFA).

Tuttavia, i ricercatori hanno osservato un’associazione tra le concentrazioni di DHA nel sangue del cordone ombelicale e una maggiore prevalenza di asma, confrontando il quartile più alto (≥ 0,123 mg/mL) con quello più basso (< 0,061 mg/mL).
Da ultimo, le associazioni tra i livelli di PUFA materni e quelli presenti nel sangue del cordone ombelicale con l’asma non variavano in base al sesso del bambino dopo l’aggiustamento per le covariate (tutti i valori di interazione p-value >0,05).

Riassumendo
“Nel complesso, i dati ottenuti in questo studio supportano un numero crescente di evidenze secondo le quali il consumo di pesce assunto, anche in quantità elevate, in gravidanza non è associato all’asma nei bambini di 7 anni” – hanno scritto i ricercatori.
Al contrario, il risultato inatteso dell’esistenza di un legame tra le concentrazioni ematiche di DHA a livello del cordone ombelicale e la prevalenza di asma merita ulteriori approfondimenti, hanno aggiunto.

“Sebbene questo risultato fosse inatteso – spiegano – associazioni simili sono state osservate in uno studio di coorte svedese in cui concentrazioni più elevate di DHA nel sangue del cordone ombelicale erano state identificate nei bambini con allergie respiratorie. Inoltre, gli acidi grassi polinsaturi n-3 totali (composti principalmente da DHA) sono stati associati ad un aumento dello sviluppo di allergie respiratorie nei bambini di 13 anni”, hanno concluso i ricercatori.

Bibliografia
Henry CO, et al. Associations between maternal fish intake and polyunsaturated fatty acid status with childhood asthma in a high fish-eating population, Pediatr Allergy Immunol. 2025;doi:10.1111/pai.70019.
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