In canton Ticino Napoli associata alla spazzatura: è polemica


Nel materiale didattico del canton Ticino la città di Napoli è associata alla spazzatura: il materiale si sta diffondendo in rete per la denuncia dello scrittore Angelo Forgione

canton ticino

Cosa fanno un treno olandese, un treno svizzero, un treno giapponese, un treno turco e un treno napoletano insieme? Una gara di luoghi comuni, almeno a vederla dal punto di vista di due studiosi della lingua italiana – Sergio Cavargna e Chiara Nydegger – che hanno firmato il materiale didattico del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport – Centro di risorse didattiche e digitali del canton Ticino in Svizzera a disposizione degli studenti.

Il materiale, presente ad oggi sul sito del Dipartimento e che è stato pubblicato nel 2015, si sta diffondendo in rete per la denuncia del giornalista e scrittore Angelo Forgione.

Stupisce innanzitutto la scelta di un treno ‘regionale’, napoletano appunto, in compagnia di treni attribuiti a nazioni. Ma non solo. Nell’esercitarsi con le coordinate e le subordinate dei periodi, gli studenti del ‘gruppo giallo’ del canton Ticino si trovano davanti il treno olandese con i suoi tulipani che “rallegrano l’orizzonte”.

Poi il treno svizzero con una “signora Rottermeier” non ancora arrivata in stazione. Sul treno giapponese hanno “mangiato del sushi nel vagone ristorante” dove hanno “conosciuto Mila e Shiro” (con cui hanno “discusso del problema del prepensionamento”.

Va un po’ meglio al treno turco nonostante un “kebab è volato in faccia al povero capotreno vicino ai binari” perché almeno possono “ammirare la strabiliante bellezza delle moschee di Istanbul”.

Alla fine il treno napoletano: lo studente del canton Ticino alle prese con la grammatica italiana deve preoccuparsi che guardando dal finestrino vede “un sacco di spazzatura che sommerge la città”.

“Trovo vergognoso – commenta il deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli – che ancora oggi si faccia leva su questi luoghi comuni. Mi auguro che arrivino scuse pubbliche per questa vicenda”. Dal post Facebook di Forgione è anche partita una mobilitazione via mail per chiedere spiegazioni all’ente svizzero.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)