Insulti a giovane arbitra a Motta di Livenza: interviene anche Zaia


Zaia interviene dopo l’episodio accaduto in un palazzetto a Motta di Livenza (Treviso): qui una spettatrice ha rivolto pesanti insulti sessisti all’arbitra di 18 anni

arbitra basket

“Se un giovane arbitro donna viene fatta segno di insulti sessisti da parte di un’altra donna, significa che dobbiamo prendere atto con sconcerto che ci sono situazioni nelle quali non esiste più nemmeno la vergogna. Si vergogni invece chi ha proferito quelle offese e sia orgogliosa di se stessa la giovane arbitra alla quale va tutta la mia solidarietà. Quanto alla colpevole degli insulti, per lei mi auguro il Daspo”. Lo dice il presidente del Veneto, Luca Zaia, dopo l’episodio accaduto in un palazzetto a Motta di Livenza (Treviso): qui una spettatrice ha rivolto pesanti insulti sessisti all’arbitra, una ragazza di 18 anni, nel corso dell’incontro di basket tra il Motta e il Feltre.

“Episodi di questo genere- aggiunge Zaia- fanno parte di quell’ambito della vita quotidiana nel quale ancora non si è riusciti a eradicare l’aggressività, la violenza, verbale o fisica. Il peggio del peggio è accaduto a Motta, dove insulti sessisti sono stati rivolti ad una donna a un’altra donna. Forza Alice- conclude Zaia- hai dimostrato carattere e resilienza.

Continua a coltivare la tua passione con orgoglio e con l’augurio di vederti fischiare su campi di categorie superiori”.

Commenta “con grande indignazione” l’episodio nel palazzetto di Motta di Livenza e proprio in concomitanza con la Festa della donna, Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde: l’arbitra “apostrofata con frasi inaccettabili e degradanti che l’hanno costretta a sospendere in lacrime la partita” hanno portato ad un episodio che “non rappresenta solo un’offesa alla dignità di una professionista, ma ci costringe a delle riflessioni. Il linguaggio sessista e misogino risulta talmente diffuso e giustificato, da alcuni, da essere addirittura recepito come ‘normale’ anche da alcune donne.

Il fatto che tali insulti siano provenuti da una madre, peraltro durante una giornata simbolo come quella internazionale della donna, rende quanto accaduto ancora più grave e preoccupante”.

Lo sport è “veicolo di inclusione sociale per eccellenza, è la casa di tutti- evidenzia Zanoni- non possiamo consentire che, dopo i leoni da tastiera, vi sia una proliferazione di leoni da spalti, ovvero soggetti che praticano l’odio sperando di camuffarsi vigliaccamente tra le masse, senza nemmeno assumersi un briciolo di responsabilità. Nel caso specifico, poi, ci chiediamo come un genitore possa spargere odio in quel modo di fronte ai propri figli o ad altri minori. Le istituzioni non possono minimizzare questi episodi, non possiamo relegarli a ‘episodi da stadio’, perché questi fatti, se lasciati semplicemente scorrere, rischiano di replicarsi anche a scuola, nei luoghi di lavoro, eccetera”. Zanoni chiede quindi alla Regione Veneto “nuove campagne di sensibilizzazione contro la violenza di genere anche nel contesto sportivo, non solo in occasione dell’otto marzo”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)