Linfoma a cellule mantellari: Fda approva acalabrutinib


Fda ha approvato l’utilizzo di acalabrutinib, in combinazione con bendamustina e rituximab (Rituxan), per il trattamento di pazienti con linfoma a cellule mantellari

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Nel gennaio 2024, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato l’utilizzo di acalabrutinib, in combinazione con bendamustina e rituximab (Rituxan), per il trattamento di pazienti con linfoma a cellule mantellari (MCL) non precedentemente trattato e non candidabili al trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche.

Acalabrutinib è un inibitore selettivo della tirosina chinasi di Bruton (BTK), un enzima chiave nella via di segnalazione BCR (B-cell receptor), fondamentale per la sopravvivenza e proliferazione delle cellule B maligne. Il meccanismo d’azione si basa sull’inibizione irreversibile della BTK, bloccando così la trasduzione del segnale che promuove la crescita tumorale.

Dati dello studio ECHO e approvazione Fda
L’approvazione si è basata sui risultati dello studio di fase 3 ECHO (NCT02972840), randomizzato, in doppio cieco e multicentrico, progettato per confrontare l’efficacia della combinazione di acalabrutinib con bendamustina e rituximab rispetto alla chemioimmunoterapia standard (SOC) nei pazienti con MCL.

I pazienti trattati con acalabrutinib hanno mostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo nella sopravvivenza libera da progressione (PFS), con una mediana di 66,4 mesi rispetto ai 49,6 mesi del gruppo di controllo. Il rischio di progressione della malattia o morte è risultato ridotto del 27% (HR, 0,73; IC al 95%, 0,57-0,94; P = 0,016).

Un’analisi predefinita, escludendo i decessi correlati a COVID-19, ha ulteriormente evidenziato un beneficio clinico, con un rischio di progressione o morte ridotto del 36% (HR, 0,64; IC al 95%, 0,48-0,84; P = 0,0017). Anche se i dati relativi alla sopravvivenza globale (OS) erano ancora immaturi, una tendenza favorevole è emersa per i pazienti trattati con acalabrutinib (HR, 0,86; IC al 95%, 0,65-1,13; P = 0,2743).

Dettagli dello studio e profilo di sicurezza
Lo studio ECHO ha arruolato 635 pazienti con MCL non trattato, di età pari o superiore a 65 anni, non candidabili al trapianto autologo di cellule staminali e con ECOG ≤2. I pazienti del braccio sperimentale hanno ricevuto acalabrutinib per via orale due volte al giorno, bendamustina per via endovenosa nei giorni 1 e 2 e rituximab per via endovenosa il giorno 1, ripetendo i cicli ogni 28 giorni. Nel braccio di controllo, un placebo ha sostituito l’acalabrutinib.

L’endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da progressione (PFS) secondo la Classificazione di Lugano per i linfomi non-Hodgkin, mentre tra gli endpoint secondari figuravano il tasso di risposta globale (ORR), la sopravvivenza globale (OS) e la durata della risposta (DOR). Non sono emersi nuovi segnali di sicurezza con acalabrutinib, e il trattamento è stato generalmente ben tollerato.

Implicazioni cliniche
L’acalabrutinib rappresenta il primo e unico inibitore della BTK ad aver dimostrato un beneficio significativo nella sopravvivenza libera da progressione e un andamento favorevole nella sopravvivenza globale in questo contesto clinico. L’approvazione Fda, supportata da solidi dati clinici, amplia le opzioni terapeutiche per i pazienti con linfoma a cellule mantellari, offrendo un trattamento efficace e ben tollerato per una popolazione spesso difficile da gestire.