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Propranololo per la prevenzione dell’emicrania riduce rischio ictus nelle donne

Emicrania episodica

Secondo uno studio le donne che assumono propranololo per la prevenzione dell’emicrania potrebbero ridurre il rischio di ictus ischemico

Secondo uno studio presentato all’International Stroke Conference (ISC) di Los Angeles, le donne che assumono propranololo per la prevenzione dell’emicrania potrebbero ridurre il rischio di ictus ischemico.

In due differenti database, le donne trattate con propranololo hanno mostrato una riduzione del rischio di ictus ischemico del 52% e del 39% rispetto a quelle non trattate, con un’interazione particolarmente forte in quelle senza aura. Gli uomini inclusi nello studio retrospettivo non hanno mostrato lo stesso beneficio.

I risultati dello studio, condotto da un team guidato da Mulubrhan Mogos, della Vanderbilt University School of Nursing di Nashville, non sorprende gli autori, dato che esistono forti evidenze che gli antipertensivi riducono significativamente il rischio di ictus. Inoltre, la riduzione dell’ictus è stata osservata in diversi momenti del periodo di follow-up.

Seemant Chaturvedi, dell’University of Maryland School of Medicine di Baltimora, non coinvolto nella sperimentazione, ha sottolineato che il propranololo, utilizzato per decenni nella prevenzione dell’emicrania, potrebbe offrire un ulteriore vantaggio nella riduzione del tasso di ictus.

Ha ipotizzato che parte del beneficio possa derivare dalla riduzione della pressione sanguigna, oltre a diminuire il rischio di aritmie cardiache, che potrebbero essere collegate all’ictus.

Tracy E. Madsen, dell’University of Vermont, a Burlington, presidente dell’American Heart Association’s Clinical Cardiology/Stroke Women’s Health Science Committee, ha dichiarato che lo studio è un esempio dell’importanza di studiare uomini e donne separatamente per sfruttare le differenze di rischio di ictus e orientarsi verso cure più personalizzate.

Due database, stesso risultato
Utilizzando il database dei pazienti della loro istituzione e quello dell’All of Us dei National Institutes of Health (NIH), Mogos e i suoi colleghi hanno identificato adulti con emicrania che hanno sviluppato un ictus e quelli che non lo hanno sviluppato.

Complessivamente, sono stati identificati 378 casi e 15.209 controlli nel database istituzionale, e 267 casi e 6.579 controlli nel database NIH.

L’incidenza cumulativa di ictus è risultata numericamente inferiore tra le donne che assumevano propranololo in entrambi i database a 1, 2, 5 e 10 anni. L’età media di coloro che hanno avuto un ictus era di 50 anni.

Dopo aver aggiustato per età, genere, etnia, condizioni di comorbilità e fattori ormonali, inclusi contraccettivi e gravidanza, il tasso di ictus a 10 anni era dello 0,86% nelle donne in trattamento con propranololo nel database istituzionale rispetto al 2,03% per le donne non trattate (P = 0,011) e dello 0,92% a 10 anni nel database NIH rispetto al 3,3% per le donne non trattate (P = 0,048).

Gli autori fanno notare che il numero di eventi di ictus è stato relativamente basso durante il periodo di studio, il che potrebbe limitare il potere di rilevare associazioni significative.

Chaturvedi ha aggiunto che un’altra limitazione dell’analisi è che l’emicrania è molto più comune nelle donne che negli uomini, quindi è possibile che non ci fossero abbastanza uomini nelle analisi per rispondere in modo affidabile alla domanda.

Ha infine proposto che un trial randomizzato per confrontare il propranololo con altri farmaci per la prevenzione dell’emicrania sarebbe di interesse, così come l’analisi dei registri esistenti delle emicranie.

Fonte: Mogos MF. Propranolol’s potential role in cutting stroke risk for patients with migraine: an in-depth analysis of two databases. Presented at: ISC 2025. February 6, 2025. Los Angeles, CA.

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