Studio ha evidenziato che la terapia di mantenimento con macrolidi nei pazienti con bronchiectasie potrebbe avere un effetto cardioprotettivo
La MMT, come è noto, si è dimostrata avere una notevole efficacia nel ridurre le riacutizzazioni nei pazienti con bronchiectasie, che rappresentano un importante fattore di rischio di eventi cardiovascolari. Tuttavia, fino ad oggi mancava una valutazione completa dei benefici cardiovascolari e del profilo di sicurezza della MMT in questa popolazione di pazienti.
In questo nuovo studio, i ricercatori hanno esaminato il rapporto tra l’impiego della MMT e l’incidenza di MACE (ictus, infarto miocardico e morte per cause cardiovascolari). Inoltre, hanno valutato la sicurezza del trattamento rispetto al rischio di morte cardiaca improvvisa e di aritmie ventricolari.
Metodi e campione di pazienti in studio
Per questo studio di coorte, avente un disegno osservazionale retrospettivo, i ricercatori hanno attinto ai del il database Clinical Data Analysis and Reporting System (CDARS), che raccoglie dati da 43 ospedali e oltre 120 cliniche di Hong Kong, coprendo più del 90% della popolazione locale.
Sono stati identificati pazienti adulti con diagnosi di bronchiectasie trattati con macrolidi tra gennaio 2001 e settembre 2018. La terapia antibiotica prevedeva quattro regimi di trattamento specifici, somministrati per almeno sei mesi:
• Azitromicina 500 mg, 3 volte a settimana
• Azitromicina 250 mg al giorno
• Eritromicina 400 mg 2 volte al giorno
• Azitromicina 250 mg, 3 volte a settimana
I primi tre regimi erano già stati validati in precedenti studi clinici. La data di inizio trattamento è stata definita come il giorno della prima prescrizione del farmaco.
Risultati principali
Sono stati analizzati i dati relativi a 3137 pazienti, suddivisi in due gruppi bilanciati mediante la tecnica del propensity score matching, secondo uno schema 1:2:
• 1123 pazienti trattati con MMT
• 2014 pazienti non trattati con MMT
Le caratteristiche di base dei due gruppi erano simili, inclusa la presenza di malattie cardiovascolari e l’impiego di farmaci impiegati in cardiologia.
Dalla analisi dei dati è emersa, innanzitutto, una riduzione significativa del rischio di MACE nei pazienti trattati con MMT rispetto ai non trattati (16.38 vs 24.11 eventi per 1000 anni-persona; HR: 0.68, IC95%: 0.52-0.9).
I ricercatori non hanno documentato nessun incremento del rischio di morte cardiaca improvvisa o di aritmie ventricolari tra i due gruppi in studio (7,17 vs 7,67 eventi per 1000 anni-persona; HR: 0,93, IC95%: 0,6-1,44)
Non solo: è stata osservata una riduzione significativa del rischio di infarto miocardico con MMT (5,33 vs 10,28 eventi per 1000 anni-persona).
Inoltre, i ricercatori hanno rilevato anche una riduzione della mortalità per tutte le cause tra i pazienti trattati con MMT (109,95 vs 132,04 eventi per 1000 anni-persona).
Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici intrinseci dello studio, quali la natura retrospettiva del lavoro, che non consente di stabilire un rapporto causa-effetto, l’impossibilità di valutare la gravità delle bronchiectasie attraverso i dati disponibili e la presenza di possibili bias di indicazione, dato che i medici potrebbero aver evitato di prescrivere la MMT ai pazienti considerati a maggior rischio di MACE.
Ciò premesso, nel complesso i risultati disponibili consentono di concludere che la MMT nei pazienti con bronchiectasie è associata ad una significativa riduzione del rischio cardiovascolare, senza evidenze di un aumento delle aritmie severe.
I dati ottenuti, inoltre, ridimensionano le preoccupazioni riguardanti gli effetti aritmogenici dei macrolidi, ritenute sovrastimate, e suggeriscono che il potenziale effetto cardioprotettivo di questa terapia meriti ulteriori approfondimenti attraverso la messa a punto di studi clinici randomizzati.
Bibliografia
Guo R et al. Cardiovascular benefits and safety profile of macrolide maintenance therapy in patients with bronchiectasis. Eur Respir J. Published online December 12, 2024. doi:10.1183/13993003.01574-2024
Leggi