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Mieloma multiplo: isatuximab sottocute efficace e sicuro quanto endovena

Mieloma multiplo ricaduto/refrattario: secondo nuove analisi il bispecifico elranatamab è una valida opzione anche in pazienti già esposti ad anti-BCMA

Mieloma multiplo: secondo nuovi studi, isatuximab per via sottocutanea efficace e sicuro quanto la formulazione endovena

L’anticorpo monoclonale anti-CD38 isatuximab nella nuova formulazione sottocute passa a pieni voti il test di confronto con la tradizionale formulazione endovena. Lo ha annunciato in una nota Sanofi, l’azienda che sviluppa e commercializza il farmaco.

Lo studio IRAKLIA, nel quale si sono paragonate le due formulazioni, entrambe in combinazione con la doppietta pomalidomide-desametasone (Pd), ha infatti centrato entrambi gli endpoint primari, dimostrando la non inferiorità della versione sottocute rispetto a quella endovena.

Lo studio IRAKLIA
IRAKLIA è uno studio multicentrico internazionale, randomizzato, in aperto, che ha coinvolto 531 pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato o refrattario dopo almeno una linea di terapia (comprendente lenalidomide e un inibitore del proteasoma), trattati secondo un rapporto 1:1 con isatuximab somministrato per via sottocutanea (sc) tramite un sistema di somministrazione on-body (OBDS) oppure isatuximab endovena (ev), in entrambi i casi in combinazione con la doppietta Pd. Il trattamento viene proseguito fino alla progressione della malattia, alla comparsa di una tossicità non tollerabile o al rifiuto del paziente di proseguire lo studio.

Isatuximab sc è somministrato a una dose fissa una volta alla settimana per 4 settimane durante il primo ciclo di trattamento e ogni 2 settimane nei cicli successivi, mentre isatuximab ev è somministrato a un dosaggio deciso in base al peso del paziente una volta alla settimana per 4 settimane durante il primo ciclo di trattamento e ogni 2 settimane nei cicli successivi.

Centrati i due endpoint primari e gli endpoint secondari chiave
I due endpoint primari, raggiunti entrambi, erano la non inferiorità del tasso di risposta obiettiva (ORR) e della concentrazione osservata prima della somministrazione allo stato stazionario di isatuximab sc rispetto a isatuximab ev.

Lo studio ha centrato anche endpoint secondari chiave, tra cui il tasso di risposta parziale molto buona (VGPR), l’incidenza delle reazioni infusionali e i livelli di valle al ciclo 2.

«Il tasso di risposta obiettiva consistente e il profilo di efficacia e sicurezza comparabile osservati nello studio IRAKLIA per isatuximab sottocute rappresentano un progresso entusiasmante, offrendo indicazioni su una potenziale nuova opzione di somministrazione per i pazienti. I risultati di IRAKLIA nei pazienti con mieloma multiplo recidivante o refrattario supportano il potenziale di un sistema di somministrazione on-body per facilitare la somministrazione di una nuova formulazione, senza influire sui risultati per i pazienti», ha dichiarato il principal investigator dello studio Sikander Ailawadhi, Professore di medicina presso la Divisione di ematologia/oncologia della Mayo Clinic di Jacksonville, in Florida.

Tecnologia innovativa
Per la somministrazione sc di isatuximab nello studio IRAKLIA si è utilizzata una tecnologia innovativa chiamata enFuse e sviluppata da un’altra azienda (Enable Injections), disegnata per somministrare elevati volumi di farmaco per via sottocutanea con un sistema automatizzato hands-free.

Il device si avvale di un ago nascosto e retrattile più sottile rispetto a quelli comunemente utilizzati per le iniezioni sottocute, permettendo così di migliorare l’esperienza del paziente.

Richiesta di approvazione nella prima metà del 2025
Lo studio IRAKLIA è ancora in corso e i risultati completi del trial saranno presentati in uno dei prossimi congressi del settore.

Inoltre, ha reso noto Sanofi, nella prima metà del 2025 l’azienda inoltrerà la domanda di via libera per la formulazione sottocute di isatuximab sia alla Food and drug administration sia alla European Medicines agency.

Sono già stati avviati anche altri studi in cui si valuta la formulazione sottocute di isatuximab con ulteriori combinazioni, oltre alla doppietta Pd, e in altri setting di malattia.

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