La combinazione di dapagliflozin e restrizione calorica ha ottenuto un tasso di remissione del diabete di tipo 2 (T2D) superiore rispetto alla sola restrizione calorica
La combinazione di dapagliflozin e restrizione calorica ha ottenuto un tasso di remissione del diabete di tipo 2 (T2D) superiore rispetto alla sola restrizione calorica, con miglioramenti significativi nella composizione corporea e nei fattori di rischio metabolico. È quanto evidenziano i risultati di uno studio condotto dal dott. Xiaoying Li della Fudan University di Shanghai e pubblicato online su The BMJ.
Il diabete di tipo 2 è una sfida globale per la salute pubblica, colpendo 422 milioni di adulti nel mondo. Studi dimostrano che, nelle fasi iniziali, non è necessariamente una condizione permanente e può essere invertito con un’intensa gestione del peso.
Nel trial DiRECT, il 46% dei partecipanti con diabete da meno di sei anni ha raggiunto la remissione con un intervento dietetico intensivo, ottenendo una riduzione del peso corporeo del 10%. Tuttavia, l’adozione di diete a bassissimo contenuto energetico nella pratica clinica è complessa. La chirurgia bariatrica è il metodo più efficace per la perdita di peso e porta a una remissione del diabete nel 60-70% dei pazienti obesi, ma è limitata da costi elevati e possibili complicanze.
Gli inibitori SGLT-2, come il dapagliflozin, riducono la glicemia favorendo l’escrezione urinaria di glucosio, causando una perdita calorica di 280-320 kcal al giorno e una riduzione di peso di 2-3 kg. Tuttavia, il loro effetto è attenuato dall’aumento compensatorio dell’appetito, che potrebbe essere contrastato dalla restrizione calorica. Si ipotizza quindi che la combinazione di dapagliflozin e restrizione calorica possa potenziare il deficit energetico, migliorare il controllo glicemico e favorire la remissione del diabete in modo sostenibile.
I ricercatori hanno condotto uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo in 16 centri della Cina continentale tra giugno 2020 e gennaio 2023.
Un totale di 328 pazienti con diabete di tipo 2 da meno di 6 anni è stato assegnato in modo casuale a due gruppi: uno sottoposto a sola restrizione calorica e l’altro a restrizione calorica associata a 10 mg di dapagliflozin al giorno per 12 mesi. L’età media dei partecipanti era di 46,7 anni, il 66% erano uomini, l’indice di massa corporea (BMI) medio era 28,2, l’HbA1c media era del 7,3% e il 45% assumeva metformina all’inizio dello studio.
La dieta a restrizione calorica prevedeva un deficit energetico di 500-750 kcal al giorno, con meno del 35% di grassi e oltre il 15% di proteine, calcolata in base all’apporto calorico giornaliero iniziale di ciascun partecipante. Tutti i soggetti hanno ricevuto consulenza nutrizionale, tenuto un diario alimentare e sono stati incoraggiati a svolgere attività fisica (150 minuti di camminata veloce a settimana o più di 10.000 passi al giorno).
L’endpoint primario dello studio era la remissione del diabete, definita come un valore di emoglobina glicata (HbA1c) inferiore al 6,5% e glicemia a digiuno inferiore a 126 mg/dL in assenza di qualsiasi terapia antidiabetica per almeno due mesi.
Dopo 12 mesi, il 44% dei partecipanti nel gruppo con dapagliflozin e restrizione calorica ha raggiunto la remissione, rispetto al 28% del gruppo con sola restrizione calorica (rapporto di rischio: 1,56).
La riduzione del peso corporeo è stata significativamente maggiore nel gruppo con dapagliflozin (differenza media: -1,3 kg) e anche l’indice HOMA-IR (modello di valutazione della resistenza all’insulina) è migliorato in modo più marcato nel gruppo dapagliflozin (differenza: -0,8).
Nel gruppo dapagliflozin si sono osservati miglioramenti significativi nei fattori di rischio metabolico, tra cui massa grassa, pressione arteriosa sistolica, glicemia a digiuno, HbA1c, colesterolo HDL e trigliceridi mentre non sono state rilevate differenze significative tra i gruppi negli eventi avversi.
Implicazioni pratiche
“I nostri risultati supportano l’uso combinato di dapagliflozin e restrizione calorica regolare come approccio efficace e sostenibile per ottenere la remissione del diabete nei pazienti con diabete di tipo 2 precoce”, hanno scritto gli autori dello studio.
In un editoriale correlato, David Hope e Jonathan Valabhji, dell’Imperial College di Londra, hanno sottolineato l’importanza di trovare il giusto equilibrio tra gli interventi sullo stile di vita, evidenziando che una restrizione calorica meno intensa potrebbe rendere il trattamento più accessibile a livello di popolazione e ridurre i costi di intervento.
Lo studio ha delle limitazioni, infatti i risultati non sono generalizzabili ai pazienti con diabete di tipo 2 da oltre 6 anni né ad altre etnie o gruppi razziali. Inoltre, la misurazione della composizione corporea mediante assorbimetria a raggi X a doppia energia (DXA) non è stata effettuata in tutti i centri e il dispendio energetico totale non è stato valutato.
Yuejun Liu et al., Dapagliflozin plus calorie restriction for remission of type 2 diabetes: multicentre, double blind, randomised, placebo controlled trial. BMJ. 2025 Jan 22:388:e081820.
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