Carcano e Maimone in libreria con “Il fiore delle vendetta”


Fabrizio Carcano e Giorgio Maimone nelle librerie per Mursia con “Il fiore della vendetta. La bomba di via Palestro continua a uccidere”

carcano maimone

L’estate milanese del 2024 è segnata da una serie di eventi inquietanti che scuotono la città. Il capitano dei Carabinieri Marco Fontana si trova a indagare su un caso complesso e intricato: l’omicidio di due vecchi malavitosi, entrambi legati alla strage di via Palestro del 1993, e la misteriosa scomparsa di un funzionario dei Servizi Segreti. L’indagine di Fontana lo conduce nei meandri oscuri del passato di Milano, riaprendo ferite mai rimarginate e portando alla luce segreti sepolti. La strage di via Palestro, un evento traumatico per la città, torna a essere protagonista, e Fontana si trova a dover ricostruire gli eventi di quel tragico giorno, cercando di identificare gli esecutori e i mandanti dell’attentato e chi ha guidato la Fiat Uno imbottita di tritolo. Mentre il Capitano indaga sulle vicende del passato, un nuovo e spietato assassino fa la sua comparsa a Milano. Soprannominato il Sagittario, questo killer agisce di notte, utilizzando una balestra di precisione per uccidere uomini che hanno commesso violenze contro le donne. Le sue azioni, seppur brutali, sembrano guidate da un distorto senso di giustizia, e la città è pervasa da un’atmosfera di paura e incertezza. Fontana si trova così a dover gestire due indagini parallele: quella legata alla strage di via Palestro, che lo porta a confrontarsi con i fantasmi del passato, e quella legata al Sagittario, che lo mette di fronte alla brutalità del presente. Le due indagini, apparentemente distinte, iniziano a intrecciarsi, rivelando una trama complessa e pericolosa.

Dal Prologo:

«Milano, via Palestro, martedì 27 luglio 1993 ore 23,14 Un frammento di stella che si stacca dal cielo e precipita dentro il finestrino aperto della Uno grigia. Un lapillo vulcanico che erompe dal centro della terra. Due spinte opposte: verso l’alto e verso il basso. Una bomba sa pronunciare una parola sola: sorpresa! E poi si applaude. La bomba, massima rapinatrice dei cieli è forte, è potente, è violenta. La bomba è neutra, perché non guarda in faccia a nessuno: né ai potenti, né ai ricchi, né a razze o pregiudizi. La bomba esplode, si allarga, si espande, distrugge, demolisce, purifica. Vedi prima il lampo e dopo senti il tuono, ma se il tuono è troppo forte sarà l’ultimo che sentirai. Perché la bomba è democratica: uccide il “vu cumprà” sulla panchina, uccide il vigile e i pompieri. Rompe i vetri di tutta via Palestro, porta il disagio in casa Gucci, spettina le statue sulle terrazze, scompiglia gli arazzi, rialza i tappeti. Il motore della Uno grigia vola fino a un balcone al terzo piano, Milano si illumina e poi si spegne, perché salta la luce in tutta la zona. L’asfalto si squarta e lascia uscire il fuoco che si scaglia contro il cielo bruno, sola fonte di luce a illuminare la notte del 27 luglio 1993; è il gas, che, uscito dalle tubature, ha preso fuoco. Bruciano gli alberi, perdono le foglie, si scorticano i tronchi e restano cinque corpi sul terreno. La bomba è esplosa, la bomba fragorosa, la bomba apocalisse, la bomba che mormora, la bomba che urla, la bomba messaggio, la bomba che impone e dispone, incalzatrice della storia, freno del tempo, massima rapinatrice dei cieli: la morte ha distrutto l’azzurro inflessibile della notte d’estate».