Trump in difficoltà per annullare provvedimenti di grazia firmati da Biden


Trump vorrebbe (ma non può) annullare le grazie firmate da Biden: secondo il tycoon sono state firmate in automatico con Autopen

trump e biden

“Donald Trump dice”, puntata ennesima. Stavolta il Presidente degli Stati Uniti dice che le grazie concesse da Joe Biden ai membri della commissione della Camera che ha indagato sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e ad altre persone da lui ritenute avversari politici non sono valide. Perché – dice – sono state firmate con l’Autopen, un dispositivo automatico normalmente utilizzato per apporre firme ufficiali.

In realtà non esiste alcuna base costituzionale o giuridica per revocare una grazia presidenziale, né vi sono precedenti che mettano in discussione la validità delle firme apposte con Autopen. L’affermazione di Trump, tuttavia, si inserisce nella sua narrativa complottista e nella volontà di riscrivere le regole a suo piacimento. Nel suo post su Truth Social, ha dichiarato che le grazie di Biden sono “nulle, vacanti e senza ulteriore valore o effetto” perché, secondo lui, il presidente non le avrebbe firmate personalmente e nemmeno approvate consapevolmente.

L’Autopen è uno strumento utilizzato in politica da decenni. Nel 2011, per esempio, Barack Obama lo usò per firmare l’estensione del Patriot Act mentre si trovava in viaggio in Europa. Biden, come altri presidenti prima di lui, ne ha fatto uso per velocizzare la firma di documenti ufficiali, senza che questo abbia mai sollevato dubbi legali.

L’idea che l’Autopen sia stato abusato dall’amministrazione Biden circola da tempo in ambienti della destra radicale, alimentata da personaggi come Elon Musk, che ha condiviso un meme ironico sulla questione. Trump vorrebbe sfruttare questo argomento per colpire vecchi avversari. Tra i destinatari delle grazie rientrano Liz Cheney, figura di spicco nell’indagine sul 6 gennaio, l’ex capo di stato maggiore Mark Milley e l’ex consigliere scientifico Anthony Fauci.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)